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“Lo yoga ci insegna a modificare ciò che non può essere accettato e ad accettare ciò che non può essere modificato.”
— Bellur Krishnamachar Sundararaja Iyengar

Cos’è la fibrosi cistica

La fibrosi cistica è una malattia genetica ereditaria, cronica ed evolutiva. È caratterizzata dalla produzione di muco denso, vischioso, che tende ad ostruire i bronchi e i dotti del pancreas.
La fibrosi cistica è una malattia genetica che colpisce le ghiandole esocrine, come quelle che producono muco e sudore. A pagare le conseguenze del loro malfunzionamento sono i polmoni, il pancreas, il fegato, l’intestino, i seni paranasali e l’apparato riproduttivo. La fibrosi cistica produce secrezioni dense che danneggiano particolarmente l’apparato respiratorio e quello digestivo. I sintomi più comuni sono: tosse ricorrente, ripetute infezioni delle vie aeree, diarrea persistente e magrezza (o difficoltà di crescita nell’infanzia). Inoltre la fibrosi cistica porta a perdere molti sali attraverso il sudore, causando scompensi elettrolitici, disidratazione, aumento della frequenza cardiaca, affaticamento e debolezza, riduzione della pressione sanguigna e colpi di calore.
La fibrosi cistica (in passato chiamata mucoviscidosi) è una malattia in genere grave, presente dalla nascita in quanto dovuta a una mutazione del gene CFTR. Chi nasce malato ha ereditato sia dal padre sia dalla madre una copia del gene mutato. Il gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane conductance Regulator) è localizzato sul braccio lungo del cromosoma 7 e codifica per una proteina di 1480 aminoacidi situata sulla membrana cellulare delle cellule epiteliali.

Lo yoga come aiuto per le persone con problemi respiratori

Lo Yoga mi ha aiutata a trasformare una difficoltà in un’opportunità! Lo yoga offre un ambiente protetto dove sperimentare e mettersi alla prova per fare esperienza di qualcosa che poi potrà esserci utile nella vita fuori dal tappetino! Noi siamo energia e quando pratichiamo yoga abbinando il respiro (assorbimento del prana) al movimento. Creiamo energia mantenendo le nostre vibrazioni elevate migliorando il nostro umore.

Chi soffre di patologie respiratorie deve fare attenzione anche all’ambiente evitando fattori scatenanti come il fumo, che rende difficile la respirazione e provoca tosse, respiro affannoso e persino mancanza di respiro ed è soggetto ad ansia e stress, proprio a causa di queste crisi respiratorie.
La gravità della condizione varia da persona a persona e, sebbene la fibrosi cistica sia incurabile, esistono modi per gestirne i sintomi. Il sistema nervoso è il “centro di comando” del corpo. Il sistema nervoso interpreta gli stimoli provenienti dal mondo e poi invia comandi a parti specifiche del corpo per rispondere a tali stimoli.

Lo yoga e il lavoro di respirazione possono aiutarci a passare al sistema nervoso parasimpatico, in modo che il corpo possa ripararsi e la mente possa riposare dopo essere stata esposta e aver risposto a fattori di stress. L’esercizio fisico è di fondamentale importanza nei pazienti con Fibrosi cistica e nelle patologie respiratorie in generale.
Per quanto riguarda la mia esperienza, ho constatato esercitandomi tutti i grandi miglioramenti, più resistenza, effetto, reazione più facile, aumento delle funzionalità respiratorie. Inoltre rimanendo sempre movimento nonostante tutto anche l’umore migliora ribaltando e migliorando.

Respirazione Yoga e sistema respiratorio

La corretta ossigenazione delle cellule è un altro aspetto importante per la salute. Le cellule hanno bisogno di ossigeno per generare energia. Per far arrivare alle cellule ossigeno a sufficienza, è necessario migliorare l’assorbimento dell’ossigeno da parte del sangue. La respirazione profonda nella parte inferiore dei polmoni aumenta l’assorbimento dell’ossigeno. Questo fa sì che anche con un numero inferiore di inspirazioni al minuto, il sangue riceve più ossigeno. Il sangue è quindi in grado di fornire meglio l’ossigeno a tutti i tessuti del corpo.

