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Yoga: l’unione fa la forza

Lo yoga si realizza per colui che lo riporta nella propria vita quotidiana: su questo assunto si sono espressi grandissimi maestri in tutti i tempi, la celebre “Autobiografia di uno Yogi” di Paramahansa Yogananda è un inno alla vita spirituale realizzata nell’azione quotidiana. Pubblicazioni di autori eccellenti si spendono su questa analisi e sono una risorsa straordinaria per chi si avvicina a questa disciplina.

Ma quanto noi “comuni occidentali” possiamo realmente sperimentare di questo insegnamento? Intellettualmente possiamo comprenderlo, possiamo orientarci tra gli otto rami dello Yoga di Patanjali e arricchire la nostra consapevolezza di nuovi significati man mano che procediamo nella pratica e nella sadhana. Possiamo interpretare Yama e Niyama. Ma ci è davvero possibile incarnare principi e spirito di una cultura “nuova”? Limito la mia riflessione all’Italia, dal momento che vivo qui: paese impregnato della cultura cattolica che accoglie il territorio dello Stato Vaticano. Osservo, salve ovvie eccezioni, che chi si è avvicinato allo yoga lo ha fatto in età adulta, seguendo un percorso di ricerca individuale non supportato o suggerito da solidi modelli di riferimento.

Da un lato questa condizione mette in luce la grandezza della filosofia yogica, capace di travalicare i confini spazio-temporali e di diffondersi in tutto il mondo, tra persone di diversa età, sesso, religione e cultura.
Dal punto di vista dei modelli sociali e di comunicazione però emerge un vuoto enorme. Il mondo Yoga, che pure conta in Italia 2,5 milioni di persone che praticano Yoga come disciplina fisica o come meditazione, resta ancora imbrigliato in stereotipi tanto confusi quanto lontani dalla realtà: la narrazione dello Yoga raccoglie una mega nicchia dove si mescolano vegetariani, vegani, santoni, figli dei fiori, fitness addicted, salutisti, manager “illuminati” e ideatori di formule per il successo.

Sappiamo che non è così, chi si è aperto al percorso yogico con una certa consapevolezza e motivazione ha superato da tempo queste etichette, mentre è alla ricerca di conoscenze e riflessioni che possano atterrare nell’esperienza quotidiana. Si tratta di persone orientate alle nuove scoperte, all’esperienza, ricercatori del Sé, di diversa età, sesso, formazione culturale e yogica.

Che modelli culturali di riferimento hanno queste persone per leggere la realtà che le circonda?

E’ la domanda che si sono posti cinque autori, giornalisti e intellettuali, ma soprattutto yogi, che hanno sperimentato in prima persona la discrepanza tra la filosofia yogica e il sistema di informazione dominante. La risposta che si sono dati è alla radice di un nuovo progetto editoriale dal titolo ampio e innovatore: «Rispirazioni – Meditazioni Contemporanee».

La nuova testata giornalistica digitale si propone di offrire una lettura alternativa e originale della realtà contemporanea attraverso la lente dello Yoga, fornendo un trait d’union tra attualità e spiritualità. Non è un caso che ad accogliere questa notizia sia Yoga Magazine, un magazine che sposa la mission di diffondere la cultura yogica a 360° e che vede nel pluralismo delle voci e delle testate dedicate allo Yoga un’opportunità di attuare un cambiamento sempre più grande, di parlare ad un pubblico più numeroso e pronto (bisognoso) ad accogliere nuovi paradigmi. Parliamo pur sempre di energia e sinergia. Come Yoga Magazine Italia, anche «Rispirazioni» si fonda sulla collaborazione spontanea di giornalisti e autori che scrivono senza scopo di lucro, voci note e voci emergenti capaci di dare impulso transgenerazionale a contenuti e linguaggi. I fondatori sono Elia Perboni (ex «Corriere della Sera»), Franco Acquaviva (regista e critico teatrale), Riccardo Serventi Longhi (attore, regista, insegnante di Yoga), Guido Gabrielli (direttore di «Yoga Journal») e Mario Raffaele Conti, che dirige e coordina la nuova testata, storica firma della carta stampata, ex caporedattore centrale del settimanale «Oggi», ora collaboratore di «Yoga Journal», ex speaker radiofonico su Radio Montecarlo, musicista, autore di libri, nonché insegnante di Raja e Hatha Yoga.

Il nuovo network cerca di accendere un faro al di fuori della pratica in senso stretto e di offrire spunti di riflessione su molteplici temi contemporanei: società, ecologia, global warming, musica, letteratura, filosofia, storia, serie tv, benessere, psicologia. In questo contesto lo yoga è la lente con cui si pone un nuovo sguardo – e un nuovo ascolto – verso ciò che ci circonda. «E’ importante fornire strumenti nuovi e attuali per ampliare il dibattito e il senso critico dei lettori – commenta Mario Raffaele Contiin questo senso Rispirazioni è un progetto di ricerca, utilizza una comunicazione multidisciplinare per contestualizzare nel mondo contemporaneo una filosofia millenaria, rimanendo fedele alla sua origine».

Namastè,
Camilla Pusateri

NDR: un benvenuto, dunque, a «Rispirazioni – Meditazioni Contemporanee» nella comunità online, augurandoci di aprirci a nuove riflessioni e connessioni attraverso la rete.
A tutti buona lettura!

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