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Dalla via dello Yoga Reale all’Arte dell’Estasi spirituale, dal Misticismo Orientale alla Magia Sexualis
Il complesso viaggio del Tantra dall’India all’Occidente

Il sesso è una delle energie più potenti del pianeta. Nei nostri lombi risiede un’energia che ha il potenziale per creare QUALSIASI realtà desideriamo. La religione ha fatto molto per sopprimere la nostra natura sessuale divina e ha tenuto le masse all’oscuro dei potenziali usi dell’energia sessuale. La Magia Sessuale si basa sulla convinzione che il momento più potente dell’esistenza umana sia l’orgasmo. La Magia Sessuale è l’arte di utilizzare l’orgasmo sessuale per creare una realtà e/o espandere la coscienza. È un momento in cui si apre una finestra sull’abbondanza illimitata dell’universo illimitato.
— Jeffrey Tye, “Tantra: magia del sesso”

TANTRA: LA VIA DELLO YOGA REGALE e DEL MISTICISMO SESSUALE

Al Tantra in Occidente si associa quasi esclusivamente l’atto sessuale e il sesso.

La comunicazione mediatica, di fronte alla domanda di un pubblico attirato dal gusto del proibito, ha associato questa via spirituale e le sue pratiche yoga al sesso, esclusivamente come insieme di tecniche per aumentare il piacere.

Sicuramente pochi termini nel vocabolario delle religioni orientali occupano un posto così allettante, stuzzicante o controverso nell’immaginario occidentale contemporaneo come la parola “Tantra”.
Una parola che evoca istantaneamente immagini di erotismo esotico, estasi mistica e intrighi orientali.
Il Tantra è un argomento trattato da molti studiosi occidentali contemporanei e molto popolare nella nostra società , tanto da diventare un’importante impresa commerciale, generando intere linee di libri, video e articoli erotici.
Questa equazione del Tantra con il sesso è stata aggravata in seguito dalla scoperta occidentale del Kama Sutra e di altri manuali erotici.
Anche il Kamasutra è passato come un testo erotico/esotico in Occidente, quando in realtà solo una piccola parte di questo testo – risalente al IV secolo a.C. – è dedicata alle posizioni sessuali.
Ma nella nostra società le questioni relative al sesso sono generalmente evitate e ci viene insegnato che l’appetito sessuale è un desiderio animale, che dovrebbe essere sottomesso e nascosto.

Il Tantra nell’immaginario collettivo è percepito come “sesso spirituale” o l’utilizzo della sessualità come esperienza religiosa; come “l’arte esotica di prolungare il gioco della passione“, elogiata come una necessaria liberazione della sessualità per un mondo occidentale repressivo. Come è comunemente percepito nella visione popolare, il Tantra è diventato quasi intercambiabile con le tecniche erotiche descritte nel Kamasutra, e spesso identificato con una gamma di pratiche esoteriche occidentali e la magia sexualis.
Eppure, in modo piuttosto sorprendente, chiunque legga attentamente uno dei classici tantra in lingua sanscrita si rende presto conto che le pratiche sessuali giocano un ruolo piuttosto secondario e spesso molto “poco sexy”, dove vengono descritti i pochi rituali sessuali in strofe coincise e criptiche, incorporati in centinaia di pagine di dettagli ritualistici tecnici e spesso interminabili.
L’identificazione del Tantra con il sesso, in particolare, con la sessualità scandalosa, trasgressiva e deviante è l’eredità di una visione superficiale, bigotta e approssimativa dell’epoca vittoriana.

TANTRA: tra Oriente e Occidente

Il Tantra si trova a un’intersezione fondamentale tra l’immaginazione indiana e quella occidentale, al nesso di un complesso gioco di rappresentazioni e travisamenti tra Oriente e Occidente avvenuti negli ultimi duecento anni.
Il Tantra è stato una parte fondamentale dell’immaginazione occidentale dell’India, in particolare durante l’era coloniale; ma è stato anche una parte cruciale della “rivisitazione all’occidente” durante le epoche della liberazione sessuale, del femminismo, dei diritti dei gay e delle politiche sessuali all’inizio del nuovo millennio.

