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“Colui che controlla il respiro controlla la mente,
colui che controlla la mente controlla il respiro.”
— Upanishad

Il corpo è come lo stoppino di una candela e la mente è come il bagliore che lo circonda. Il prana è l’energia vitale necessaria per i nostri strati fisici e sottili, senza la quale il corpo morirebbe. È il prana, o forza vitale, che nutre la mente e mantiene in vita il corpo. “Prana” si riferisce alla forza vitale universale e “Ayama” significa regolare o allungare. Pranayama significa lavorare nella dimensione del prana.

Il pranayama è la pratica della regolazione del respiro. È una componente principale dello yoga, un esercizio per il benessere fisico e mentale. Tutto respira: la natura respira, la magia delle cose che ci avvolge, ci afferra, ci trascina, ci conduce verso mondi misteriosi e affascinanti. La vita stessa è un respiro, noi respiriamo.
Cogliere il profondo respiro della vita significa accorgersi della magnificenza racchiusa in essa.

L’alternarsi di espansione e contrazione, è il movimento dell’energia vitale che contraddistingue l’intero universo. Noi siamo un universo dentro l’universo e sottostiamo alle stesse leggi.

Una vera e propria trasformAzione attraverso tutto il fluire di inspirazione ed espirazione.

Respirare è allo stesso tempo il gesto più naturale e più potente che compiamo ogni giorno. Come un filo invisibile, il respiro lega indissolubilmente la nostra mente e il nostro corpo ed è in grado di influenzare profondamente l’una e l’altro. L’ossigeno è fondamentale e vitale per tutte le funzioni del nostro organismo.
Tutte le funzioni del corpo necessitano di ossigeno per essere portate avanti, esso infatti viene utilizzato per rigenerare le cellule, metabolizzare gli alimenti ed eliminare le sostanze di scarto.

L’atto respiratorio come movimento della vita coinvolge tutte le forme esistenti, da quelle minerali e vegetali a quelle animali, che appaiono così imparentate da un processo arcaico che diventa via via sempre più raffinato e complesso, seguendo la direttrice filogenetica che conduce alla formazione dell’apparato respiratorio nell’uomo.

La vita stessa, letta attraverso un’immagine di sintesi, è un organismo con una membrana che si alimenta, respira, emette prodotti di scarto e si riproduce.

“Respirare” quindi rappresenta una tra le funzioni imprescindibili all’esistenza, implicando il tema fondamentale dello “scambio” tra mondo interno e mondo esterno, e ciò è vero a tutti i livelli di analisi: cellulare, biochimico, ecologico, psichico ecc.

Nello Yoga, il respiro migliora ad ogni asana, pose che liberano i blocchi fisici e emotivi, che inibiscono la corretta postura e di conseguenza un respiro libero e fluido. Un buon respiro inizia da una buona postura!
Nelle pratiche yoga si respira dal naso, in questo modo oltre che a filtrare e riscaldare l’aria che era nel corpo, il diaframma viene agevolato nel suo movimento, le coste si abbassano maggiormente portando l’aria fino alla base dei polmoni; l’assorbimento dell’ossigeno è migliore.
Espirare dal naso inoltre, produce un allungamento e una distensione della schiena, un maggiore scambio di ossigeno nei polmoni. La respirazione nasale è collegata al sistema nervoso parasimpatico, da qui il grande effetto rilassante.

Molte volte le sedute di yoga iniziano con un Om, dove la vibrazione della lettera ‘mmmmmmmm’ fa vibrare le cavità nasali, aprendole al flusso respiratorio ed energetico.
La respirazione dovrebbe essere tridimensionale, e non muovere solamente la parte frontale del corpo. Per tridimensionale, si intende utilizzare i polmoni nella loro completezza, espandendo il costato davanti, di lato e indietro. SI percepisce cosi anche la schiena respirare. Dopo una esalazione, la pausa a polmoni vuoti che si crea, quell’istante di sospensione, ci aiuta ad inspirare completamente, creando un senso di pienezza e di espansione verso l’esterno.

Una volta che il nostro respiro avviene naturalmente con questa integrità corporea, sopraggiunge il tempo del pranayama, dello studio del controllo del respiro. Tecniche si respiro cadenzato, con ritmi e banda, che aiutano a rallentare il ritmo respiratorio, a bilanciare anidride carbonica e ossigeno all’interno del corpo, mantenendoci sani e profondamente presenti vengono inserite nella pratica quotidiana. Tra le più utilizzate per rallentare il ritmo respiratorio e renderci propriocettivi troviamo Ujjahi (il respiro del vittorioso) che utilizza il frenaggio della glottide, cosicché quando l’aria passa si emette una sorta di suono che calma la mente e Nadhi Shodana, la respirazione a narici alternate, il cui scopo e portare in equilibrio i due emisferi cerebrali e le due nadi principali, creando uno spazio interiore di quiete e consapevolezza di Sè.

Quando srotoli il mat fallo tenendo a mente questa citazione:
“La vita non si misura dal numero di respiri che facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro”.

Francesca Cassia
Odaka Yoga

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