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Da sempre demonizzato dall’universo femminile, il ciclo mestruale, per alcune donne è una vera e propria benedizione: si chiama amenorrea, ossia assenza del ciclo e riguarda una percentuale considerevole delle donne di oggi.

Già nel V secolo Ippocrate (460-377 a.C.) ne parlava a proposito delle donne di certe tribù degli sciiti e della scarsità del loro ciclo dovuta al clima avverso e alla stanchezza…
Quando si parla di amenorrea bisogna fare una distinzione importante tra amenorrea primaria e secondaria, in quanto entrambe hanno i medesimi sintomi, ma trovano la causa in circostanze differenti.
Mentre quella primaria (definita così in assenza del menarca) può derivare da malattie genetiche e malformazioni al livello dell’apparato genitale (sindrome di Turner, sindrome di Morris o quella di Kallman), e talvolta da edemi ipofisari, l’amenorrea secondaria è generalmente associata ad un aumento di prolattina nel sangue, spesso può essere legata alla sindrome dell’ovaio policistico, o potrebbe presupporre una menopausa precoce (prima dei 40 anni).

A volte capita invece che lo stress psico-emotivo, o anche il troppo esercizio fisico mandino il corpo in corto circuito, e si verifichi uno stato di amenorrea che può durare mesi e addirittura anni.

Naturalmente un’assenza del ciclo mestruale protratta nel tempo può apportare problematiche simili a quelle associate alla condizione di menopausa con vampate di calore, riduzione della densità ossea, oltre al rischio di disturbi cardiaci e vascolari causato dal basso livello di estrogeni.

Amenorrea ipotalamica, quando la causa è l’eccessivo ‘controllo’.

“Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento ed esercizio fisico, né in difetto né in eccesso, avremmo trovato la strada per la salute” (Ippocrate).

L’amenorrea ipotalamica, pur rimanendo una condizione funzionale (e quindi possibilmente reversibile), rappresenta oggi circa la metà dei casi di amenorrea.
Considerata una risposta di adattamento del corpo ai fattori stressogeni, manifesta le sue conseguenze con una scarsa produzione di gonagotropine a livello ipotalamico. Per comprendere l’amenorrea ipotalamica, bisognerebbe considerarla non solo dal punto di vista endocrinologico e ginecologico, ma includere anche la sfera della psiche, in quanto – ‘mens sana in corpore sano’ – è proprio la mente a dare impulso al corpo, e se la mente è in modalità disadattiva verso una situazione di difficoltà, creerà a sua volta uno squilibrio endocrino causato da uno stato di allarme generale: in pratica la mente blocca il corpo per evitare un dispendio energetico al fine della sopravvivenza!

Sotto accusa, l’eccessivo controllo.

L’esigenza del controllo sembra infatti essere una caratteristica comune a tutte le donne affette da amenorrea ipotalamica. Tutte hanno le stesse caratteristiche che si esprimono nella rigidità mentale, nella difficoltà a gestire le emozioni, e soprattutto tutte possiedono una scarsa flessibilità verso se stesse ed il proprio corpo.
Queste donne sono spesso inclini al perfezionismo ed in continuo bisogno di essere riconosciute perché si sentono spesso inadeguate: da qui il controllo sul cibo, l’aspetto fisico etc.
L’ipercontrollo alimentare, associato allo stress mentale nel seguire un regime a basso contenuto di grassi e carboidrati (ortoressia), al quale si aggiunge un eccesso di esercizio fisico, possono portare inevitabilmente ad un’interruzione del ciclo.

Con una rigidità mentale di questo tipo è molto facile essere vulnerabili verso situazioni di stress, e tanto la mente è rigida, tanto il corpo è bloccato!
Lo stress cronico conduce infatti ad una sovra produzione di cortisolo, che a sua volta sembra bloccare l’ipotalamo nella produzione degli ormoni.

La buona notizia è che uno studio ha di recente rilevato che la scarsa flessibilità è spesso provocata da un deficit di ormoni gonadici, e che quindi con la menopausa è facile che questo atteggiamento vada a sbiadire.