Allora come mai il “Tantrismo” venne definito principalmente “sesso spirituale”?
Questo cambiamento inizia durante la prima era coloniale, con la scoperta delle religioni indiane da parte di missionari cristiani e studiosi orientalisti all’inizio del XIX secolo.
L’interesse orientalista per i Tantra faceva parte dell’ampio interesse per la sessualità e le sue aberrazioni durante l’era vittoriana. Proprio in quest’era intrisa di puritanesimo e di repressione sessuale si è assistito a una vera proliferazione di studi e argomenti sulla sessualità, in particolare nelle sue forme più inquietanti, devianti e perverse, etichettate e arricchite da dettagli intricati.
Lontana dall’era del silenzio e della repressione, la sessualità divenne una questione importante nella pratica sociale e nella politica vittoriana.

Fin dalla prima scoperta del complesso corpus di testi e tradizioni noti come “Tantra”, gli autori occidentali sono stati allo stesso tempo inorriditi e stuzzicati, scandalizzati e solleticati da questa forma apparentemente esotica di spiritualità orientale. Soprattutto, gli autori occidentali sono stati particolarmente ossessionati dall’uso dei rituali sessuali nella pratica tantrica, un fenomeno che era fonte di disgustata repulsione per la maggior parte dei missionari cristiani e degli studiosi orientalisti, anche se era fonte di fascino erotico per molti europei e gruppi esoterici. Verso la fine del XIX secolo, infatti, il Tantra cominciò ad essere trattato da vari autori europei e a fondersi sempre più con i metodi occidentali di magia sessuale.

Un elenco dei Tantra fu pubblicato per la prima volta nel quinto volume dell’Asiatick Researches, le “Transazioni della Società Asiatica del Bengala”, fondata nel 1784 da Sir William Jones. I primi testi studiati furono probabilmente quelli letti da H. H. Wilson, che scrisse una bozza di “The Religious Sects of the Hindoos” nel volume diciassette degli Asiatick Researches, pubblicato nel 1832. Tuttavia, le pratiche che descrive non le chiama tantriche ma di “vàmi o vàmàcharis, gli adoratori della mano sinistra della Dea, che “sono molto numerosi tra gli Shaiva”.
Wilson nota inoltre che “gli adoratori di Shakti, il potere o l’energia della natura divina in azione, sono estremamente numerosi tra tutte le classi di indù”. Queste affermazioni dimostrano una buona e spregiudicata conoscenza dei fatti, con la presa di coscienza della natura diffusa delle pratiche Sakta (quindi tantriche).
Pochi anni dopo, lo studioso francese Eugène Burnouf, nella sua Introduzione à “l’étude du bouddhisme indien” (1844), dedicò un’intera sezione ai Tantra (Tantra buddisti), sottolineando la loro relazione con lo Śivaismo – quello che lui chiamava “le pratiche ridicole e oscene degli Shaiva”. Questi primi studiosi che notarono la presenza del fenomeno tantrico menzionarono solo le pratiche e non le nozioni che lo accompagnavano (o talvolta ne erano all’origine). Ai loro tempi non erano in grado di comprenderne la natura e la portata, e tanto meno la pervasività.

