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Quando pratichiamo da soli o in gruppo, all’aperto o all’interno della nostra stanza,  percepiamo una serie di elementi che si intersecano: le posture, il movimento, il respiro, la ripetizione dei mantra, il silenzio e la voce del maestro si alternano, si fondono e si completano perfettamente.

Quello che differenzia una lezione di Yoga da qualunque altra disciplina è la tranquillità dell’ambiente nonostante l’intensità del lavoro; niente musica assordante, niente urla per scandire il ritmo, tutto è orientato alla concentrazione poiché già la pratica in sè è una forma di meditazione.

Dopotutto anche Patanjali negli Aforismi (Yoga Sutra) definisce lo Yoga come la “cessazione delle fluttuazioni della mente” ovvero l’assenza totale di pensiero che permette di entrare in contatto con sè stessi. E’ facile a questo punto intuire l’importanza del silenzio ma quante persone sono realmente in grado di stare nel silenzio? In realtà pochissime, per molti direi che è addirittura impensabile! Avrete notato che nel rientrare a casa spesso il primo gesto inconsulto è accendere la TV…non per guardarla, ma solo per non avere la percezione di essere soli, con noi stessi e nel silenzio. I rumori, in questo caso, ci aiutano a seppellire la coscienza ed a non far emergere ciò che riteniamo scomodo e fastidioso. Tutto questo genera una mancata capacità di ascolto interiore ed una scarsa conoscenza di sé stessi; ho spesso notato che molti allievi provano imbarazzo ad occhi chiusi, molte persone sono addirittura a disagio con la loro voce, altri si vergognano anche di forzare un respiro o di emettere un suono. Eppure non dovrebbe esserci nulla di più naturale e spontaneo perché è il respiro a generare vita ed energia.

Il silenzio nello Yoga corrisponde ad assenza di rumore, ma non di suoni. Pur praticando nel silenzio e senza una base sonora (io ad esempio non la utilizzo mai , né per la pratica personale né a lezione) ci accorgeremo di essere circondati da suoni diversi come ad esempio il rumore del respiro profondo e le vibrazioni del corpo che si muove!

Possiamo anche utilizzare strumenti che amplifichino e aumentino questi suoni e di conseguenze le vibrazioni come ad esempio i mantra.

Ma cosa sono i mantra e come si utilizzano?

I mantra sono suoni che producono particolari vibrazioni: ascoltando e recitando dei suoni specifici è possibile influenzare il nostro stato mentale ed incidere sulla nostra emotività. Non sono teorie da santoni né credenze spirituali, stiamo parlando di semplici stimolazioni fisiche che incidono di conseguenza sul sistema nervoso parasimpatico il quale, quando è in azione, rilassa l’organismo e fa in modo che questo accumuli nuove energie. In un certo senso funziona alla stessa maniera quando ascoltiamo della musica, ci sono melodie che rilassano, che fanno dormire ed altre che riescono a far emergere ricordi ed emozioni specifiche.

Potremmo descrivere i mantra come suoni e strumenti  che ci permettono di liberare la mente, di rilassarci e di elasticizzare il diaframma. Diversi studi che hanno utilizzato l’elettroencefalogramma hanno mostrato un’evidente correlazione tra lo stimolo che proviene dall’esterno e le onde cerebrali del soggetto in esame, tramite la recitazione dei mantra i due emisferi celebrali (che lavorano in maniera distinta) entrano in risonanza ed in automatico si genera equilibrio psico-fisico.

Il mantra dei mantra ovvero quello più conosciuto ed utilizzato soprattutto all’inizio ed al termine di una lezione è l’OM. Viene definito “suono primordiale” perché la leggenda narra che sia stato il primo suono in seguito alla creazione dell’universo che concentra in sé tutte le energie che hanno contribuito alla sua evoluzione.

L’OM è composto in realtà da tre suoni: A – U – M ed in un certo senso, nel ripeterlo continuativamente (a voce o anche solo in mente) o nell’ascoltarlo finisce per sostituirsi al pensiero. Concentrarsi su un solo oggetto o come in questo caso su di un suono permettere di liberare ed ancor di più di ripulire la mente. Nella società occidentale viviamo all’interno di ritmi frenetici ed incessanti e riceviamo continui stimoli, non siamo più abituati a fermarci e nemmeno a concentrarci su un unico elemento, ci vantiamo di essere multitasking non rendendoci conto però che nel modificare di continuo l’oggetto della nostra attenzione diventiamo inefficaci ed incostanti.

Il mantra sostituisce milioni di pensieri con un pensiero unico portando pace interiore, permette di raccogliere e di potenziare le energie che di solito disperdiamo nei nostri meandri mentali. Ovviamente questa ricarica fisica e mentale non avviene solo tramite l’utilizzo del suono, ma anche attraverso altri strumenti come la pratica ed il respiro. Dopotutto il mantra solitamente viene ripetuto mentre si espira, migliorando la respirazione anche il movimento del diaframma diventa più regolare e fluido, dopo l’emissione del suono questo vibra, si percepiscono come delle leggerissime scosse elettrice che dalla cassa toracica si diffondono attraverso la colonna vertebrale e lungo l’intero corpo, il movimento vibrante del diaframma massaggia automaticamente gli organi interni ed il corpo e la mente vengono rivitalizzati…come dicevo prima nulla di spirituale, nessuna religione ma solo stimoli psico-fisici che potenziano le nostre capacità.

Alla stessa maniera vengono utilizzate le campane tibetane: quando le avviciniamo ed appoggiamo sul corpo le vibrazioni che producono sono in grado di sciogliere in maniera quasi istantanea ogni tensione e la sensazione di benessere si protrae nel tempo.

I benefici della pratica del mantra OM (e non solo) sono innumerevoli:

  • riduce lo stress e calma la mente stimolando il sistema nervoso parasimpatico;
  • migliora la concentrazione, la creatività e l’intuito;
  • riduce l’ansia e la depressione;
  • migliora l’apparato cardiocircolatorio e lo stato di salute generale.

A questo punto cosa dobbiamo fare? La risposta è molto semplice: basta provare e riprovare…lo Yoga è costanza, continuità e dedizione. Senza aspettative e privi di ogni ansia nel cercare una panacea per i nostri malesseri ma anche senza remore, dubbi e chiusure mentali…provare soltanto con calma e  serenità. Dopotutto è la curiosità a renderci vivi e ad farci scoprire nuovi orizzonti ed  è questo lo spirito che dovremmo avere quando approcciamo allo Yoga!

Arianna Toce

Insegnante certificata di Hatha Yoga e Vinyasa Yoga, Pilates e Personal Trainer presso Aktivarium S.r.l

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