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La pratica dello yoga è una disciplina spirituale e fisica meravigliosa. Ci sono tantissime definizioni dello yoga, le troviamo in molti libri celebri: quella che a parer mio è la definizione più semplice e azzeccata, è la parola “Unione”; unione di tanti aspetti complessi che possono portarci a riscoprire la nostra pura consapevolezza.

Lo yoga è per tutti/e?

Lo yoga è approdato da noi in Occidente un bel po’ di anni dopo essere stato riscoperto e praticato da tutti in India. Inizialmente va ricordato che lo yoga in India non era una pratica accessibile a tutti: anzitutto solo gli uomini (e non tutti) potevano praticarlo e per molti anni non c’è stato nessun accesso al mondo occidentale. Indra Devi, che negli anni ‘20 del 900 riuscì a farsi accettare come allieva dal grande maestro Krishnamacharya, riuscì a rendere la pratica dello yoga accessibile anche alle donne e portò i suoi insegnamenti in giro per il mondo occidentale. Insomma, inizialmente lo yoga non era proprio una pratica inclusiva, direi più di nicchia e molto rigida: forse per paura di snaturare lo yoga stesso, come poi è successo, in parte, in Occidente? Non so dare sinceramente una risposta a questa domanda, ma consiglio vivamente, a chi abbia interesse di capire come lo yoga sia stato “esportato” e “modificato”, di guardare il documentario di Al Jazeera dal titolo “Who owns Yoga” : è un documentario illuminante che ci pone di fronte a tante domande!

Lo yoga è una disciplina complessa

E bene sì, lo yoga nella sua naturalezza è una disciplina molto complessa e ricca di stimoli e informazioni. Approcciare alla pratica dello yoga, dovrebbe significare “esplorare le vaste vie dello Yoga”, entrare in contatto con la cultura Indiana, saper riconoscere e studiare un pò di sanscrito in modo da capire bene il significato di molte cose (compresi i nomi degli Asana!), leggere e consultare testi come gli Yoga Sutra di Patanjali! Insomma, tante informazioni che con il tempo andrebbero assorbite in modo da rendere veramente giustizia a questa meravigliosa e complessa pratica e in modo da renderla accessibile proprio a tutte/i in modo opportuno!

Dico in modo opportuno perché a volte la pratica dello Yoga si riduce a mero “esercizio fisico”…

Praticare Yoga sì, ma non solo Asana

Certamente uno dei primi approcci allo Yoga consiste proprio nel praticare l’aspetto più pratico e fisico svolgendo movimenti e posizioni, Asana, che ci aiutano a rendere il nostro corpo più forte e flessibile e ad entrare in profondo contatto con una cosa naturalissima ma essenziale: il respiro. Porre attenzione alla pratica degli Asana, iniziare ad approcciare allo yoga attraverso gli Asana non credo che sia sbagliato, anzi. Forse è il modo più semplice per scoprire lo yoga.

Ma quello che spesso succede, soprattutto da noi in occidente, è che con il passare del tempo si coltivi interesse quasi esclusivamente per gli Asana: diventiamo “Asana dipendenti” al punto tale da risultare troppo attaccati all’aspetto fisico che comporta spesso ciò che invece è proprio l’opposto dell’essenza yogica: l’attaccamento e il dolore. E per dolore intendo proprio dolore fisico: a quanti di noi è capitato di infortunarsi durante una pratica di yoga? Di farsi male a un ginocchio per dover chiudere a tutti i costi la posizione del Loto/Padmasana? È normalissimo voler progredire nella pratica, ma restando sempre attenti a non far diventare l’Asana un obbligo, ma piuttosto un piacere!

Non mi stancherò mai di ricordare che secondo Patanjali “l’Asana è da considerarsi tale solo se è comodo e sicuro”.

La pratica fisica deve poterci regalare benessere fisico e mentale, non dolore fisico! A volte utilizziamo lo yoga per guarire da un dolore, non per procurarsene altro!

Capire lo yoga attraverso la bellezza dei suoi 8 petali/membra

L’Asana è solo 1 degli 8 petali dello yoga.

Iniziare a praticare yoga significa inglobare, un po’ alla volta, tutti e 8 i petali che vanno a costruire una base solida e degna di giustizia per il termine stesso: Yoga.

Ognuno di noi deciderà in autonomia e in base alle proprie vocazioni del momento, da dove iniziare. L’importante è iniziare, tenendo conto della complessità di tutto ciò che circonda il termine yoga: osservare bene il comportamento verso ciò che ci circonda (Yama), il comportamento che abbiamo verso noi stessi (Nyama), praticare con consapevolezza e piacere gli esercizi fisici (Asana), entrare a contatto profondo con la nostra energia/respiro (Pranayama), riuscire con il tempo a controllare/osservare i nostri sensi (Pratyara), dirigere la mente nel giusto modo (Dharana), entrare in stretto rapporto con ciò che cerchiamo di comprendere (Dhyana), entrare in completa fusione con l’oggetto da capire e raggiungere la pace dei sensi attraverso il Samadhi!

Lo yoga è per tutti ed è bello farne un’esperienza completa.

Insomma ci troviamo di fronte a una disciplina completa che bada a tanti aspetti importanti per la vita di noi stesse/i e degli altri. E mettere in pratica, nella vita quotidiana, tutti e 8 i petali dello Yoga, non è un compito semplice ma sono convinta che con il tempo sia possibile per lo meno farne esperienza.

Capire lo yoga significa capire se stessi e gli altri, avvicinarsi ad uno stato di coscienza profondo, sia attraverso la pratica fisica che attraverso lo studio: è una complessa e completa analisi che, se fatta nel giusto modo, (magari seguiti da qualcuno più esperto di noi che possa darci consigli e instradarci lungo il cammino) ci permette di vivere meglio.

Lo yoga è per tutti e di tutti. E allora abbracciamolo lo yoga, ma in tutta la sua complessità!

Giulia Picchiàmi

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