Mezzo secolo dopo, il primo a farlo fu il pioniere degli studi tantrici Sir John Woodroffe (1868-1936), alias Arthur Avalon, l’enigmatico giudice dell’Alta Corte e Tantrika segreto che probabilmente divenne un iniziato del guru tantrico chiamato Shiva Chandra Vidyarnarva Battacarya, popolare tra i bengalesi della classe media.
Woodroffe era un avvocato inglese e in seguito giudice a Calcutta tra il 1890 e il 1922, una volta tornato in Inghilterra fu professore di diritto indiano presso l’All Soul’s College di Oxford e si dedico’ alle traduzioni di testi tantrici.
Egli scrisse nella prefazione a Principles of Tantra (1913): “l’Induismo medievale era, come lo è la moderna ortodossia indiana, in gran parte tantrica. Il Tantra era allora, come lo è oggi: il grande Mantra e Sadhana Shāstra (Scrittura), la fonte principale, se non unica, di alcuni dei concetti fondamentali ancora prevalenti per quanto riguarda il culto, le immagini, l’iniziazione, lo yoga, la supremazia del guru”.
Sir John Woodroffe fu il primo a proclamare l’importanza del Tantra, ad aver realizzato la problematica della nozione di Induismo e la pervasività del fenomeno tantrico, riuscendo a pubblicare studi e numerosi testi, utilizzando sia il suo nome che lo pseudonimo di Arthur Avalon. La serie di libri Tantrik Texts da lui curata è stata la prima del suo genere. Woodroffe difese i Tantra contro i numerosi critici e scettici, influenzo’ la comprensione dello yoga per tutto il ventesimo secolo e dichiaro’ il Tantra una nobile tradizione spirituale.

TANTRA, MAGIA SEXUALIS, SEX IS POWER

Nonostante il coraggioso tentativo di Woodroffe l’equiparazione errata del Tantra con il sesso sarebbe persistita nell’immaginario occidentale, sia popolare che accademico, che fu presto mescolato con le tradizioni magiche sessuali occidentali, come gli insegnamenti del misterioso Rosacroce americano e “occultista orientato al sesso”, Paschal Beverly Randolph, e naturalmente l’autoproclamato “Great Beast, 666,” Aleister Crowley, che, secondo molti, era stato effettivamente coinvolto in pratiche tantriche in India. Una delle figure chiave nella trasmissione del Tantra in Occidente e nella trasformazione del Tantra in qualcosa di sexy, scandaloso, scintillante ed esotico, fu l’enigmatico Dr. Pierre Arnold Bernard: astuto truffatore, yogi, atleta, presidente di banca, fondatore del Tantrik Order in America e del Clarkestown Country Club. Il notevole “Dottore” Bernard era l’Onnipotente Oom, i cui devoti seguaci includevano alcuni dei nomi più famosi d’America.

Gli yogi sono stati spesso relegati ai margini della società e la maggior parte di coloro che hanno reso popolare lo yoga moderno hanno lavorato duramente per presentare questa disciplina come una pratica rispettabile e degna della classe media all’inizio del ventesimo secolo. Tuttavia, c’era anche una minoranza di coloro che erano coinvolti nella creazione dello yoga moderno che si crogiolava nelle sue associazioni scandalose.
Già nel 1913, Alistair Crowley estraeva gli Yoga Sutra di Patañjali per i suoi esperimenti sull’ottenimento di poteri magici. C’era anche una sovrapposizione tra un insegnante di tantra indiano e coloro che partecipavano alla magia rituale occidentale negli anni ’40. Un’ispirazione significativa per questi “maghi” sono state proprio le traduzioni di testi tantrici a cura di Arthur Avalon.

Ma cosa hanno a che fare le tradizioni asiatiche del Tantra con la magia sessuale così come viene intesa nell’Occidente moderno? Non molto in realtà, ma parecchio accidentalmente.
Le prime forme di Tantra emerse nelle tradizioni indù e buddiste di India, Cina, Tibet e Giappone non hanno niente in comune con le forme di magia sessuale emerse in Europa e in America a partire dal diciannovesimo secolo.
Eppure, a partire dalla fine del XIX secolo, le forme di Tantra recentemente importate furono progressivamente fuse e spesso irrimediabilmente confuse con le forme occidentali di magia sexualis.