Io utilizzo sempre questo sistema di respirazione proprio perché ho notato che così facendo anche con livelli di ossigenazione più bassi il mio corpo si adatta trovando un equilibrio nello squilibrio! Il sistema respiratorio è davvero incredibile. È costituito da organi e tessuti strutturati in modo funzionale e progettati per la fondamentale attività vitale della respirazione. Questo sistema fa entrare l’ossigeno nel nostro corpo e fa uscire l’anidride carbonica.
L’apparato respiratorio è costituito da tre parti principali:

  • Le vie aeree (costituite da naso, bocca, faringe, laringe, trachea, bronchi e bronchioli)
  • I polmoni
  • I muscoli della respirazione (muscoli intercostali, diaframma)

Attraverso il sistema respiratorio, il nostro corpo riceve aria ricca di ossigeno per consentire alle cellule di funzionare in modo ottimale. L’aria entra dalla bocca e dal naso e poi scende lungo la trachea fino ai polmoni. Il diaframma è in realtà un muscolo che utilizziamo per inspirare (respirare) ed espirare (espirare). Si trova appena sotto i polmoni.

Lo yoga come supporto ai pazienti con broncopneumopatie

Yoga per supportare ed aiutare a star meglio in pazienti con broncopneumopatie:

Pranayama e controllo dell’energia vitale

Esistono tecniche di respirazione yoga chiamate pranayama. Il pranayama migliora le funzioni respiratorie e fisiche proprio perché allenandosi a respirare consapevolmente si migliora la forza e la flessibilità dei muscoliinspiratori e viene apportata una maggiore quantità di ossigeno migliorando tutte le funzioni del nostro corpo.
Utilizzando consapevolmente inspirazione, ritenzione ed espirazione avviene il pranayama che comprende diverse tecniche di respirazione yoga, ciascuna con uno scopo specifico.
Esistono vari tipi di Pranayama ed ognuno è ideale per esigenze specifiche (come ho approfondito nella tesi yoga sul respiro pag 91.)

Il pranayama consente una respirazione più completa e profonda e un aumento del livello di ossigeno nel sangue, che contribuisce a migliorare la salute. Ha un potere indescrivibile usare il respiro, con uno scopo e una conoscenza di come farlo in modo sicuro, questo ci permette di rallentare il respiro di entrare in un ritmo di movimento ed Il battito cardiaco rallenta e ci riporta al tempo presente il qui e ora l’unico momento che davvero esiste!

La pratica Yoga costante affiancata alle cure e alla fisioterapia aiutano a ridurre i danni respiratori. Chi soffre di insufficienza respiratoria come me, nella maggior parte dei casi le espirazioni sono difficili, quindi gli esercizi che favoriscono la possono essere utili per elasticizzare e rafforzare il corpo e liberarlo dall’anidride carbonica che vi rimane intrappolata impedendo uno scambio più efficace!

Asana: posizioni e posture del corpo utili

Abbinate al pranayama esistono determinate postura del corpo dette Asana che incentivano l’ingresso del prana proprio dove ce n’è più necessità:

  • TORSIONI. Le posizioni di torsione fanno defluire il sangue venoso dagli organi interni, permettendo al sangue ossigenato di affluire quando la torsione viene rilasciata.
  • POSIZIONI INVERTITE. Le posizioni invertite incoraggiano il flusso di sangue venoso dalle gambe e dal bacino verso il cuore, per poi essere pompato attraverso i polmoni, dove vieneossigenato.
  • ESERCIZI DEL CORPO

I 5 Asana che consiglio e pratico quotidianamente:

1. Ardha Setu Bandhasana

Posizione del Mezzo Ponte. Questa posizione può aiutare ad aprire il petto e si effettua in questo modo: Sdraiatevi sulla schiena, piegate le ginocchia e avvicinate i piedi ai fianchi.
Tenete i piedi alla larghezza delle anche e i talloni sul pavimento. Mettete le mani ai lati, con i palmi rivolti verso il basso, mani appoggiati sul pavimento accanto alle cosce. Inspirate,
spingete le mani nel pavimento e sollevate lentamente i fianchi verso il soffitto, raggiungete con le mani le caviglie e portate il petto verso il mento.
Continuate a sollevare il bacino verso l’alto e la testa e respirate in modo regolare, spingete il bacino più in alto possibile tenete le spalle e la testa sul pavimento e avvicinate le scapole tra loro. Le ginocchia devono rimanere parallele, le dita dei piedi possono puntare leggermente verso l’esterno.
Le ginocchia e le caviglie devono formare un angolo di 90 gradi rispetto al pavimento.
Sostenete la schiena portando le mani nella stessa posizione delle spalle (dita rivolte verso la colonna vertebrale e pollici in alto lungo il corpo).

Come uscire dalla posizione: Appoggiare i palmi delle mani sul pavimento e, vertebra per vertebra, abbassare la schiena verso il pavimento.

