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21 Marzo 2019, torna la Primavera… finalmente direi.

L’equinozio di Primavera capita in piena Quaresima per ricordarci che è salutare alleggerirsi gradualmente sotto molti aspetti: non solo con gli abiti per incontrare temperature più miti, ma anche con il cibo per abbandonare lentamente quello più pesante e riscaldante che ci ha aiutato d’inverno a mantenerci in equilibrio con il freddo esterno.

Nella teoria delle 5 trasformazioni, ad ogni stagione corrispondono organi del corpo maggiormente impegnati proprio in quella stagione.

Secondo la Medicina Tradizionale Cinese (MTC), a primavera sono particolarmente attivi fegato e cistifellea e quindi anche più fragili. L’energia albero-legno (Fegato/Vescicola biliare) come la chiamano i cinesi è tipica della primavera, esprime armonia, disponibilità e pazienza. E’ una potente metafora della crescita continua (di ogni crescita che si verifichi nella Natura) e predilige alcune tipologie di cibi: cereali come orzo, frumento, farro, avena, verdure a foglia verde, il sapore acido (aceto, limone, agro di umeboshi), le cotture leggere e rinfrescanti.

In Primavera l’essere umano sperimenta il germogliare ed il rinascere.

Dopo la quiescenza invernale, il nostro corpo e la nostra Anima sono pronti a ri-nascere a  ri-conoscersi. Come un seme, conserviamo in potenza le nostre potenzialità ed i nostri desideri .

E se la primavera è sinonimo di luce e prospettiva, l’inverno viene ingiustamente vissuto come un periodo cupo e difficile. In realtà l’alternarsi delle stagioni permette il rinnovarsi delle energie necessarie ad affrontare il periodo successivo.

L’inverno invita a rallentare in una consapevole introspezione, nell’arresto delle attività vegetative e di rinnovamento cellulare che invece consente alle piante ed al nostro corpo di riposare. La ripresa della stagione aumenta la sintesi delle proteine, migliora l’utilizzazione degli zuccheri  e gli intensi processi biochimici impegnano particolarmente il fegato  nella trasformazione e nella sintesi dei principi nutritivi.

La Primavera diventa energia in movimento, tempo di rinnovamento e rinascita. Allo stesso modo il nostro organismo e, in particolare, fegato, reni, vescica e sistema immunitario vanno sostenuti poiché sollecitati da questo momento/movimento stagionale.

IL FEGATO

Il fegato è la principale ghiandola del corpo, situata nell’addome superiore, a destra, sotto il diaframma. Il fegato ha un ruolo fondamentale per il metabolismo e numerose funzioni, tra cui: produzione e deposito di energia, creazione di proteine plasmatiche essenziali, filtro e neutralizzazione di sostanze tossiche e farmacologiche, fornitura di elementi per la coagulazione del sangue, oltre alla secrezione della bile nel duodeno atta alla digestione dei grassi alimentari.

E’ il laboratorio chimico, l’alchimista del corpo. Produce, trasforma, distrugge.

E’ grazie al fegato che non siamo costretti ad alimentarci continuamente, in quanto è indispensabile nella conservazione e produzione di energia, conserva il glucosio e lo rilascia in base alle necessità. Fondamentale nella creazione delle proteine che servono alla formazione e riparazione delle cellule, della vitamina D necessaria a fissare il calcio, nella produzione della bile che interviene nella digestione dei grassi.

Altri compiti importanti il fegato li svolge nella depurazione e disintossicazione.

Il fegato ha una caratteristica straordinaria: è in grado, unico organo del nostro corpo, di autorigenerarsi quasi completamente. Quindi, in caso di asportazione di una parte, sarà in grado di riprodursi.

“Hai conquistato il mio fegato” dice una donna alla fiera delle spose, per esprimere il suo consenso all’uomo che la chiede in moglie. In una terra dove la vita è una lotta quotidiana, la donna offre al marito, più che il suo amore, la forza e il coraggio, ossia il suo fegato. In quasi tutte le culture e le tradizioni, il fegato è considerato l’organo più direttamente connesso all’espressione del coraggio, dell’energia vitale, della determinazione, vedi espressioni come “avere fegato” o “persona di fegato”.

