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Foto di Eugenio Marongiu

Nel mondo di chi pratica yoga si sente spesso parlare di Yin Yoga, anche se la pratica non rientra molto nella lista di classi che vengono solitamente offerte in una scuola di yoga. Siamo infatti soliti, salvo eccezioni, ad avere un approccio molto dinamico / Yang con la pratica dello yoga fisico: Hatha yoga, Vinyasa Yoga, Ashtanga Yoga, Rocket Yoga, tutte pratiche molto dinamiche che prevedono una grande attivazione dei muscoli. Si tratta di pratiche dalle quali si traggono sicuramente grandi benefici, abituando il corpo e di conseguenza il respiro ad essere fluidi e ben coordinati.

Tutti conosciamo più o meno il significato del Thai Chi, ovvero il simbolo Yin-Yang costituito da un cerchio per metà di colore nero e per metà di colore bianco: la parte bianca rappresenta lo YANG, ovvero l’aspetto dinamico, maschile, la luce e il calore, mentre la parte nera rappresenta lo YIN, l’oscurità, la calma, la femminilità e il freddo. Il Thai Chi, antico concetto di dualità della cultura orientale, funziona se entrambi gli aspetti sono equilibrati tra di loro.

La nostra società è di certo caratterizzata da un lato molto YANG: siamo in continuo movimento ed evoluzione, abbiamo tantissimi impegni e obiettivi da portare a termine, tante attività sia fisiche che mentali che ci accompagnano durante tutta la giornata.

Abbiamo di rimando pochissimo tempo per staccare veramente la spina e lasciarci guidare dalla calma e dall’osservazione passiva di ciò che accade dentro di noi. Questa pratica più introspettiva e calma, è tipica dello Yin e dovremmo prendercene cura così come facciamo con l’aspetto yang.

Che cos’è lo yin yoga?

Lo yin yoga è una pratica complementare a tutti quei tipi di movimenti più yang e dinamici. E’ un tipo di yoga abbastanza recente, nato negli anni ‘70 da un campione di arti marziali e insegnante di Taoismo che decise di unire la pratica degli Asana tipica dello Hatha yoga con quella del Taoismo.

Lo Yin è una pratica statica e rilassante, anche se non sempre semplicissima da seguire. Se nell’Hatha yoga, Ashtanga, Vinyasa andiamo a lavorare molto con i muscoli, nello Yin cerchiamo di disattivarli totalmente: siamo di fronte ad una pratica di defaticamento totale dei muscoli. Nello Yin yoga i muscoli si rilassano per andare a lavorare solo sui tessuti connettivi interni: legamenti, sangue, ossa, articolazioni, fascia, tendini, insomma tutto ciò che permette al corpo umano di restare ben “saldo” e di avere quel range di mobilità e perchè no anche di flessibilità. Praticando Yin aumentiamo la flessibilità del corpo ma anche la calma della mente che si troverà, durante la pratica, quasi in uno stato meditativo.

In cosa consiste una pratica di Yin yoga?

Una pratica di yin yoga dovrebbe seguire 3 principi o tattva, per essere considerata tale:

  1. Si sceglie una posizione / asana
  2. Si decide di entrare in quel asana fino ad un punto appropriato
  3. Si mantiene l’asana per un determinato lasso di tempo (dai 3 ai 5 minuti)

La durata in cui restiamo in ogni asana è essenziale: restare dai 3 ai 5 minuti in una posizione non è affatto semplice soprattutto se abbiamo dei “blocchi” in una determinata articolazione, ma è fondamentale perché i tessuti connettivi sui quali si lavora, essendo plastici, impiegano molto più tempo per allungarsi e creare di conseguenza spazio tra le articolazioni. Ovviamente si tratta di tutte posizioni a terra, altrimenti restare 5 minuti immobile su una gamba in equilibrio sarebbe troppo impegnativo e andremo ad attivare i muscoli, cosa che non vogliamo fare!

Ci sono tantissime sequenze Yin che possiamo scegliere, in base alle nostre esigenze del momento: apertura delle anche, allungamento degli ischio crurali, apertura del petto e articolazione delle spalle, digestione, sonno e relax, focus specifici come la spaccata sagittale e i chakra.

Una sequenza di yin yoga dura solitamente dai 45 ai 60-90 minuti: si eseguono poche posizioni che si mantengono però almeno 3-5 minuti nei quali dovremmo cercare di rilassare completamente il corpo. Ma restare molto tempo in una posizione non è semplicissimo, soprattutto all’inizio, per questo ci sono tanti supporti che si possono utilizzare durante la pratica per alleggerire o approfondire le posizioni: si va dai cuscini alle cinghie, dalle coperte ai blocchetti, materiali indispensabili per permettere al corpo di adagiarsi e rilassarsi completamente.

Ricordiamoci che nello Yin Yoga non esistono allineamenti: i nostri corpi sono diversi e hanno possibilità svariate quindi ognuno è libero di “accomodarsi” nell’asana rispettando le proprie possibilità fisiche del momento. La posizione yin deve essere comoda per poter essere tenuta così tanti minuti!

Tanti benefici: dallo yang allo yin.

Possiamo dire che lo Yin yoga è un vero toccasana non solo per i praticanti di yoga dinamico ma per tutti coloro che praticano sport dinamici.

Non è un caso se molti praticanti di Ashtanga yoga (pratica molto dinamica) aggiungano alla loro routine delle pratiche di Yin, proprio per permettere al corpo di defaticare un pochino e andare a lavorare in modo più profondo sulla fascia e sulla creazione di spazio tra le articolazioni. Stessa dinamica vale per gli sportivi che sono sempre a lavoro con la propria forza / muscoli: inserendo delle sessioni di Yin yoga, si da al corpo la possibilità di acquisire più elasticità, mobilità e flessibilità, tutti fattori che aumentano moltissimo le prestazioni più muscolari e yang.

E non si tratta solo di benefici fisici: stare molto tempo in una posizione, nella non azione, ci permette anche di focalizzarci sul respiro e di calmare la mente affinchè sia più lucida durante il momento dell’azione!

Coltivare la pazienza e ascoltare il respiro.

Restando fermi in una posizione per 5 minuti impariamo a coltivare l’arte della pazienza e della calma, quella che spesso nella nostra frenetica società viene a mancare. Essere pazienti, cercare di capire quali possano essere o meno i nostri limiti, lavorarci sù, sono tutte azioni fondamentali per conoscere ed essere più consapevoli non solo del nostro corpo ma anche della nostra mente. La mente durante una lezione di yin yoga vaga e spesso è agitata: in questo caso entra in azione l’ascolto vero e proprio del nostro respiro, che ci permette di concentrarci sul presente e sul rumore stesso del respiro, come un vero e proprio mantra. Capita spesso che prima di iniziare una sequenza di posizioni di yin yoga si pratichino almeno 5 minuti di meditazione e/o pranayama, con qualsiasi tecnica che possa in qualche modo rilassare e approfondire il respiro, fondamentale per la pratica stessa.

Insomma, ricordiamoci ogni tanto del nostro lato più Yin e cerchiamo di equilibrarlo allo Yang. Il corpo e la mente ringrazieranno di sicuro!

Giulia Picchiàmi

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