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Che cos’è un dono?

Un dono non è soltanto qualcosa che si riceve: è un passaggio d’anima, un ponte invisibile tra chi offre e chi accoglie. In sanscrito, il concetto “dāna” (दान) esprime l’atto del donare, un gesto altruista e generoso che ha il potere di trasformare.

In questo senso, lo Yoga è uno dei più grandi doni che l’India abbia offerto all’umanità. Un’eredità millenaria, viva e misteriosa, che continua a nutrire il corpo, la mente e il cuore. Non una semplice pratica, ma un modo di vivere, un ritorno alla nostra natura più vera. Un dono che attraversa il tempo e lo spazio.

Sorto migliaia di anni fa sulle rive di Ma Ganga, tra le foreste degli antichi rishi (veggenti) lo Yoga è cresciuto come risposta all’eterna domanda dell’essere umano: “Chi sono? Qual è il senso della vita?”

Attraverso i Veda, gli Yoga Sūtra di Patañjali, la Bhagavad Gītā, gli insegnamenti antichi, questa disciplina ha custodito il seme dell’anelito di ricerca di sé stessi.

Ma la sua forza è nella capacità di evolvere senza snaturarsi. Dall’India antica al mondo moderno, lo Yoga ha viaggiato come un fiume il Gange appunto, che sa cambiare letto ma non perdere la sorgente. Ha assunto forme adatte a culture diverse, mantenendo intatta la sua essenza.

Negli anni ’60, i Beatles raggiunsero Rishikesh, capitale universale dello Yoga per meditare con Maharishi Mahesh Yogi, portando lo Yoga e la meditazione trascendentale nella coscienza collettiva dell’Occidente e prima ancora la beat Generation di keroucak mostro il desiderio di scoperta interiore. Non fu solo una moda, ma un segnale: il mondo cercava qualcosa di più profondo, una via per appagare un vuoto interiore che né successo né ricchezza potevano colmare.

Lo Yoga ci offre il più grande dei ritorni: quello a casa. È la pratica che ci insegna ad abitarci, ad ascoltare i silenzi, a sentire il corpo non come un nemico da domare, ma come un tempio da onorare.

Attraverso gli asana e la presenza, impariamo a conoscerci e accettarci. A lasciare andare il superfluo per ritrovare l’essenziale. Diveniamo essenza e non assenza. In un mondo frammentato, lo Yoga ci invita all’uno. In un tempo veloce, ci ricorda la lentezza. In un vivere orientato verso l’esterno, ci guida verso l’interno.

Una rivoluzione silenziosa, una persona alla volta.

Il dono dello Yoga non è mai individuale. È intimo, sì, ma mai egoismo. Quando una persona cambia il proprio modo di stare al mondo, il mondo cambia con lei.

Come insegna la tradizione vedica:

“Ātmano mokṣārtham jagat hitāya ca”“Per la liberazione del Sé e il bene del mondo.”

Ogni tappetino srotolato, ogni respiro consapevole, ogni gesto di gentilezza scaturito dalla pratica è un atto rivoluzionario. Lo Yoga è una rivoluzione silenziosa che parte dal cuore e si espande, una persona alla volta.

Ma significa anche diventare dono: attraverso la propria pratica, il proprio esempio, il proprio modo di vivere. Ogni volta che scegliamo di essere presenti, di rispondere con consapevolezza, di camminare con autenticità, stiamo incarnando lo Yoga.

Abbracciare lo Yoga significa ricevere un dono antico, ma sorprendentemente contemporaneo. Significa onorare una tradizione che ha attraversato secoli e confini per giungere fino a noi.

Se guardato con occhi profondi , questo dono non è solo qualcosa che riceviamo. È qualcosa che siamo chiamati a offrire, giorno dopo giorno, respiro dopo respiro.

ॐ Tat Tvam Asi – Tu sei Quello. E nel tuo cuore risplende la luce di questo dono eterno.

Francesca Cassia, Odaka Yoga

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