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Tempo di lettura:6 minuti, 41 secondi

Mi ritrovo su di un taxi, curioso e vigile, poco dopo aver posato i piedi sul sacro suolo della madre terra che per migliaia di anni ha prima dato origine e poi sviluppato quella che definiamo essere la tradizione dello yoga.

In viaggio verso l’ashram della mia Guru a Bombay non posso fare a meno di sentirmi rapito dalla realtà che si presenta così forte davanti a me, nuda e cruda, tutto mi appare così fuori dagli schemi conosciuti fino ad allora.

È un’atmosfera impensabile, sospesa in uno spazio-tempo tutto suo, dove antichità e modernità si fondono a formare una sorta di universo parallelo che non rientra in alcun genere di paese da me già visitato.

Ricordo i miei occhi, pieni di umile rispetto, indaffarati nel processare immagini e scene di vita inconsuete che intrecciandosi con i miei pensieri davano vita a innumerevoli domande.

Credevo, nella mia ingenuità, di essere giunto in una terra così tradizionalmente legata allo yoga, da essere capace di esprimere soltanto antiche e grandi scuole, guidate da saggi maestri distaccati dalla materialità e dalla realtà frenetica di una vita di “stile occidentale”.

Non è quello che ti aspetteresti anche tu arrivando per la prima volta in India?

E dopo questa premessa immagino che se la tua risposta fosse si cominceresti quanto meno ad avere qualche dubbio, non è vero?

Tutto d’un tratto il mio sguardo si posa su un gigantesco manifesto pubblicitario, ben visibile da tutte le auto che circolano come formiche operose in quel punto; il manifesto propone l’immagine di un uomo indiano piuttosto giovane, vestito con un classico abito rosso-arancio, seduto in “sukhasana” (posizione semplice), con un bel sorriso rassicurante, la barba folta e i capelli lunghi e neri, l’icona precisa di ciò che mi sarei aspettato di trovare dal vivo in una tradizionale scuola di yoga indiana.

Cerco di leggere il messaggio a fianco (che probabilmente funge da messaggio pubblicitario) ma ahimè, è in lingua locale, senza sottotitoli in inglese. La mia sorpresa aumenta quando poco più avanti vedo un altro manifesto analogo, sempre con quest’uomo, e… da professionista in ambito pubblicitario quale sono, comincio a fantasticare e a pensare che sia un attore o un modello scelto appositamente per pubblicizzare chissà quale alto principio della tradizione Indiana e dello yoga.

La cosa si ripete alcune volte ancora, tanto è che inizio a provare imbarazzo per essere in India e non sapere chi possa essere un personaggio così visibile come questo e mi dico: “Sei il solito; arrivi in un paese nuovo e nemmeno ti informi di chi sia il presidente, forse questo è l’uomo più conosciuto e visibile dell’India…”.

All’ennesimo manifesto rompo gli indugi, rassegnandomi a fare “la solita figura da Italiano all’estero” e chiedo all’autista: ”Chi è quel signore vestito di rosso sui manifesti?”.

Con molta naturalezza l’autista mi risponde: “È Baba Ramdev, insegna yoga in televisione, è molto seguito e amato dalla gente a casa”. Tutto il castello che la mia mente aveva costruito, in un attimo mi è crollato davanti. Lo yoga in televisione? Ma siamo pazzi?

Da qui ho iniziato a mettere seriamente in dubbio le mie aspettative e nuove domande sono emerse:

  •  Forse gli indiani non sono tutti esperti yogi?
  •  Hanno bisogno di seguire delle lezioni in TV?
  •  Con tutti i grandi maestri che la tradizione propone, si fidano di uno che nemmeno li vede o li conosce e lo seguono da casa propria?

Nel tempo ho maturato un’immagine meno ideale, più realistica di cosa significa questa bella parola “tradizione” e in particolare cosa significa legata allo yoga.

Posso affermare con una certa fermezza che gli indiani mediamente non praticano yoga, è molto raro incontrare tra la gente comune qualcuno esperto di meditazione, asana, pranayama, scritture sacre e mantra.