2. Bhujangasana

Posizione del Cobra Allargata. Questa posizione allunga la parte anteriore del busto e aiuta a respirare più profondamente.

Come entrare nella posizione: Sdraiatevi a pancia in giù con la fronte sul pavimento e le mani vicino al petto. Le gambe sono alla larghezza delle anche o delle spalle.
Inspirate, spingendo le mani contro il pavimento, e allungate il busto in avanti e in alto. Sollevate il busto il più possibile dal pavimento, mantenendo la parte anteriore del bacino ben appoggiata al pavimento. Portate l’intera colonna vertebrale in un arco all’indietro, premendo con forza le mani contro il pavimento. Guardate in diagonale verso l’alto o anche in alto e
indietro, mantenendo il collo allungato. Mantenete la posizione con costanza per tutto il tempo necessario e respirate in modo regolare. Per rilasciare la posizione, portare lo sterno in avanti e in fuori e abbassare delicatamente il busto verso il basso.

Modifiche e Aggiustamenti: A seconda della flessibilità della colonna vertebrale, è necessario tenere le braccia piegate. Più le braccia sono piegate, più si sente il peso. Se diventa troppo pesante, si possono portare le mani in avanti in modo da raddrizzare maggiormente i gomiti. Assicuratevi però che le spalle non si sollevino fino alle orecchie. Se soffrite di problemi alla schiena, i piegamenti all’indietro sono spesso consentiti e persino consigliati. Tuttavia, assicuratevi di non spingere al massimo la vostra capacità di movimento, ma di rimanere intorno al 70% della vostra flessibilità. Per un maggiore sostegno e stabilità, mantenete attivo il core, tirando l’ombelico verso la colonna vertebrale.

Indicazioni per l’allineamento: Le braccia non sono bloccate ma leggermente piegate, con i gomiti che abbracciano il lato del busto. L’osso pubico e le cosce rimangono saldamente
appoggiati al pavimento e le scapole sono abbassate verso la vita. Ricordate che il collo è un’estensione della colonna vertebrale, quindi evitate di abbassare la testa all’indietro. A seconda della vostra flessibilità, guardate in avanti, in diagonale verso l’alto o in alto e all’indietro.

3. Jathara Parivartanasana

Torsione spinale supina. Questa posizione può aiutare a trovare più spazio e rilassamento nell’addome e nella parte bassa della schiena per favorire una respirazione più profonda.
Come entrare nella posizione: Sdraiatevi sulla schiena, con le gambe unite e le braccia a un angolo di 90 gradi dal corpo, con i palmi rivolti verso l’alto. Sollevate il ginocchio sinistro verso il petto e lasciatelo cadere verso destra, finché il piede sinistro non poggia sul pavimento.
Appoggiare la mano destra sul ginocchio sinistro, guardare sopra la spalla sinistra e, a ogni respiro, concentrarsi sul rilascio del ginocchio sinistro verso il pavimento e sulla pressione della scapola sinistra verso il pavimento. Mantenere la posizione con costanza per tutto il tempo necessario e respirare in modo regolare. Per uscire dalla posizione, far scivolare il piede sinistro sul pavimento per unirlo al destro e lasciare che il corpo rotoli indietro in posizione supina. Ripetere poi sull’altro lato.

Controindicazioni e Precauzioni: Si tratta di una posizione piuttosto riposante e delicata in generale. È una buona alternativa per coloro per i quali le torsioni da seduti non sono  raccomandate.

Modifiche e Adattamenti: Per diminuire l’intensità della torsione, si può mettere un cuscino o una coperta arrotolata sotto la spalla che deve rimanere a terra o sotto la gamba o il ginocchio
incrociati. Indicazioni per l’allineamento:L’intera colonna vertebrale è sollevata dal pavimento. Solo un lato dell’anca e la scapola opposta devono essere saldamente premuti sul pavimento per creare un’opposizione. Il ginocchio della gamba superiore deve trovarsi all’incirca all’altezza dell’anca. Non tenetelo troppo basso, perché in tal caso l’allungamento riguarda soprattutto i glutei e non la schiena. Assicuratevi che il piede superiore sia appoggiato al pavimento e mantenete la gamba inferiore attiva e dritta per creare opposizione.

4. Marjaryasana

Posizione del Gatto. La posizione del gatto è una delle posizioni yoga più facili ed efficaci. È indicata anche contro la depressione, contro lo stress e contro l’ansia: aiuta a trovare il
ritmo respiratorio giusto perché apre il torace e permette di spingere in profondità l’aria che si inspira. Aiuta ad aumentare la capacità polmonare.
Ecco Come eseguirla: Mettetevi a quattro zampe, con le ginocchia sotto i fianchi e i polsi sotto le spalle.