Se per molte tradizioni il cuore è il luogo della decisione etica, il centro della personalità, mentre ciò che è posto al di sotto del cuore assume connotati di pulsionalità e istintualità, si può ben dire che il fegato appare come un “cuore più basso”, più profondo, più rudimentale e ricco di passione.

Al cuore, da cui deriva etimologicamente la parola “cor-aggio”, è affidato l’incarico di raccogliere e coordinare quella forza che, attraverso il sangue, raggiunge tutto l’organismo, ma al fegato è demandato il compito di produrla e accumularla.

La sua apparente inesauribilità, dovuta all’incessante rigenerazione, lo ha reso simbolo di impavidità, abnegazione, RINNOVAMENTO.

Non a caso la mitologia ci parla del ribelle Prometeo che, avendo rubato il fuoco per donarlo agli uomini, suscitò le ire di Zeus. Questi, per vendicarsi, lo fece incatenare nudo a una vetta del Caucaso, dove un’aquila gli divorava il fegato tutto il giorno, un anno dopo l’altro; e il suo tormento non aveva fine, poiché ogni notte il fegato gli ricresceva. Zeus rappresenta il demiurgo, l’aquila le potenze dell’Aria, gli Arconti, che divorano la forza vitale dell’anima, di vita in vita (di giorno in giorno). Questo mito prova come gli antichi sapessero dell’importanza del fegato nella vita spirituale e nell’anatomia esoterica. Che nel fegato vi sia la Forza Vitale lo dimostra l’inglese liver (fegato), che alla lettera significa “vivente” (to live). Per la sua struttura e le funzioni cui è preposto, il fegato conferma le intuizioni dell’inconscio collettivo, espresse in miti, immagini, metafore. Come maggior laboratorio biochimico dell’organismo, in effetti, il fegato è davvero alla radice della produzione dell’energia e della sua trasformazione e conservazione.

Nello Yoga il fegato è legato al terzo chakra o Manipura che significa “gioiello luminoso” o “luogo delle gemme preziose”. Manipura è la sede del carisma personale, della consapevolezza di essere un individuo unico. Da qui consegue che un blocco di Manipura porta con sé una scarsa autostima, un senso di inutilità nonché l’incapacità di sviluppare le potenzialità latenti presenti nel Sé. Infatti, etimologicamente Manipura allude ad un’abbondanza di gemme preziose racchiuse all’interno della propria personalità. Di colore giallo è orientato bipolarmente ed il suo simbolo geometrico è un  triangolo equilatero, emblema dell’elemento Fuoco.  Anche nello Yoga come nella MTC il fegato viene collegato alla vista.

Dopo la nascita, il fegato raccoglie e filtra tutto il sangue proveniente dagli organi addominali e in genere il sangue venoso che è circolato nei tessuti periferici, caricandosi di sostanze di scarto, tossiche, che qui vengono ossidate, scomposte o coniugate con composti innocui e comunque neutralizzate. Si può dunque affermare che il sangue esca dal complesso circolo endo-empatico accuratamente filtrato, “ripulito”, ricaricato. In un mondo che mette continuamente le nostre cellule a contatto con sempre maggiori quantità di veleni, molti dei quali inediti nella nostra storia evolutiva, questa funzione del fegato viene sicuramente enfatizzata, rischiando addirittura, nelle immagini e nei modi di dire riguardanti quest’organo, di oscurare le altre, altrettanto importanti e vitali.

In effetti, comunque, da questo passaggio nei meandri epatici il sangue ne esce più “leggero”, più sottile e raffinato.

L’essenzialità di quest’organo, insieme al cuore e al cervello, per la continuazione della vita, ne ha fatto, nella fantasia e nella concezione di tutti i popoli, il “re” della materia, da cui sa tratte l’energia necessaria al sostentamento e per analogia anche le qualità per superare i momenti critici: il coraggio, l’ardimento.

Come una sorta di alchimista, quindi, il fegato libera dalla materia bruta – il cibo digerito – le sue potenzialità energetiche e plastiche, riducendole all’essenza, in un certo senso spiritualizzandola, così da renderla disponibile per lo sviluppo e la continuazione della vita.

