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“Com’è dentro, così è fuori e com’è fuori, così è dentro.”

Chiunque decida d’intraprendere seriamente un percorso di crescita personale, curandone anche l’aspetto spirituale, comincia con il rivolgere il proprio sguardo verso l’interno. Si pone in ascolto profondo del proprio sentire tanto da divenirne il testimone in grado di coglierne l’origine e il fine. Si rende conto di quanto sia importante edificare all’interno di se stesso una sacra determinazione come supporto e accompagnamento al procedere.

Solitamente l’ostacolo più grande in cui ci s’imbatte all’inizio è il non riuscire a mantenere una presenza costante su di se. Ci si accorge quasi subito di quanto si sia soggetti a sbandamenti, deviazioni di percorso, a quanto accada dentro e fuori di noi senza che ne siamo realmente consapevoli… Ci si può sentire disarmati, molte delle nostre certezze vengono meno, le visioni cambiano così come cambia la percezione e l’interpretazione di quel “muoversi dentro” che non trova più definizione adatta, tra quelle sempre usate, in cui rispecchiarsi. Cambiano i paradigmi. Il modello costituito, per e su noi stessi, cui si è fatto riferimento fino a quel momento, non è più rappresentativo.

Se si ha il coraggio di andare avanti, se si comprende l’importanza del dover andare avanti, allora si è chiamati a un grande impegno e ad applicarsi con disciplina nel “fare esperienza” di vita con questa nuova condizione dell’essere. Impiegheremo allora le nostre energie per uno scopo, faremo un vero e proprio lavoro, labor fatica, esercitandoci con dedizione al mantenere la nostra presenza, all’esserci. Fortunatamente abbiamo tutti a disposizione uno strumento eccezionale, cui poter accedere con estrema facilità che ci consente con tanta delicatezza, ma con altrettanta forza di “tornare al centro”, quando necessario, quando i nostri pensieri e le nostre emozioni ci portano lontano: il respiro. L’aria che ci attraversa è il collegamento invisibile ma percettibile che connette chi siamo con chi mostriamo di essere.

L’atto del respirare è ciò che, come si comprende anche solo intuitivamente, mette in contatto l’interno con l’esterno e viceversa. La respirazione ci accompagna costantemente in tutte le 24 ore della giornata sia nelle fasi di veglia sia in quelle di sonno… Veniamo al mondo con una prima inspirazione e con un’ultima espirazione lo lasceremo. Fra il primo atto d’inspirazione e l’ultimo di espirazione avvengono milioni di respiri. Come respiriamo rispecchia le nostre condizioni interiori ed esteriori e condiziona la nostra postura impressionando come ci presentiamo e come interagiamo col mondo esterno. Il respiro influenza tutte le funzioni del nostro organismo e con esse il nostro stato di salute psico-fisico ed è ormai noto come anche le emozioni che proviamo e come le sperimentiamo siano fortemente condizionate dal suddetto.

È così, la pratica della respirazione e la qualità del respiro a essa correlato sono l’esempio lampante di quanto l’uomo sia un organismo fluttuante tra il visibile e l’invisibile, tra il conosciuto e lo sconosciuto, tra la terra e il cielo, tra aria e fuoco, sia dualità nell’unicità…

Ermete Trismegisto, figura leggendaria associata al Dio egiziano Thot, colui che è considerato l’autore del Corpus Hermeticum (insieme di leggi di carattere filosofico-metafisico) e cui è attribuita la fondazione della corrente filosofica chiamata Ermetismo, tramandò sette leggi cosmiche, eterne e immutabili sopra le quali vi è l’Amore di Dio…
Tra queste vi è la Legge della Corrispondenza (o dell’analogia):

“Come è sopra, così è sotto e come è sotto, così è sopra.
Come è dentro, così è fuori e come è fuori, così è dentro.
Come nel grande, così nel piccolo e come nel piccolo così nel grande”.

Vediamo dunque come l’atto del respirare e le sue manifestazioni si sviluppino sia sul piano materiale sia psichico e spirituale e rispetti pienamente questa legge secondo la quale vi è sempre una corrispondenza tra ciò che accade sul piano materiale e quello mentale così come ciò che accade su quest’ultimo avrà una corrispondenza sui piani più sottili.

Un respiro consapevole, un respiro che ci riporti a guardare il nostro dentro e che con i dovuti ritocchi ci predisponga anche fisicamente ed emotivamente ad accogliere quel che troviamo ci aiuterà anche ad afferrare non solo a livello intuitivo l’essenza di questa legge, ma a viverla intimamente con tale profondità da vedere con chiarezza che il nostro mondo esteriore non è altro che il nostro mondo interiore che si palesa.

Cambiando noi, cambiamo il Mondo intorno. Esistono moltissime, forse anche troppe, tecniche di respirazione e scegliere quella più giusta per noi non è sempre facile. Occorre tenere a mente che il respiro è una cosa individuale, che rispecchia le “caratteristiche” di ognuno di noi, è un atto fisiologico che va osservato con sensibilità e trattato con cura. Per queste ragioni, è importante prima di ogni altro esercizio, prima di dedicarsi a una pratica specifica, entrare in contatto con la propria modalità di respirazione, scoprirne i lati nascosti e divenirne padroni. Che il respiro sia buono, quale che siano le attività alle quali ci stiamo dedicando, consideriamolo e cominciamo l’esplorazione di noi stessi in sua compagnia.

“Ogni volta che ti viene in mente, pensa al tuo respiro.”
— K.P. ButeyKo

Un passo alla volta, a partire dal primo indispensabile.

Gloria Micacchi

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3 thoughts on “Il respiro consapevole

  1. Non me ne sono mai occupato, casualmente ho in mano J.Nestor – L’arte di respirare – ed incrocio il tuo articolo nuovamente per caso: allora non è un caso! Grazie, articolo molto bello, altrettanto anche se troppo americano .. Nestor. Grazie.

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