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I passaggi stagionali accompagnano il viaggio della coscienza che come una spirale cresce evolvendosi di anno in anno per riavvolgersi ritmicamente su sé stessa in cerchi che diventano sempre più ampi, accresciuti dall’esperienza di vita.

IL PASSAGGIO COME TRASFORMAZIONE

Primavera, stagione di mezzo, stagione di passaggio, stagione di transizione. Momento di trasformazione della consapevolezza nello stato di veglia, a metà tra i suoi due capi estremi: dallo sguardo verso l’interno di noi stessi, a quello verso al mondo che ci circonda; dalla coscienza che guarda sé stessa, alla coscienza che torna ad essere il filtro con cui guardare la realtà. Un passaggio non scontato, che ci conduce al riparo dal pericolo di perderci nei meandri della nostra interiorità dopo il lungo inverno, ritrovando il giusto SENSO DI REALTA’ a contatto con la concretezza del mondo esterno. Ancora lontani dal rischio, all’opposto, di smarrirci nell’esteriorità verso la quale ci porteranno i mesi estivi, la primavera ci lascia sospesi tra le sue estremità, donandoci il gusto della riscoperta.

Ma così come OGNI PASSAGGIO E’ UN DIVENIRE DELL’ESSERE, anche quello primaverile, come ogni trasformazione, è un cambiamento non privo di fatiche. Aristotele parlava della trasformazione come atto in tre passaggi: essere – non essere – divenire, dove il divenire è il ritorno all’essere in una nuova forma. Tre passaggi di stato che implicano un SALTO ENERGETICO, la fisica quantistica lo definirebbe SALTO DI LIVELLO QUANTICO, il più faticoso e insidioso dei quali è quello di mezzo: il non essere.

VAJU IL VENTO: DAL SENSO DEL VACUO, AL VUOTO COSTRUTTIVO

“Se vuoi fare un passo in avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”.
— M. Gramellini

E’ in questo fondamentale momento di NON ESSERE, ossia di negazione della modalità di esistenza precedente, che si gioca l’opportunità di cambiare ed evolvere aprendoci alle opportunità evolutive offerte dalla stagione di mezzo. La negazione è il primo momento di affermazione verso qualcosa d’altro, di diverso, prima ancora di scoprire come il nuovo prenderà forma. Superato lo sforzo di uscire dalla chiusura invernale, la transizione ci porta ad un temporaneo MOMENTO DI SOSPENSIONE, privo di forma e apparentemente di direzione: il divenire, che, in quanto non essere, porta con sè la leggerezza del vacuo, dell’indefinito.

Lasciate le sicurezze della letargica zona comfort invernale, torniamo ad aprirci nuovamente all’esterno vacillando disorientati per qualche momento. Questo è il momento cruciale, in cui si compie il SALTO CHIAVE, dove la zona d’ombra e il vuoto lasciato dallo stato precedente, disvelano la ricchezza della nostra interiorità: UN’ENTROPIA CHE PIAN PIANO DISEGNA UNA NUOVA FORMA DI ESISTENZA. Ed è nella capacità di stare in questo momento di CAOS APPARENTE, che si gioca la possibilità di approdare al nuovo stato e di compiere il passaggio alla nuova forma: solo guardando all’interno del vuoto, possiamo scovare i pezzi con cui giocare per mettere insieme il puzzle. E’ solo guardando il nostro vuoto, che possiamo trovare i pezzi necessari a RICOMPATTARE LA NOSTRA IDENTITA’ IN FORMA NUOVA.

RISCOPRIRSI IN RICERCA GRAZIE AL FEMMINILE DENTRO DI NOI

“Non affannarti a cercare la soluzione. Trova l’equilibrio. L’equilibrio ti porterà alla soluzione”
— Elena Lupo

l passaggi stagionali accompagnano il viaggio della coscienza che come una spirale cresce evolvendosi di anno in anno per riavvolgersi ritmicamente su sé stessa in cerchi che diventano sempre più ampi, accresciuti dall’esperienza di vita. Nella visione orientale e olistica, il tempo si dispiega in forma ciclica che torna su di sé e che corrisponde al tempo della relazione, al contrario della visione occidentale che considera il tempo lineare, come evoluzione della performance. In questo percorso di passaggio da un cerchio a quello di livello successivo, riscopriamo il regno dell’emisfero destro, LA NOSTRA PARTE FEMMINILE, custode della capacità creativa e trasformativa verso una nuova forma dell’essere.

Come la PLASTICITA’ CEREBRALE permette si cambiare la struttura delle nostre connessioni neuronali per riorganizzarsi e adattarsi alle richieste dell’ambiente, così grazie alla capacità creativa possiamo approdare all’ultimo passaggio di stato, al salto quantico che ci porta ad un NUOVO EQUILIBRIO. Ci accorgiamo del salto di livello, quando guardandosi indietro scopriamo quanta strada è stata percorsa, quanti insegnamenti, quanti cambiamenti.