Per la sua struttura e per le funzioni cui è preposto, il fegato conferma le intuizioni dell’inconscio collettivo, espresse in miti, immagini, credenze, metafore. Come maggior laboratorio biochimico dell’organismo, in effetti, il fegato è davvero alla radice della produzione dell’energia e della sua conservazione.

I sentimenti “negati” del fegato: rabbia e invidia

Il fegato si comporta come una vera e propria ghiandola, secernendo sostanze che agiscono, anche a distanza, nell’organismo. La più nota di queste sostanze è la bile, così preziosa per la sua attività disgregatrice sui grassi e sulle proteine, che viene più volte recuperata attraverso il circolo intestinale.

Un eccesso di bile o un disturbo nel suo normale fluire dal fegato alla cistifellea e da questa, al momento opportuno, nell’intestino erano alla base dei segni di “biliosità”; segni non solo fisici, ma anche psichici e attitudinali. Il bilioso, infatti, era colui che, per questo cattivo rapporto con la sua componente aggressiva, dava segni di forte irritabilità, intolleranza, collera repressa o una certa malinconia, con rimuginazione di pensieri ossessivi.

Anche l’invidia è un sentimento spesso abbinato al fegato, quasi che la carica aggressiva e distruttiva insita in quest’organo, che continuamente trasforma e smista tutto ciò che vi viene depositato, si disgiungesse in questo soggetto dalle sue caratteristiche di ricostruzione, ricomposizione, creazione, rinnovamento.

L’invidioso, cioè, vede solo un lato del problema, la sua competitività, il suo senso di inferiorità, rifiutando di prendere atto dei suoi limiti e delle sue possibilità individuali originali e irripetibili.

LA DEPURAZIONE DEL FEGATO PER AFFRONTARE IL CAMBIO DI STAGIONE

Come depurare il fegato in modo naturale

  1. Ridurre al minimo l’alcol e l’assunzione di caffeina. Alcol e caffeina sono due dei più grandi colpevoli del deposito di tossine nel fegato e ne impediscono il corretto funzionamento. Per ripulire il fegato è fondamentale ridurne il consumo e sostituirle con bevande non alcoliche, per permettere al fegato di rigenerarsi, di ripulirsi e di funzionare correttamente.
  2. Bere molta acqua. Per disintossicare il fegato e favorire l’eliminazione delle tossine bisogna bere almeno 2 litri di acqua ogni giorno. Bere molta acqua vi terrà idratati e aiuterà la rigenerazione delle cellule, inoltre consentirà anche al fegato di filtrare più tossine e residui, lasciandolo lavorare più velocemente (noterete un aumento del vostro livello di energia anche perché l’acqua agisce come conduttore di energia).
  3. Aggiungere il limone alla vostra dieta. Bevete succo di limone in acqua o tè una volta al giorno: il succo di limone stimola la produzione della bile del fegato e può contribuire a depurarlo; impedisce inoltre la formazione di calcoli biliari e favorisce la digestione e la funzione epatica della circolazione dei succhi gastrici.
  4. Bere tè verde. Il tè verde è ricco di catechine, un tipo di antiossidante che stimola la funzione epatica e riduce il deposito di grasso nel fegato.
  5. Bere frullati di frutta naturali. Frutti come fragole, more, mirtilli e lamponi migliorano la salute del fegato e contengono acidi organici che abbassano i livelli di zucchero nel sangue e vi aiuterà a bruciare i grassi, diminuendo le probabilità di patologie legate al fegato grasso.
  6. Evitare i cibi che possono causare danni al fegato. Gli alimenti che vengono elaborati e che contengono conservanti, grassi e colesterolo, possono causare congestione e ostruzione da residui di grasso. Ripulire il fegato significa evitare cibi elaborati o grassi per permettergli di sbloccarsi e rigenerare le cellule.
  7. Evitare i grassi cattivi. La carne rossa grassa, i cibi fritti e i grassi trasformati dovrebbero essere evitati, in quanto possono intasare il fegato. I grassi trasformati includono la margarina e gli oli idrogenati.
  8. Evitare dolcificanti artificiali, coloranti e conservanti. Meglio optare per il naturale quando si vuole aiutare la pulizia del fegato.
  9. Mangiare verdure. Alcuni ortaggi contengono elementi nutritivi, come il beta-carotene, che stimolano le cellule del fegato e lo proteggono dalle tossine. Le verdure a foglia verde scuro, come gli spinaci, aiutano la crescita delle cellule e stimolano il fegato, mentre le barbabietole proteggono i dotti biliari. L’obiettivo corretto è almeno 5 porzioni di verdura al giorno comprendendo quelle che aiutano il fegato a depurarsi, come: tarassaco, zucca, rucola, foglie di senape, cicoria e spinaci.
  10. Aumentare l’assunzione di aglio. L’aglio possiede composti contenenti zolfo che attivano gli enzimi epatici che lavorano per scovare tutte le tossine nel vostro sistema. L’aglio contiene anche allicina e selenio, due sostanze nutrienti che proteggono il fegato dai danni causati dalle tossine e sono in grado anche di aiutare l’organismo nel processo di disintossicazione. Se non sopportate l’aglio è possibile acquistare integratori presso le erboristerie o i negozi di alimenti naturali.
  11. Mangiare il pompelmo. Il pompelmo è ricco di vitamina C e antiossidanti, entrambi i quali aiutano la pulizia del fegato. Il pompelmo aumenta gli enzimi di disintossicazione e contiene un composto flavonoide noto come naringenina che aiuta il fegato a bruciare il grasso piuttosto che a conservarlo.
  12. Consumare l’avocado due volte a settimana. Sono deliziosi e sono ricchi di glutatione. Questi composti aiutano a prevenire il sovraccarico tossico del vostro fegato.
  13. Mangiare le noci. Le noci possiedono alti livelli di L-arginina (un amminoacido), glutatione e acidi grassi omega-3, che aiutano a purificare il fegato. Gli estratti dei loro gusci sono utilizzati in molte formule naturali per aiutare la depurazione del fegato.