Oggi, se navighiamo nei vari siti web occultisti che ora saturano il cyber-spazio, scopriamo che la magia sessuale è molto comunemente associata e spesso del tutto identificata con il Tantra. Basta eseguire una ricerca su Google su “magia sessuale” per trovare diverse centinaia di siti web come “SACRED SEX: Karezza, Tantra e Sex Magic”, “TantraMagic” e “Developmental Techniques for Tantra/ Magia sexualis”, la maggior parte dei quali si basano su un’equazione fondamentale della magia sessuale occidentale con il Tantra asiatico.
In effetti, i più frustrati dal punto di vista erotico possono consultare la guida completa dell’idiota al sesso tantrico TANTRA FOR DUMMIES, un manuale completamente illustrato che spiega in parole semplificate la magia sessuale tantrica e i suoi molteplici benefici.
I più avventurosi potrebbero sfogliare l’opera molto più oscura di pseudo maestri new age americani che propongono un percorso neo-tantrico della mano sinistra adattato alle esigenze dell’Occidente del XXI secolo. Da questa ricerca si evince che “Il SESSO È POTERE” e promette di svelare i segreti del “sadomasochismo, delle Orge , Rottura dei tabù, Feticismo, Prolungamento dell’orgasmo, Vampirismo sessuale, Rapporto rituale con entità divine e demoniache, Risveglio del Demonio Femminile”, nonché “Deprogrammazione e decondizionamento erotico”.

Eppure chiunque legga i classici testi tantrici si rende presto conto che spesso ci vuole molto tempo per arrivare alle succose e speziate pratiche sessuali, dell’immaginario occidentale. La maggior parte dei testi tantrici sono straordinariamente criptici e molto complessi, e quando si tratta della famigerata “quinta M” di Maithuna o rapporti sessuali, di solito si tratta solo di un paio di versi, circondati da centinaia di pagine di dettagli tecnici.

Lontano dall’abbandono edonistico, il Maithuna tantrico è in un certo senso sesso al contrario, in cui l’obiettivo non è il rilascio orgasmico, ma al contrario, il ritiro controllato e la sublimazione dell’energia sessuale.

TANTRA SIDDHI e DESIDERI MONDANI

Nell’immaginazione contemporanea, sia popolare che accademica, la parola Tantra è quasi sempre associata alla parola sesso. Definito come il giuramento dell’estasi, lo yoga del sesso, il Tantra è solitamente identificato come quel percorso religioso che unisce l’esperienza fisica del piacere sessuale con l’esperienza spirituale della liberazione.
Come concorda la maggior parte degli studiosi moderni, il termine “Tantra” o “Tantrismo” non si riferisce a un’entità singolare, monolitica o ben definita; invece, è un termine piuttosto confuso e ambiguo usato per riferirsi a una vasta gamma di testi, tradizioni, sette e pratiche rituali diffuse nelle comunità indù, buddiste e giainiste dell’Asia meridionale.
Ciò che è più importante per gli autori della letteratura tantrica indiana, non è il sesso, ma piuttosto il potere – il potere a tutti i livelli della realtà, spirituale cosmico, fisico e anche socio-politico. La maggior parte delle tradizioni tantriche indiane sono incentrate sul potere o energia della Shakti che circola in tutto l’universo manifesto; essa e’ la Dea, è l’energia creativa o la forza che si irradia dalla coscienza suprema del Signore Shiva, generando la miriade di forme dell’universo fenomenico.
Il tantrika percepisce il mondo come potere (Shakti), come l’auto-splendore della dea affermando che il mondo non sia altro che potere da canalizzare.
Quindi il compito del tantrika è di risvegliare e incanalare il flusso di shakti o energia creativa che circola attraverso l’universo, il corpo umano e l’ordine sociale.
Per il Tantrika è importante trasformare e attualizzare il potere percepito come inerente a tutte le cose. Le dicotomie di impuro/puro e di buon auspicio/infausto sono meccanismi per l’espressione di forme episodiche di potere (prana shakti).
In alcune tradizioni il sesso può essere un mezzo per risvegliare e imbrigliare il potere, o una forma della sua espressione nell’universo fisico; ma non è affatto l’unico e nemmeno il più importante. Infatti, se si esaminano i testi più popolari sul Tantra, sembrerebbe che l’attenzione di gran lunga maggiore sia data non alle questioni del piacere sessuale, ma piuttosto all’acquisizione di capacità soprannaturali (Siddhi) e al raggiungimento di tutti i propri desideri mondani.