Quanto diverso dal passato è l’equilibrio che abbiamo ora, quanta trasformazione è stata compiuta nel confronto con gli altri e nel guardarsi dentro, un lavoro non di rado doloroso quanto fondamentale. Se guardiamo avanti, possiamo vedere una CRESCITA PERMANENTE che lo yoga contribuisce ad alimentare, nutrendo il nostro INTERESSE PER LA VITA e per ogni incontro con l’altro.

IL RISVEGLIO DELL’ENERGIA INTERIORE

“Tu sei energia, il tuo corpo è energia, ogni tuo organo è energia, il tuo campo magnetico è energia (…) I tuoi pensieri sono energia, le tue emozioni sono energia, i tuoi stati d’animo sono energia, le tue credenze sono energia”.
— Albert Einstein

Continuando a guardare e cercare nella nostra interiorità, è possibile accorgersi come questa crescita permanente si realizzi solo riuscendo a stare nel vacuo e nell’indefinito, unico luogo ove è possibile SCOPRIRE LE NOSTRE RISORSE NASCOSTE, trovando la ricchezza ancora sconosciuta che è dentro di noi. Indugiare in questo mare indefinito, può essere piacevole se affrontato IN UNO SPAZIO SICURO E CON FIDUCIA VERSO NOI STESSI E VERSO IL NUOVO EQUILIBRIO cui stiamo approdando. Un dolce indugiare, insieme a quel TORPORE PRIMAVERILE che avvolge corpo e mente nella stanchezza, dopo l’attività continua dei mesi invernali, senza sosta come invece avrebbe richiesto la nostra fisiologia primitiva.

IL RISVEGLIO DEL CORPO E DELLA COSCIENZA ATTRAVERSO I CHACKRA

“Dentro di me ho tutto ciò che occorre”
— Carolina Zuniga

Nel disgelo di fine inverno, nel beneficio di splendide giornate assolate, dall’aria limpida e pulita grazie ad un forte vento ancora gelato, la bella stagione ci porta al risveglio dei sensi e all’emozione profonda della riscoperta della natura e degli spazi aperti. IL NOSTRO CORPO TORNA A RISUONARE e con esso riscopriamo il contatto con l’esterno che ci restituisce la ricchezza dei nostri sensi e della nostra interiorità emotiva.

Attraverso lo yoga riemergono le risorse sopite nel corpo dopo il lungo inverno, attraverso una pratica yoga di sensibilizzazione e riconnessione con noi stessi. Rieducare il respiro attraverso la pratica dello Yoga e del Pranayama, meglio ancora se all’aperto, favorisce il processo di trasformazione e il raggiungimento di un nuovo equilibrio poichè IL RESPIRO MODIFICA LO STATO DELLA MENTE E RIEQUILIBRA LE EMOZIONI, riportando il corpo NELL’OMEOSTASI. “YOGA CHITTA VRITTI NIRODA” diceva infatti Patanjali: “lo yoga calma la tempesta della mente”.

Il respiro risveglia, tra gli altri il senso dell’olfatto connesso alle memorie ancestrali, agli imprinting del vissuto esperienziale e al primo chakra, Muladhara; ad esso si lega il RISVEGLIO DEL KUNDALINI, il serpente a due corpi (Shiva – il maschile; Shatki – il femminile) addormentato lungo la colonna vertebrale (ossia lungo tutti i chakra/centri energetici), simbolo dell’energia vitale che parte dalla base, dal perineo, energia che condiziona la voglia di vivere, di fare e l’energia sessuale.

Il lavoro del corpo attraverso respiro e asana insieme, continua poi a risvegliare dal basso verso l’alto il corpo nutrendo i “neuro-trasmettitori dell’anima”: endorfine, serotonina, ossitocina, gaba, noradrenalina, etc. Salendo verso il secondo chakra, Svadhisthana, nell’elemento dell’acqua, apparato uro-genitale ed endocrino, si riattivano le potenzialità creative; nel terzo chakra, il fuoco, apparato digestivo, lavora la trasformazione identitaria; nel quarto Anahata, l’aria, l’apparato cardio-circolatorio, la nostra empatia e relazione con l’altro; nel quinto Vishudda, l’etere, la nostra capacità comunicativa; nel sesto, Ajna, l’intuito e la capacità riequilibrante del nostro terzo occhio; nel settimo, Sahasrara, la riconnessione con ciò che ci circonda.

Dal punto di vista emotivo, il viaggio della pratica può essere compiuto dal basso verso l’alto con effetto riequilibrante, dall’alto verso il basso per un effetto energizzante.

a cura di Elena De Donato
Filosofia, Psicopedagogia, Insegnante e formatrice Yoga 0-90, Special needs, Trauma informed e High sensitivity Yoga®️

BIBLIOGRAFIA

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