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Ciò che mi ha subito colpito dello yoga, sin dai miei primi timidi approcci verso questa disciplina, è l’aspetto potente della simbologia ma anche gli effetti concreti che ogni Asana (posizione) produce nel nostro sistema corpo-mente-spirito.
Siamo esseri tanto complessi quanto semplici. Afferrare certe analogie può risultare per qualcuno immediato, se ci si lascia guidare liberamente dall’intuito e si da ascolto alle sensazioni avvertite, oppure impossibile per qualcun altro, se lascia che i blocchi impediscano di accedere ad una comprensione più ampia e ad una visione più olistica ed integrata.

Di sicuro ogni Asana, seppur legato ad una forma precisa, adattandosi a corpi diversi, produce sensazioni differenti ed in certi casi opposte.
Non voglio avere la presunzione di descrivere la mia esperienza come qualcosa che tutti sono in grado di sentire allo stesso modo sul proprio corpo. Perciò, partendo dalla descrizione generica di aspetti più teorici e simbolici legati alla forma del triangolo e al numero 3, giungerò a descrivere quelle che sono le mie risposte – peraltro mai uguali a se stesse – determinate dall’esecuzione ripetuta di Trikonasana sul tappetino.

Trikonasana è la parola sanscrita (composta da “Trikona”= triangolo e “Asana”= posizione) che indica la postura yogica del triangolo.
L’importanza simbolica del triangolo e del numero 3 si ritrova in diversi concetti, che hanno attraversato diverse epoche storiche e che sono riconducibili a diverse culture.

Vi segnalo alcuni esempi:
Tre sono i tempi in cui viviamo tra passato, presente e futuro. Tre sono le fasi che attraversiamo: nascita, vita e morte. Tre sono i principi dell’Universo: creazione, preservazione e distruzione (che, nella visione induista e spirituale, si susseguono in forma ciclica e sono impersonificati dalle figure del pantheon induista Brahma, Vishnu e Shiva). Secondo la visione ayurvedica, tre sono le forze della natura: tamas o inerzia, rajas o azione, sattva o armonia.
Tre sono le dimore della nostra Essenza: Corpo, Mente e Anima.

E ancora la teoria della psicoanalisi ci parla di conscio, inconscio e subconscio. Mentre nella visione cristiana ed in altre visioni religiose, al tre viene assegnato un valore di pienezza assoluta, basti pensare alla triade Padre, Figlio e Spirito Santo.
Anche le immagini ci permettono di fare diverse considerazioni: L’immagine del triangolo con il vertice rivolto verso l’alto simboleggia l’impulso ascendente tipico dell’energia maschile associata all’elemento del fuoco; Mentre il triangolo con il vertice in basso simboleggia l’energia femminile della dea Shakti collegata all’elemento acqua. L’intersezione dei due triangoli mostra l’immagine del Sigillo di Salomone o della Stella a Sei Punte che ci parla, in termini mistici, dell’anima umana.
Insomma, i rimandi sono davvero infiniti.

Nella pratica fisica dello yoga, la nostra forma corporea, durante l’esecuzione di questo Asana, rievoca proprio la figura del triangolo: Alle basi ci sono i nostri piedi (quello posteriore posizionato in orizzontale e ruotato all’interno di 45 gradi, quello anteriore posizionato in linea verticale con la punta al centro e in cima al tappetino);
Il busto è orizzontale ma il torace ruota verso l’alto (la testa è allineata con la colonna vertebrale ma, se non accusiamo fastidi cervicali, possiamo guardare verso l’alto); Le anche slittano verso il fondo del tappetino e le braccia si allungano creando un’unica retta come se la schiena fosse appoggiata ad una parete (il braccio sotto si appoggia alla coscia o scivola fino ad oltre la tibia cercando il piede, il braccio sopra cerca il soffitto).

Questo Asana presuppone un buon allungamento della parte dorsale e lombo-sacrale, una buona apertura del torace e delle spalle, una minore rigidità dei fianchi e una buona apertura delle anche, una buona flessibilità e tonicità delle catene posteriori e dei muscoli interni ed esterni delle cosce. Gioca, inoltre, un ruolo fondamentale il senso di stabilità ed equilibrio.

I benefici di Trikonasana possono essere molteplici: stimolando gli organi interni preposti alla digestione, smuove i fuochi gastrici, ha influsso sulla nostra capacità di azione e determinazione, garantisce un senso generale di stabilità, forza e maggiore libertà. Personalmente, ravviso un senso di permanenza ma anche di continuità laddove le forze opposte trovano un punto di incontro e poi di espansione.
E’ possibile per qualcuno/a avvertire maggiore distensione ed un effetto armonioso e calmante, di graduale rilascio dello stress.
Ma essendo connesso a Manipura Chakra è possibile avvertire tanto un senso di gioia e appagamento quanto un senso di irritazione e desiderio di “scappare via” (uscendo dalla posizione). La complessità espressiva di questo Asana si manifesta proprio in questa duplice reazione.

Per tutti i motivi descritti sopra, trovo Trikonasana una postura completa ed iconica, adattabile ai nostri corpi che diventano portavoce di un messaggio profondo di compiutezza e realizzazione anche nell’imperfezione.

Invitandovi a sentire individualmente gli effetti della postura, vi lascio con questa frase:
“Il realismo nel mondo spirituale comincia con un intento, passa attraverso l’impegno, raggiunge il compimento, colmo dell’esperienza e poi.. è così che una persona diventa una realtà”

Valentina Marazzi

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