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Foto di Enrico Procentese

È il centro dell’intuizione e della coscienza universale d’amore, portatore sano di relazioni consapevoli e soddisfacenti con noi stessi e con gli altri.

Inizia a battere nell’utero materno intorno al cinquantesimo giorno di gestazione, senza più fermarsi: 70 pulsazioni circa al minuto, che diventano 100.000 al giorno e 36 milioni in un anno. Ha 40.000 cellule neuronali, radiofrequenze misurabili e il più ampio campo elettromagnetico del corpo, 60 volte più potente di quello del cervello. È il cuore, una sorta di interruttore che attiva onde di energia in grado di interagire con organi e altre strutture. Una sintesi massimamente efficiente degli aspetti fisici, emotivi, mentali e spirituali di noi umani. Una intelligenza capace di creare uno stato di coerenza in cui i due emisferi del cervello lavorano insieme in armonia.

Anahata, il chakra del cuore, è il centro dell’amore vivente. Il significato del suo nome sanscrito è, letteralmente, “non colpito”. Posizionato in pieno petto, è associato al sistema circolatorio, al plesso cardiaco, ai polmoni, alla respirazione e all’intera zona del torace. Il timo, che si trova in corrispondenza di questo chakra, è la ghiandola endocrina della vitalità e dell’energia: risponde alle emozioni e agli stati d’animo e raggiunge il massimo sviluppo nell’adolescenza.

Il senso associato al chakra verde è il tatto, l’elemento è l’aria, il mantra Yam, la nota musicale il Fa. Il suo simbolo è un loto verde formato da 12 petali e ha una funzione fondamentale di collegamento tra i chakra inferiori e quelli superiori. Da un punto di vista fisico, un quarto chakra in disequilibrio si può manifestare con disturbi cardiaci, circolatori e respiratori, tra cui l’asma. Energeticamente lo squilibrio può manifestarsi con mancanza d’ispirazione, scarso intuito, sentimenti di solitudine, isolamento e incapacità di connettersi con se stessi e con gli altri. È possibile stimolare l’energia di Anahata con asana di estensione all’indietro, che aiutano a creare apertura ed espansione del torace, pratiche di rebirthing, tecniche di Pranayama, esercizi di meditazione focalizzati sul mantra Yam o sulla visualizzazione del colore verde, il posizionamento di specifici cristalli nella regione del torace, l’uso di oli essenziali. Sono molto efficaci anche le affermazioni consapevoli centrate sulla gratitudine, sul perdono e l’accettazione, perché senza l’amore per se stessi non ci può essere amore per gli altri né per la vita.

Personalmente pratico regolarmente le seguenti affermazioni, credo che siano riuscite a entrare anche nei miei sogni:

Sono amore. Amo e sono amata.

Sono degna di amore infinito e incondizionato.

Il mio cuore è puro e aperto all’amore.

Respiro nell’amore.

Ascolto il mio cuore.

Si crede spesso che la meditazione si debba sperimentare in assoluto silenzio della mente e immobilità del corpo. È una possibilità. È anche vero, però, che una delle pratiche più potenti ed energizzati per il chakra del cuore è la Heart Chakra Meditation di Osho – il padre della meditazione dinamica – che abbina, di solito, i movimenti ritmici del corpo a una musica cadenzata. La danza sacra del cuore permette la centratura e la fioritura di Anahata, creando un vortice energetico che influenza tutti gli altri chakra. La trovo una pratica molto adatta a noi grandi mammiferi degli anni Duemila, perché ci consente di esprimere una totale libertà corporea, per poi farci immergere all’improvviso dentro di noi, assorti in una osservazione silenziosa. Un diventare testimoni.

Cinquanta minuti in tutto: quattro sequenze di sette minuti ciascuna, più una di meditazione seduti di circa sei minuti e un’ultima fase di interiorizzazione sdraiati a terra per il tempo rimanente. Si può eseguire accompagnati dalla musica, oppure seguendo mentalmente un ritmo lento e armonioso.

La musica ideale è Heart Chakra Meditation di Karunesh, basta azionare il tasto play e interpretare con consapevolezza la sequenza delle forme dinamiche. In piedi, con le mani posate sul chakra del cuore, prendiamo quattro respiri profondi ma rilassati. Inspiriamo energia fresca e frizzante, espiriamo energia stantia ed esausta. Inizia ora un cerchio spirituale che collega gli opposti, in cui anche le emozioni e le forme fisiche diventano energia in movimento. Questa danza fluida del cuore attraversa i punti cardinali e temporali: il futuro (in avanti), il passato (indietro), il nostro agire nel presente (a destra e a sinistra). Durante i movimenti, è importante restare centrati e radicati alla terra.

Fase 1: Nord. Inspiriamo da fermi ed espirando stendiamo il braccio destro davanti a noi, parallelo al terreno, con il palmo rivolto in avanti. Contemporaneamente facciamo mezzo passo in avanti con il piede destro, poggiando la pianta del piede a terra. Inspiriamo e torniamo alla posizione di partenza, mani sul cuore e piedi uniti. Ripetiamo lo stesso movimento, ritmicamente e fluidamente, dall’altro lato e così via al ritmo della musica, alternando sempre parte destra e parte sinistra. Col progredire dell’esercizio, la musica diventerà più veloce. Al termine torniamo nella posizione di base: piedi uniti e radicati al suolo, mani sul cuore.

Fase 2: Est e Ovest. Dopo aver inspirato ed espirato, riprendiamo il movimento, questa volta a destra e a sinistra, proseguendo così, con fluidità e consapevolezza, fino al termine della musica. Torniamo quindi in posizione neutra, mani sul cuore e piedi uniti. Rivolgiamoci ora a Sud, dirigendoci all’indietro con il passo, il braccio, la mano e lo sguardo, alternativamente a destra e a sinistra, fino al termine della musica. Ecco arrivato il momento del cerchio, in cui combiniamo i tre esercizi dinamici appena eseguiti, creando una sequenza fluida. Questa è la parte più energetica della meditazione, da ripetere sino al termine della musica. Possiamo, a questo punto, tornare all’immobilità e riposare nel nostro tempio interiore, da seduti o sdraiati. Osserviamo il respiro, l’aria che entra e l’aria che esce. Percepiamo le sensazioni del corpo e la connessione con il cuore. Alla centratura interiore segue una fase di interiorizzazione profonda, in cui l’inconscio risale lo spazio eterno e si manifesta, invitato dal battito di una campana tibetana oppure da suono del silenzio. Per riportarci alla presenza del qui e ora e all’affermazione cosciente dell’amore incondizionato.

Namasté,
Viola Shanti

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