Naturalmente prima di arrivare a tale fase, è possibile lavorare su questo aspetto in svariati modi: la terapia cognitivo-comportamentale, per esempio si è dimostrata molto utile per resettare certi atteggiamenti, e lo yoga propone alcune valide varianti, come lo yoga nidra, il restorative yoga, ed il sistema brevettato dalla brasiliana Dinah Rodrigues, lo yoga ormonale.
Naturalmente la meditazione, la mindfulness, e regolari esercizi di rilassamento mentale giocheranno un ruolo fondamentale sull’atteggiamento psicologico, ed un’eventuale reversione della condizione, richiederà tempo, pazienza ed una buona dose di elasticità mentale.
Nell’intento di ripristinare il ciclo, sarà necessario infatti essere flessibili verso un regime alimentare più adeguato (intorno alle 2500 kcal al giorno circa), includendo i grassi buoni e carboidrati integrali, frutta, verdura, mettendo da parte l’ossessione per il conteggio delle calorie.
La gestione dell’ansia soprattutto verso un diverso stile di vita che contempla una dieta non più ipocalorica e un’attività fisica molto più moderata, sarà forse la parte più difficile, ma non è richiesto infatti di eliminare l’esercizio fisico, piuttosto di sostituirlo con un approccio più gentile e nutriente: camminare, nuotare, il corpo ha bisogno di muoversi, ciò che conta è ristabilire la nostra relazione col tipo di movimento adeguato.

Di seguito proponiamo una serie di asana che possono essere eseguite per stimolare l’asse ipofisi-ipofitalamo-ovaie, la tiroide e le ghiandole surrenali, e contrastare disturbi dovuti a deficit e sbalzi ormonali.

  1. HALASANA: Questa posizione, detta anche ‘Posizione dell’aratro’, calma la mente e ricalibra l’intero corpo dallo stress. Combatte inoltre l’insonnia e altri disturbi legati al sonno, donando un profondo stato di rilassamento.
  2. DHANURASANA: ‘La posizione dell’arco’ ha numerosi benefici psicofisici tra i quali quello di liberare la mente, aumentare la circolazione sanguigna migliorando l’ossigenazione degli organi addominali, ma più di tutti aiuta a sbloccare i ritardi mestruali perché agisce direttamente sul sistema ovarico.
  3. SALABHASANA: Questo asana, detto anche ‘La posizione della locusta’, incrementa tra gli altri benefici, il flusso sanguigno nella zona pelvica e della schiena, migliorando la funzione dei reni, della vescica, del fegato(fondamentale durante la fase di PMS) e del pancreas.
  4. USHTRASANA: ‘La posizione del cammello’ è un asana benefico per la circolazione sanguigna ed il sistema nervoso, è capace di attenuare anche l’ansia, liberando la pesantezza della mente.
  5. MATSYASANA: Nella ‘posizione del pesce’, il torace si apre e così anche la mente che in questa posizione si libera velocemente dallo stress. E’ un ottimo rimedio in caso di ansia, depressione, e aiuta a far circolare il sangue stagnante nel dorso, regolando il funzionamento della tiroide, ed eliminando i disturbi del sistema riproduttivo.

Respirare per riconnettersi con se stessi

Impariamo di nuovo a respirare, anche solo 2-3 minuti di respiro consapevole può influire sul nostro benessere, meglio se all’aria aperta in piena natura.
Convivere con l’amenorrea ipotalamica significa anche vivere una vita piena di stress, e spesso ci priviamo di ciò che potrebbe darci piacere e amore.
Ricercare di nuovo una connessione con ciò che ci fa stare bene e ci rende felici, in equilibrio è il primo passo per rilasciare cosa c’è di disfunzionale in noi: come ci ricorda la medicina cinese, il cuore e l’utero sono connessi da un unico meridiano, e nell’utero viene ritenuto il nostro dolore e le nostre emozioni.

“Quando sarai felice ed in pace con la vita stessa, il tuo corpo lo saprà”.

Stefania Petruzziello

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