Il digiuno per 4 o 5 giorni aiuta a pulire il fegato dal cibo grasso e pesante mangiato durante il periodo invernale. Il digiuno in primavera è una pratica consigliata in tutti gli antichi libri religiosi, perché ha un effetto di pulizia sul corpo e sulla mente.

LA PRATICA YOGA PER LA PRIMAVERA

Lo Yoga come pratica di consapevolezza ci permette di ritrovare il senso del ritmo, gli elementi naturali, la terra, l’aria, la luce del sole … Ravvivando il rapporto tra il nostro corpo e quello che ci circonda, ci apriamo alla percezione dei mutamenti che avvengono nella natura. All’interno di noi tutto si trasforma e la natura ce lo ricorda. Noi siamo collegati ai cicli dell’anno, ai piccoli e ai grandi cicli, e in ogni stagione l’energia tende a muoversi in modo particolare: il raccogliersi dell’autunno, la quiete silenziosa dell’inverno, il bisogno di riemergere delicatamente e respirare in primavera, l’attività più rapida, espansiva dell’estate.

Lo yoga ci incoraggia a seguire il ritmo delle stagioni, non spingere in inverno, ma raccoglierci e ascoltare. Stare dentro. In primavera potremmo così avvertire il senso della rinascita attingendo a piene mani alle nostre riserve.

Come la gemma si dischiude in una forma sempre perfetta, nuova e mai statica, così la vita, il respiro, scorrendo nel corpo in consapevolezza, sarà yoga.

Le pratiche indicate in questa stagione, sono pratiche connesse con l’energia del sole. Un’energia maschile, di estroversione, espansione e azione. Un’energia che favorisce la condivisione e l’incontro.

Sicuramente indicate e coerenti a questo ciclo sono: le sequenza di saluto al sole, le posizioni dei guerrieri e tutte le posizioni di “fuoco”. Meno indicato è fare in questo periodo intense pratiche di meditazione, più indicate in autunno e inverno, dove il ciclo di inspirazione favorisce il raccoglimento e l’introspezione.

Caratteristica del “ciclo solare” è un’energia connessa con il plesso solare, manipura chakra centro fisico e sottile dell’elemento fuoco e delle funzioni vitali di digestione e assimilazione.

Quindi, approfittiamo di questa periodo di ripresa e rinascita per dedicarci a noi stessi, per trovare nuove energie purificandoci dalle tossine lasciate dall’inverno (sia che esse siano materiali che “spirituali”) e per rinforzare manipura, la nostra autostima e sfruttare tutte le nostre potenzialità.

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