TAN-TRA: ORIGINI e DEFINIZIONE

La parola sanscrita tantra deriva dalla radice verbale TAN, che significa “estendere”, “diffondere”, quindi “filare”, “tessere”, “mostrare”, “proporre” e “comporre”. Per estensione, significa “sistema”, “dottrina” o “lavoro”. Un Tantra è quindi un’opera, un testo, qualsiasi testo. Si tratta, dice l’autore indiano del V secolo Paks ̇ilasva ̄min, “una raccolta di fatti”. Molte opere sanscrite che non sono tantriche sono chiamate Tantra; per esempio, la principale raccolta di favole indiane è chiamata Pañcatantra, “I cinque libri”. Al contrario, un gran numero di opere tantriche non sono chiamate Tantra, questo è soprattutto il caso del Buddismo Tantrico ma anche indù dove le scritture tantriche di base sono chiamate ̄agama, samhita ̄, sutra e così via.
L’attuale espressione sanscrita asmin tantre può significare “in questo Tantra”, ma molto spesso significa semplicemente “in quest’opera”. Stando così le cose, il fatto è che intorno al VI secolo apparvero in India numerose opere chiamate Tantra che proponevano nuove pratiche e nozioni presentandosi come rivelate da divinità non vediche.
Tali testi e i loro insegnamenti furono inizialmente descritti come Mantramarga (“la via dei mantra”). Poi venne l’aggettivo tantrika (“Tantrico”) e più tardi il termine tantra ́sastra (“l’insegnamento dei Tantra”).
L’aggettivo tantrika finì così per essere usato in contrapposizione a vaidika (vedico) per contrastare due forme della tradizione religiosa rivelata, gli ́sruti: una originariamente incarnata nei Veda e che continua come forma “ortodossa”, “principale” di Induismo, l’altro basato sui Tantra o testi simili e rivelato da varie divinità.
L’espressione più nota di questa dicotomia, e quella più spesso citata, è quella di Kulluka Bhatta nel XV secolo (quindi dopo i tempi dei principali sviluppi tantrici dall’VIII al IV secolo -XVII secolo) nel suo commento alle Leggi di Manu (Manusmrti 2.1.), ̊dove dice che la Rivelazione è duplice: vedica e tantrica (sruti ́s ca dviv- idha ̄ vaidik ̄ı ta ̄ntrik ̄ı ca). La formula è tanto più importante perché utilizza il termine ́sruti (rivelazione) sia per la rivelazione tantrica che per quella vedica, entrambe riconosciute come aventi un’origine divina, sia essa l’eterna parola auto-rivelata dei Veda o gli insegnamenti tantrici. di un dio o di una dea.

Un tratto caratteristico delle tradizioni tantriche è che esse appaiono come rivelate da un essere divino, portandole dal piano trascendente – dove esiste eternamente ancora inespresso – al livello di questa dimensione. Questa è chiamata la “discesa del Tantra” (tantra ̄vata ̄ra), un processo metafisico che viene spesso descritto all’inizio dei testi (Tantra, agamas, ecc.) che ne propongono le dottrine.
Questi insegnamenti rivelati sono considerati superiori ai Veda poiché sono più efficaci nel condurre gli esseri umani verso la liberazione, conducendoli più rapidamente e verso un piano spirituale più elevato rispetto agli insegnamenti basati sui Veda. Affermano inoltre di essere più adatti ai bisogni degli esseri che vivono nell’attuale era cosmica oscura (kaliyuga), dove prevale il desiderio o la passione (ka ̄ma).
Le tradizioni tantriche, tuttavia, di solito non rifiutano del tutto gli insegnamenti e le regole brahmaniche basate sui Veda. Coloro che seguono il Tantra li considerano validi sul piano inferiore della vita sociale come regole generali, basilari da seguire sul piano sociale, che possono portare alla salvezza ma non alla liberazione, poiché solo gli insegnamenti tantrici più elevati e sofisticati possono portare l’adepto alla liberazione.
In effetti, come avviene oggigiorno quando si contrappongono ortodossia ed eternità , l’opposizione vaidika/tāntrika non è assoluta. Le due categorie contrapposte non sono chiaramente definibili e l’ortodossia indù è definita più dal comportamento sociale che dalle credenze. L’induismo è un mondo religioso di “orto-prassi” piuttosto che di ortodossia: ciò che fa un indù e come si comporta è più importante di ciò in cui crede. Ci si può benissimo comportare da buoni indù osservanti – rispettando pienamente le tradizionali regole indù di casta e purezza e tuttavia essere devoti a un temibile dio o dea tantrica.

