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Premetto che sono molto felice di poter contribuire al progetto di Yoga Magazine parlando della cosa che amo di più.

Nel cercare di spiegare cosa sia Anukalana e in che modo possa contribuire allo sviluppo della persona vorrei esporre alcune domande che probabilmente molti di noi si sono posti quando hanno iniziato il viaggio nello Yoga e successivamente spiegare a grandi linee come siamo arrivati a sviluppare questo approccio fluido, completo e centrato sulla persona:

  • Lo Yoga è davvero per tutti?
  • C’è un modo giusto di fare Yoga?
  • Qual è il vero Yoga?
  • Qual è lo stile più adatto a me?
  • Molti si sono fatti male con lo Yoga: è pericoloso?
  • Lo Yoga ha cambiato la mia vita in modo radicale e fin da subito, a volte sconvolgendola per riorganizzarla su altri obbiettivi. Questo ha fatto si che la mia motivazione nei confronti delle pratiche di questa disciplina non si affievolisse mai.

Tuttavia, nel corso del tempo, ho avuto modo di imparare a praticare secondo diversi stili e metodi nel tentativo di cercare quello più adatto a me, alla mia personalità, alla mia costituzione e alla mia forma mentis.

All’inizio mi dedicai per almeno un decennio alla pratica più tradizionale sotto la guida di monaci della tradizione tantrica che mi accompagnavano su un percorso molto personalizzato e questo ha radicato in me un’idea molto precisa: lo Yoga deve adattarsi alle esigenze e ai bisogni dell’individuo, e ciò è possibile grazie alla grande varietà di pratiche che può offrire.

Ma andando avanti col tempo ho inevitabilmente maturato una profonda curiosità nei confronti degli stili più moderni (in particolare nell’ambito degli asana) trovando molto interessante il vasto repertorio di posture moderne e l’aspetto dinamico (vinyasa) introdotto da alcune scuole.

Essendo uno sportivo ho trovato molto interessante praticare posizioni più impegnative e muovermi ritmicamente da una postura all’altra ma non ci è voluto molto prima che anche io finissi per farmi male trovandomi con problemi articolari e alcune discopatie alla colonna vertebrale da risolvere.

Nacque così il bisogno personale di “aggiustare” il mio corpo ed essendo anche naturopata scelsi la strada dell’autoguarigione… ma quando si tratta di articolazioni è più complicato a volte.

Mi affidai a tutte le conoscenze che avevo nel campo del Tai Chi e del Qi Gong, discipline in cui mi sono formato in più riprese, per favorire la circolazione energetica e stimolare il mio corpo a ritrovare un nuovo equilibrio.

Fu uno dei Monaci con cui avevo iniziato a studiare lo Yoga a incoraggiarmi ad usare il Tai Chi e le arti taoiste per curare le mie giunture. Gli devo molto! Era di origine mongola e sebbene avesse scelto di dedicarsi alla vita monastica nella tradizione del Tantra, continuava a praticare regolarmente esercizi per la salute e la longevità.

Iniziai inevitabilmente a contaminare la mia pratica Yoga con alcuni principi su cui si basano le pratiche taoiste che sono famose per la fluidità che le contraddistingue. Iniziai a sperimentare modi diversi di respirare e di coordinare il respiro al movimento. Nel corso del tempo ho imparato tanto da esperti di discipline motorie, osteopati, fisioterapisti, ballerini particolarmente attenti alla biomeccanica e intrapresi vari percorsi di studio e ricerca che hanno reso ancora più interessante la pratica dello Yoga.

Oggi grazie al lungo lavoro svolto e al contributo di molte persone, Anukalana è sicuramente un modo di approcciarsi allo Yoga estremamente naturale, che rispetta non solo il modo in cui è fatto il corpo umano ma in particolare la costituzione individuale.

