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Ciò che ho amato fin da subito della pratica yogica è la bellezza di spegnere quello sguardo dal mondo esteriore e volgere l’attenzione cosciente all’interno.
La curiosità di esplorare, di ricercare ciò che albergasse dentro di me, di osservare e comprendere quei moti interiori sconosciuti, mi ha entusiasmato immediatamente.
Lo straordinario messaggio di cui si fa portatore lo yoga è proprio indagare il mistero, la potenzialità e profondità dell’animo umano.

Si tratta di un meraviglioso cammino che conduce a sviluppare facoltà dirette alla conoscenza del mondo sottile, ad esplorare le più elevate facoltà dell’intelletto, quelle creative ed intuitive, a trascendere la mente ordinaria influenzata dai ricettori sensoriali influenzati dagli stimoli esterni.

Piano piano si impara nel percorso a lasciare andare ciò che va lasciato andare, a risvegliare ciò che va risvegliato, a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, ciò che si è da ciò che si crede di essere, con lucidità, chiarezza e discernimento.

Una volta che un bagliore di ciò che è reale e vero appare nella propria vita, tutto intorno cambia. Allora si può vivere nel mondo senza che quest’ultimo abbia potere di influenzarci. Radicati nella propria natura interiore, nulla può destabilizzarci.

Tuttavia il viaggio yogico è impegnativo per chi voglia onorarne il significato profondo.
Lanciarsi in un’avventura interiore è la più grande ed audace sfida che esista perché nessuno sa dove porti.
È un calarsi negli abissi, muoversi nell’ignoto, lungo sentieri inesplorati, lasciando la strada comoda ed asfaltata.

Ciò che lo Yoga propone pertanto è ritornare alla naturalezza e all’autenticità, in sintonia con la legge cosmica.
Proprio ciò che Patanjali nel suo testo, Yoga Sutra, definisce Samyana: fioritura della natura profonda ed essenziale, andare oltre la mente condizionata.

L’intero processo è un vero pellegrinaggio interiore che si esplica in otto passaggi fondamentali, chiamati Anga, nei quali è richiesta tanta permanenza ed esplorazione, dedizione prima che la vera trasformazione avvenga.

Questo processo si esplica in due passaggi evolutivi.

La prima parte è composta dai primi cinque Anga (Yama / Nyama / Asana / Pranayama / Pratyahara) aiutano a scendere nella profondità degli abissi interiori andando oltre l’identificazione con il corpo perché esso è la parte più esterna e periferica del sistema energetico. È il primo cerchio, involucro dell’esistenza.
Tuttavia necessariamente si parte a sperimentare il corpo nella pratica, perché la mente non è diversa dal corpo. La mente fa parte del corpo sebbene sia più sottile e non afferrabile, ma può essere influenzata dal corpo.
Ed è anche vero il contrario. Influenzando la mente, trasformando processi interiori, si influenza il corpo.
Mente e corpo sono due funzioni dello stesso fenomeno che oggi l’ occidente definisce psicosoma. Un polo è la mente e l’altro è il corpo, ma si può lavorare su di uno per trasformare l’altro.

Tutti i primi cinque anga, pertanto hanno la funzione “esteriore ” di trasformare i processi mentali, renderli ” neutri” e non condizionanti. Passaggi propedeutici volti a creare le condizioni affinché possa manifestarsi il secondo passo evolutivo, definita la via “interna”.

La seconda parte consiste nel trascendere, andare oltre la mente attraverso gli altri tre Anga (Dharana/ Dyana / Samadhi). Qui si entra in una condizione interiore predisposta precedentemente in seguito ad una esplorazione e comprensione profonda dei primi cinque Anga.

Al di là del corpo, al di là della mente si realizza la fioritura della proprio essere naturale, che Patanjali definirà come lo stato del Kaivalya.

Quindi si supera l’identificazione con il corpo, l’identificazione con i processi mentali e sensoriali per dimorare e stabilizzarsi nella propria autentica natura, nel centro animico, divino.

Ecco la straordinaria bellezza del cammino di ricerca interiore a cui lo yoga mira : la fioritura e realizzazione del proprio essere in sintonia con le leggi universali, attraverso una progressiva e coraggiosa discontinuità con il passato e lo sviluppo delle potenzialità umane oltre la piccola mente ordinaria.

Un viaggio che vale la dedizione e la cura di affrontare senza alcun dubbio.

Marina Demaria,
Yogaperte Studio – Asti

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