Ciò che l’India ha riconosciuto non è l’esistenza di una particolare “totalità riconoscibile” socio religiosa “tantrica”, ma semplicemente il fatto che ci sono diversi approcci ed esperienze di religione, e queste pratiche o nozioni “non vediche” sono state rivelate da divinità che sono solo un aspetto dell’unico Brahman supremo, adorato da tutti. Le divinità stesse che rivelarono gli āgama e i Tantra – Vishnu, Siva, la Dea – erano state venerate per secoli.

A questo proposito, dobbiamo guardare ad Abhinavagupta, il grande filosofo e mistico del Kashmir (dal X all’XI secolo), uno dei più notevoli pensatori indiani e maestro di un sistema tantrico molto trasgressivo.
Nel suo vasto trattato Tantraloka (“La luce sui Tantra”; TA ̄ 35, 26 ss.), che classificava gerarchicamente le varie rivelazioni (quella vedica al livello più basso della scala), diceva che sono tutte valide a modo loro e sul proprio piano esistenziale, perché rispondono tutti a bisogni e circostanze particolari, ma anche ed essenzialmente perché provengono tutti originariamente dalla stessa divinità suprema – la quale, per lui, era ovviamente Śiva. “C’è”, ha detto, “in verità solo una tradizione unica (agama), su questa tradizione si fonda tutto, dalle dottrine popolari fino agli insegnamenti dei Vaishn ̇ava, dei Buddisti o degli Saiva.” È vero che, per lui, il suo Shivaismo non dualistico Kaula-Bhairava della Trika era l’unico completamente valido; tuttavia tutte le altre tradizioni dovevano essere riconosciute, rispettate nel proprio campo e nei propri limiti.

IL VERO SIGNIFICATO DI TANTRA

Il Tantra è inseparabilmente costituito da nozioni, ideologia, azioni e pratiche, tutte collegate in una visione cosmologica del mondo: il mezzo per dare sostanza alla visione sul piano esistenziale corpo-mente in questa dimensione.
Sul piano ideologico, la visione tantrica è quella di un mondo scaturito, sostenuto e completamente permeato dall’energia divina (́Shakti), presente anche nell’essere umano che può imbrigliarla e incanalarla o usarla sia per scopi mondani che per scopi rituali e per la liberazione.
In tutti i sistemi tantrici, sia non duali che duali , la divinità è sempre presente (quando non immanente), pervadente nell’universo, che non è illusorio ma il risultato di una “trasformazione” (pari ̇na ̄ma) del supremo brahman.
Anche la divinità, quando agisce, è quasi sempre concepita come polarizzata nel maschile e nel femminile, essendo il polo femminile quello del potere (́sakti), un potere che può essere fausto e favorevole ma anche feroce e temibile soprattutto nella forma di una dea.
L’immensità dei pantheon indù impresso in un modello “mandalico” è un concetto tantrico.
Le tradizioni tantriche sono vie iniziatiche: un adepto Tāntrika è un iniziato, il che implica un maestro iniziatore, un guru, quindi una trasmissione da maestro ad allievo. Ciò spiega (almeno in parte) perché gli insegnamenti tantrici sono segreti in linea di principio, un punto che viene costantemente sottolineato.
La segretezza è legata a un altro elemento tantrico fondamentale: la trasgressione, sia essa la semplice denigrazione o il completo rifiuto delle regole brahmaniche, specialmente quelle riguardanti la purezza rituale attraverso la partecipazione o l’immersione nel proibito.
il Tāntrika trascende i suoi limiti, ottiene tutti i poteri e la salvezza in questo mondo.
Per quanto riguarda le pratiche, il culto rituale indù delle divinità (puja ̄) è originariamente tantrico. pertanto rimane tantrico nel suo modello ma non sempre nel suo spirito, poiché una puja ̄ può essere eseguita per qualsiasi divinità. La presenza pervasiva dei mantra, il fatto che i mantra siano la forma più alta di divinità, che ci si possa avvicinare alla divinità e progredire verso la liberazione solo usando i mantra, è un principio tantrico.