Sebbene questo approccio sia frutto delle mie intuizioni e dell’immenso sforzo che ho fatto per rompere schemi e abbandonare dogmi, il merito va davvero a tutta una comunità di persone che ci hanno creduto e lo hanno arricchito nel tempo.

Anukalana vuol dire integrazione e in questo approccio i principi di varie discipline, che si occupano del benessere fisico e mentale, si integrano per dare forma ad un modo molto efficace di muovere, allungare e aprire il corpo e quindi la mente. Il lavoro di integrazione che ha dato vita ad Anukalana è stato soprattutto caratterizzato dal voler evitare nel modo più accurato i “minestroni” o le “fusioni” tra discipline che spesso pur dando vita a qualcosa di nuovo snaturano le discipline a cui si ispirano.

Anukalana è Yoga: tradizionale e integrale ma integrato con elementi che lo rendono più facile da affrontare e intraprendere per persone di varie categorie. In questo particolare approccio allo Yoga troviamo tutti gli elementi della disciplina ma organizzati in modo tale da poter essere applicati in modo ottimale per ciascun praticante.

Per coloro che desiderano evolversi e curare il proprio corpo fisico attraverso una pratica dinamica i principi di Anukalana permettono di affrontare anche i più complessi vinyasa nel totale rispetto delle giunture ed evitando lo sforzo e la fatica (che appartengono alla pratica sportiva e non allo Yoga). Per coloro che desiderano andare più in profondità Anukalana offre altrettanti elementi da integrare nella pratica al fine di fare un lavoro profondo sul piano fasciale ma soprattutto energetico grazie al set di tecniche chiamato pranadhara (che stimola profondamente il Pranamaya Kosha).

Di fatto è difficile inquadrare Anukalana in uno stile o un particolare metodo: esso è più che altro un modo di approcciarsi alla pratica. In esso sono presenti in forma elegantemente integrata tutti quegli elementi intorno ai quali si sviluppano vari stili: in Anukalana troviamo sia il Vinyasa (il movimento, anche microscopico è al centro di tutto), lo Hatha, lo Yin, ecc.

Di fatto Anukalana permette al praticante di fluire liberamente da una modalità all’altra a seconda del bisogno che si manifesta in un particolare momento o periodo. A volte abbiamo bisogno di attivarci e altre volte di rallentare. In questo approccio è possibile farlo continuando a praticare gli stessi principi biomeccanici e metafisici variando solo alcuni aspetti per rendere la pratica più dinamica (Shakti) o più introspettiva (Shiva).

Ma la cosa che caratterizza Anukalana più di tutte è forse il modo in cui progressivamente porta il praticante a intuire nuovi vinyasa, nuove varianti delle posture classiche per adattare lo Yoga al proprio corpo e alla propria costituzione.

Nei livelli di formazione più avanzati i praticanti di Anukalana imparano a trasformare la pratica degli asana in una vera e propria danza meditativa che porta con sé quasi un aspetto divinatorio.

Niente di ciò che pratichiamo in Anukalana è un’invenzione moderna: semmai antiche pratiche e moderne conoscenze scientifiche si integrano per trarre il meglio da ciò che l’uomo ha fatto fino ad oggi per cercare di evolversi e andare verso la sua natura spirituale profonda attraverso un equilibrio raggiunto nel totale rispetto del corpo e della mente.

Provo ora a rispondere alle domande che ho posto all’inizio:

Lo Yoga è davvero per tutti quando si trova un modo di praticarlo che non è né giusto né sbagliato bensì adeguato (alla persona). Lo Yoga diventa “vero” quando ti trasforma e questo può avvenire in modo ottimale quando lo adatti ai tuoi bisogni di momento in momento. Lo Yoga può essere pericoloso se affrontato con rigidi schemi che non lo rendono adatto alla persona… quindi:

Anukalana non è un nuovo stile di Yoga ma un modo di fare Yoga con stile: il tuo stile!

Jacopo Ceccarelli

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