Marjaryasana 1: Inspirando, inarcate la schiena, aprite il petto, spingete l’ombelico verso il pavimento e guardate in alto
Marjaryasana 2: Espirando, spingete le mani e le ginocchia nel pavimento e arrotondate la schiena il più possibile, portando il mento al petto e la parte centrale della schiena verso il
soffitto Controllare che le spalle siano sopra i polsi e le anche sopra le ginocchia. Le punte dei piedi sono appuntite e le mani spingono attivamente sul pavimento.

5. Sukha Hanumanasana

Affondo basso. Questa posizione aiuta ad aprire il torace e favorisce la respirazione profonda.

Come si esegue: Iniziare con un affondo basso, con le mani lungo il piede anteriore sul pavimento. Il ginocchio della gamba posteriore è a terra, con il piede puntato. Spingete ora la gamba posteriore il più lontano possibile, mantenendo l’allineamento ginocchio anteriore-caviglia superiore. Sollevate il petto, spingete il bacino in avanti verso la gamba anteriore e allungate le mani sopra la testa, a palmi uniti. Allungate le mani verso l’alto e all’indietro, facendo inarcare ancora di più la colonna vertebrale e soprattutto il torace e guardate in alto.

Conclusioni

In questi Asana non ci sono controindicazioni e precauzioni generali, rispettate il vostro limite di movimento e non spingetevi oltre, siate sempre gentili con il vostro corpo.
Yoga e respirazione sono mezzi di supporto alla cura di corpo e spirito e, in caso di malattie, dovrebbero essere praticati con l’approvazione del medico curante e dei fisioterapisti con cui consiglio di confrontarsi sempre!

Consiglio a tutti i pazienti con la i fibrosi cistica di sperimentare lo yoga e considerarlo di aiuto e supporto alle terapie consuetudinarie; le tecniche che ho indicato sono da provare ed è solo iniziando a praticare che ognuno di noi potrà accorgersi dei benefici!

“LO YOGA NON È PER ESSERE ESEGUITO, LO YOGA È PER ESSERE VISSUTO. LO YOGA NON SI CURA DI CIÒ CHE SEI STATO, LO YOGA SI CURA DELLA PERSONA CHE STAI DIVENTANDO!”
— Aadil Palkhivala

Credo che questa disciplina potrebbe essere di grande aiuto per altri pazienti così come lo è per me ed è proprio per questo che ho proposto alla lega italiani fibrosi cistica di poterlo proporre attraverso di loro, ed è così ha preso vita questo progetto che ho sviluppato e realizzato creando un percorso di tre webinar on line intitolato “I colori dell’anima: percorso di benessere psicofisico, yoga e mindfulness per persone con fibrosi cistica”

Il progetto è stato finanziato dalla lega italiana Fibrosi Cistica e proposto a livello nazionale a tutti i pazienti. Questo è un progetto in cui credo con tutta me stessa e continuerò in questo percorso con Estrema fermezza e volontà proprio perché ho sperimentato in primis si me stessa i benefici psicofisici che ne derivano aiutando il nostro corpo nel mantenere sempre le vibrazioni alte per indurre il nostro corpo ad una specie di autoguarigione. Credo in questa collaborazione e alle sinergie che si sono create per continuare a sviluppare e proporre pratiche adatte a tutti coloro che hanno difficoltà respiratorie e altre malattie invalidanti.
Penso che per aiutarsi nel vivere al meglio sia fondamentale conoscersi e sviluppare attenzione e respiro consapevole abbinato al movimento per supportare e migliorare le condizioni di salute psico fisiche di ciascuno individui, e ancor di più i difetti più fragili che sanno bene cosa significa stare male e l’importanza vitale che ha il potere respirare!!

“Se cerchiamo qualcosa, anche quel qualcosa è in cerca di noi.”
(Paulo Coelho)

Eccomi qui in tutto il mio avvenire e lieta di aver condiviso questa parte di vita con voi proprio ora che sono ricoverata in ospedale e lo scrivere questo articolo nel pensare a tutti voi Mi ha aiutata e aiutata a superare anche momenti di difficoltà. Ed ora è giunto il momento di salutarci ed è con enorme piacere gratitudine che vi
auguro di vivere la vostra vita al meglio delle vostre possibilità!

Namastè,
Tiziana Yogabondati

Leggi anche: La brevità della vita è apprezzare ogni singolo instante

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