Nella visione tantrica, la realtà è percepita come un tessuto in cui le parti si uniscono nel tutto e in cui il tutto si riflette in ogni parte.La vita stessa è uno strumento per l’evoluzione spirituale, perciò i bisogni primari, sesso compreso ma non solo, costituiscono parte integrante dell’esperienza per arrivare all’unione di corpo, mente e anima , in un’unione che significa amore consapevole verso se stessi e relazione autentica con il proprio Sè.

Il Tantra si basa sui principi dell’amore sacro e della celebrazione.

La nostra energia sessuale è la forza più potente del nostro essere ed è per questo che gli insegnamenti tantrici si preoccupano anche dei modi migliori per incanalare questa immensa risorsa dentro di noi imparando ad essere più sensibili ed essere in grado di trasformarla, sublimarla e investirla in qualunque aspetto della nostra vita. La continua espansione del nostro piacere e sentimento di connessione contiene il potere di trasformarci non solo ad un livello sottile, ma può ristrutturare in modo tangibile l’ esperienza di noi stessi, il modo in cui doniamo e riceviamo, la nostra capacità di offrirci completamente riconoscendo la presenza Divina dentro di noi.

Come spesso erroneamente interpretato, il Tantra non si limita ad aumentare la nostra libido o i nostri livelli di piacere e l’obiettivo non è quello di diventare il miglior amante dell’universo, ma mira a sviluppare la consapevolezza in ogni aspetto della nostra vita.

L’unione sessuale non si riduce all’incontro fisico di due amanti, ma consiste in una vera e propria unione mistica, una fusione sacra tra due esseri che trasfigurano se stessi e l’altro in modo sublime, divino; entrambi infatti si percepiscono come due divinità, e diventano delle porte d’accesso per raggiungere l’assoluto attraverso vissuti estatici di infinita beatitudine.

La grande maggioranza delle persone non comprende la grande importanza della natura sessuale, non riesce a rendersi conto che non solo è la scintilla della nostra esistenza, ma che è la fonte della vita umana e della felicità.

La sessualità ci aiuta a riprendere contatto con tale profondità ed è la porta d’accesso alla dimensione spirituale.

Per tornare a vivere l’erotismo in modo sacro dobbiamo recuperare la sua profondità spirituale, proprio attraverso la via tantrica.

Il Tantra è un approccio olistico alla vita che studia l’Universo dal punto di vista dell’individuo: lo studio del macrocosmo attraverso lo studio del microcosmo.

È una scienza spirituale indipendente da qualsiasi dogma o credo, che si basa sull’esperienza, sull’osservazione e sulla pratica.

Esso attinge da tutte le principali scienze, vale a dire astrologia, numerologia, astronomia, matematica, geometria, fisica, alchimia e chimica, per fornire gli strumenti atti ad espandere la consapevolezza nella vita di tutti i giorni.

Esso crede nell’unità, nella diversità e nella continuità dell’energia, che subisce molte trasformazioni pur rimanendo sempre la stessa.

Il Tantra è per sua stessa natura non duale, teso alla riappropriazione del sé, alla sperimentazione attraverso i sensi, alla celebrazione della vita, una via pratica e non di astrazioni  metafisiche, una via che non impone la rinuncia o l’ascetismo ma che riconosce nel desiderio e nell’energia sessuale, la principale forza di manifestazione del divino nella sua dimensione umana/incarnata.

Il Tantra è un preciso sistema di conoscenza che, se impiegato correttamente, può fornire risultati specifici e un’elevata trasformazione interiore.

Il Tantra è il ponte tra l’anima e l’universo.

Maya Swati DeviYogini, Maestra di Tantrismo, Danzatrice Mistica, Ricercatrice, Scrittrice.

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