Il grande interesse di chi come noi occidentali ha iniziato a viaggiare per andare ad apprendere e ricevere gli insegnamenti dello yoga, riconoscendone l’immenso valore ha contribuito e sempre più lo sta facendo a riaccendere la consapevolezza dell’enorme valore che la tradizione indiana custodisce e che forse gli indiani avrebbero lasciato andare alla deriva o altamente trascurato (in quanto parte della loro cultura antica) essendo snobbata dai giovani e meno interessante dell’idea di benessere materiale che il contatto con la nostra cultura meno spirituale ha portato.

Da fotografo, fa senz’altro specie ai miei occhi vedere dalle gradinate di Varanasi, giovani swami (monaco) sulle acque del Gange, che si ritraggono in selfie e mostrano ai compagni il display del proprio smartphone.

Una parola molto cara a tutti gli Yogin il cui significato non muta con il passare del tempo e che rimane il cardine su cui la ruota dello yoga gira, è “sadhana”, le pratiche spirituali che conducono alla meta dello yoga, una traduzione in italiano di questa parola che è anche un neologismo, è yogare, cioè praticare yoga.

Ogni passo della mia sadhana fino ad ora è stato, ed è, supportato da un numero di incontri con persone straordinarie avvenuti in parti del mondo distanti tra loro. A questi insegnanti sono infinitamente grato per ciò che mi hanno donato.

La gratitudine nei loro confronti, e il sogno di permettere a tutte le persone di poter ricevere gli insegnamenti dello yoga attraverso i migliori insegnanti possibili, mi ha portato ad unire le mie attività di fotografo e insegnante di yoga in un unico progetto ossia “yogare” che possa permettere a chiunque lo desideri di incontrare e ricevere a casa propria la tradizione dello yoga, così da poter fare sadhana ovunque si trovi.

Un tempo si doveva andare fisicamente dagli insegnanti e oggi grazie anche al fenomenale Baba Ramdev e alle sue lezioni in TV, ho potuto rompere gli indugi e aprirmi con fiducia e entusiasmo alla possibilità che in questo periodo storico la tradizione dello yoga (che per sua stessa volontà, ha rotto gli argini nei quali si è consolidata per millenni) ora può far crescere i propri rami e toccare il cuore e le vite di sempre più persone attraverso mezzi molto moderni, mai considerati in precedenza, e arrivare ovunque.

Yogare è nato quindi come un vero e proprio studio di yoga online.

Da qualche anno a questa parte, la rete si è riempita di filmati di tutti i generi di yoga, da quelli più simili alla ginnastica posturale moderna, ad altri che diffondono meravigliose conferenze tenute da esperti maestri, ottimi programmi per ampliare le proprie conoscenze e crescere come insegnanti. Addirittura è diventato possibile ricevere programmi attraverso i quali grandi maestri dispensano “Shaktipat Diksha”, l’iniziazione più alta che si possa ricevere da un maestro realizzato e che in precedenza veniva concessa solo ad alcuni studenti e dopo lunghi anni di devoto studentato ai piedi del maestro.

Mi sono chiesto spesso come sia stato giudicato il passaggio dalla tradizione orale a quella scritta da chi lo poteva vedere come un oltraggio alla tradizione orale perchè non concepiva altro modo per la sua diffusione se non il passaggio degli insegnamenti in presenza diretta del Guru.

Se non avessimo avuto una serie di preziosi libri scritti da grandi maestri, solo un piccolo numero di discepoli avrebbe potuto immergersi nelle pratiche e fare sadhana.

Fortunatamente le scritture si sono guadagnate uno spazio importante, così importante da rappresentare per molti secoli (e ancora oggi) a tutti gli effetti il cuore della tradizione stessa. Pensiamo oggi all’incredibile valore che hanno assunto i libri scritti da maestri come Yogananda, Ramakrishna, Muktananda, Maharishi, Lakshmanjoo, Ramana Maharshi, Sivananda, Krishnamacharya (per citarne alcuni).

Insomma, la tradizione in tutto questo non cambia, cambiano i modi attraverso cui arriva e inonda i cuori di noi studenti. Da quando ha varcato i confini dell’India nel 1883 con Vivekananda, e successivamente con molti altri, la sua forza di propagazione è inarrestabile.

Ritengo sia un diritto di tutti gli esseri umani quello di poter fare yoga, di arrivare a contatto con la sua saggezza e beneficiare di questa meravigliosa via per progredire nell’esperienza dell’amore universale.

Buon yogare a tutti!!!

Alberto Vezzani
www.yogare.eu

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