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Mi sono accorta recentemente di come il fatto che mi definisca una yogini e parli tanto di mindfulness, desti molta curiosità nelle persone. Probabilmente, sono attratti dal fatto che io cerchi di convincerli che chiunque può diventare uno yogi. A qualunque età. Con qualunque fisicità. Quello che conta veramente è la voglia di amarsi.

Personalmente ho iniziato a praticare prima la mindfulness. Mi sono avvicinata allo yoga quando avevo ormai superato la soglia dei quarant’anni. Quando il mio corpo era ormai appesantito dalle responsabilità e dalle scelte della vita. Quando la mia mente era saldamente ancorata alle sue credenze. Da allora non ho più smesso di praticare e studiare. Quello che vorrei spiegare qui è il motivo per cui amo tanto lo yoga e la mindfulness.

Partiamo dal principio. Yoga e mindfulness si incastrano perfettamente tra di loro, non sono due cose separate, ma fare l’una significa automaticamente fare anche l’altra. Sono semplicemente due facce della stessa medaglia.

Perché dico questo? Perché, al di là di tutte le tecniche, hanno un solo fine. Quello di aiutarmi ad avere uno stile di vita che mi permetta di trovare il mio centro, nonostante tutte le avversità e i dolori che la vita inevitabilmente riserva.

Non servono a risolvere i problemi. Servono a rendermi più forte e resiliente. Mi aiutano a capire i miei limiti e quando è arrivato il momento di cercare di superarli. Oppure, al contrario, se i miei obiettivi sono assolutamente fuori la mia portata e non sono ancora pronta per andare oltre.

Mi servono per rigenerarmi quando mi sento stanca e sopraffatta. Mi aiutano a ritrovare la calma quando sono arrabbiata, a sorridere anche se sono triste.

Come vedi essere uno yogi non vuol dire avere una vita perfetta. Vuol dire accettare quello che viene sapendo che ho fatto del mio meglio. Vuol dire avere grandi sogni, ma non per questo essere tristi se non si avverano. Loro sono solo la mia bussola, ma quello che conta è ciò che faccio ogni singolo giorno per arrivare là.

Men che meno essere uno yogi vuol dire essere un atleta olimpico, o raggiungere l’Illuminazione con una meditazione. Io sono ben lontana dall’essere questo. Quando pratico yoga fisico mi piace sentire il mio corpo. Capire dove si è inceppato, che emozioni lo attraversano. Probabilmente non riuscirò mai a fare una verticale sulla testa, ma non è questo che importa. Ne mi interessa dimostrare che anche alla mia età posso muovermi come una ragazzina. Quello che conta è che mi prendo cura di me, del mio corpo, della mia mente, della mia anima.

Mi fa stare bene perché se mi sento di cattivo umore posso lavorarci su e capirne la causa. E sai una cosa, capire me stessa mi aiuta ad essere più empatica e comprensiva con gli altri, a giudicarli meno. Ho capito che per migliorare i rapporti personali devo lavorare su di me, e non cercare di cambiare gli altri.

Spesso, questo mio modo di vivere mi porta a fare scelte fuori dall’ordinario, a preferire strade meno battute, ma che mi fanno stare bene. A non seguire per forza la corrente. E con questo non voglio dire che sono una contestatrice. Semplicemente sento il bisogno di non uniformarmi, anche se può significare rimanere in disparte.

Lo yoga mi aiuta ad accettare che probabilmente non sarò mai perfetta. Ma sono io, unica e irripetibile. E tanto basta.

E poi sia lo yoga che la mindfulness sono esercizio e lavoro continuo. Questa è una delle parti che preferisco. Non perché sia una stacanovista, ma perché ogni giorno imparo una cosa nuova. Sono discipline in cui si può sempre imparare qualcosa, studiare un nuovo argomento, scoprire un nuovo maestro. La mente resta sempre attiva, ricettiva, pronta ad accogliere nuove visioni e punti di vista. Diventa duttile, aperta al nuovo e al diverso. Non è più imbrigliata nelle sue credenze ma è pronta a esplorare nuove strade.

Sai una cosa? Io sorrido sempre. Anche nelle situazioni difficili. Anche quando dentro di me sto piangendo. Non lo faccio per mascherare le mie emozioni, ma perché ho imparato che un sorriso può rendere sopportabile anche i momenti duri.

Ecco perché amo lo yoga: perché imparo ogni giorno come seguire la corrente delle mie emozioni, prendendo il meglio che c’è da ogni situazione.

Paola Gentile

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