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Zazen

La meditazione Zen, nasce in Giappone nel XIII secolo grazie all’opera del maestro Dogen. Nata dal buddismo zen, ha influenzato la cultura dei samurai, i codici comportamentali da tenere in società, fino al metodo costruttivo, ai rituali e alle usanze. La parola Zazen – ”seduti semplicemente” – significa che ci sediamo in meditazione con semplicità, senza scopi o aspettative, senza nulla volere e pensare, persino “senza” l’idea di sedersi “senza nulla volere e pensare”! Abbandoniamo saperi e conoscenze ed entriamo “nudi” nella pratica del “non-sapere”. la meditazione zen può essere praticata da tutti, non richiede grande impegno fisico, nè economico e aiuta a combattere lo stress e l’ansia da prestazione.

Uno degli aspetti più sorprendenti di questa meditazione che ho studiato con il Monaco Zen maestro di Aikido, Ruben Viloria, ed è anche uno degli elementi più difficili dell’apprendimento, è che la conoscenza della verità è la consapevolezza che tutto è “vacuità”, essa è inscritta in ogni nostra cellula ed è solo una questione di “tempo” rivelarlo al nostro Se illuminato.

Esempio: all’inizio, e a volte si tratta di considerare “inizio” la prima ora della sessione meditativa, mentre sediamo nella posizione e manteniamo la colonna allungata e il mudra delle mani correttamente, i nostri pensieri sembrano inesauribili, si affollano come tifosi allo stadio, non riusciamo a silenziare la mente. Così non ci resta che lasciare che accada! Non possiamo fare altro, respiriamo e lasciamo che, come le interminabili nuvole di un ciclone si abbattono tra cielo e terra, passino e facciano il loro corso cosi noi impariamo a non pensarle più naturalmente nè proveremo a fermarle.

Poi, e nessuno ci avverte prima e quando questo miracolo avverrà, improvvisamente, i pensieri non ci sono più, finiscono! e al loro posto si vede/sente dentro e intorno la fine del tempo, non ci sono più nemmeno i minuti, le ore… appare la nuda e meravigliosa esistenza del presente in tutta la sua eternità. Da quel momento ogni prigione, etichetta, sigla, nomenclatura, categoria finiscono e un oceano di gioia e pace invade tutto il nostro essere . L’esperienza è ogni volta sempre più forte, reale, tangibile ed è fatta di vuoto! ”La forma è vuoto e il vuoto è la forma” il saggio detto si realizza nella pratica. Una volta compreso questo porteremo nel nostro allenamento delle arti marziali o dello yoga, una “qualita’’ mentale e fisica assolutamente potenziata e tranquilla, potremo affrontare qualsiasi problema e coordinare pensiero e azione con chiarezza, rapidità, precisione e inesorabilità.

pratica: “essere seduti e stabili come una montagna”

10 minuti di meditazione Zazen

Seduti a terra davanti ad un muro bianco, in “seiza” sullo zafu o in siddhasana con un mattoncino sotto il sacro, per tenere sollevata da terra la zona sacrale e mantenere più facilmente la colonna dritta e le anche rilassate.

Mudra per la postura delle mani: mano sinistra sopra palmo destro pollici in linea si toccano
Inspirare profondamente contare fino a 10, espirare profondamente contare fino a 10 chiudere lo sfintere “come un colpo di forbice” al termine di ogni “espirazione”
Anche se non riusciamo ad estendere il respiro cosi a lungo, o qualche pensiero ci distrae, riprendiamo sempre a respirare profondamente e a contare imperturbabilmente.

Kinhin

La meditazione dinamica Kinhin letteralmente significa camminare avanti e indietro. Consiste in una forma di meditazione dinamica in cui la consapevolezza è focalizzata sulla “sincronizzazione” dei nostri passi col respiro. Diversamente dalle altre meditazioni camminate, in questa non ci si concentra sull’ambiente circostante, ma su se stessi e sul lento incedere di gambe e piedi mantenendo la colonna allungata e le spalle rilassate.
Nel buddismo zen, Kinhin è praticato molto lentamente: mezzo passo per ogni respiro completo!
L’ origine esatta di questa pratica, non è databile ma è certo che per millenni molte religioni e tradizioni spirituali l’hanno adottata per favorire concentrazione e rilassamento protratto, un prolungamento della meditazione seduta a terra e che aiuta a sgranchire le gambe del praticante dopo quella statica.

pratica: “Andare attraverso: come un filo in un ago”

10 minuti di meditazione dinamica, Kinhin,

Dopo aver praticato la meditazione Zazen, due rintocchi di campana, avvertono che ci si può alzare, si portano entrambe le mani nel mudra Shashu e si inizia a camminare in senso orario lungo il perimetro dello zendo. I praticanti si dispongono in fila facendo attenzione a non sovrapporre o imporre il proprio incedere alla persona che precede e mantenendo un andatura fluida che non blocca o rallenta la persona dietro. Così il flusso della meditazione Zazen non è interrotto ma si propaga al gruppo dei meditanti, come insegnamento ad essere “molti in uno”.

Shashu mudra: formare un pugno con la mano sinistra chiudendo le dita intorno al pollice, avvolgere la mano destra intorno al pugno, con il pollice destro che tocca la base del pollice sinistro.Piegare i gomiti tenendoli staccati dal corpo per consentire alle spalle di rilassarsi e portare il mudra delle mani cosi formato sotto il petto, altezza plesso solare (terzo chakra).

effetti benefici: migliora equilibrio e coordinazione fisica, affina la concentrazione, la qualità del sonno e il sistema nervoso migliorano, con la pratica anche l’ansia e la depressione, si riducono in maniera evidente solo dopo 12 settimane.

La meditazione Zen e il controllo del respiro sono un’ottima preparazione per lo yoga e le arti marziali

Ho praticato le arti marziali sin dall’età di 7 anni con il maestro Melchiorre Cavalli allievo diretto del maestro Park Sun Jae, il primo maestro coreano a portare il Tae kwon do in Italia. Grazie a loro ho iniziato davvero presto a comprendere che solo l’impegno costante e la perseveranza portano a costruire una solida personalità in grado di comprendere e di apprendere velocemente e profondamente ogni enigma, problema, conflitto della vita, poichè anche ciò che sembra negativo è un’opportunità di crescita e l’esperienza è l’unica vera maestra!

È necessario imparare a cadere per rialzarsi, sapendo che cadere non è una sconfitta o un’umiliazione ma la vera via dell’apprendimento e l’opponente, anzichè essere un nemico da odiare, ha la funzione del nostro compagno di studi che ci insegna a diventare bravissimi ad ascoltare e ad osservare ogni più impercettibile variante e che ci mostra la strada per poter attraversare il confronto diventando tutt’uno con lui.

Dall’esperienza nei combattimento ho compreso che sorprendere l’avversario consiste nell’avere pazienza, e che la creatività è talvolta lenta costruzione, mentre altre volte deve essere rapida improvvisazione.

Non esiste mai un “adesso” uguale all’altro, tutto muta, è la legge dell’universo, l’arte marziale ma similmente anche il Vinyasa Yoga, ci prepara a questo scopo e dopo tanti anni ancora ringrazio la sua iniziazione, un imprinting che mi guida verso la continua ricerca dell’Arte dell’equilibrio fisico e psichico, la “via di mezzo” in ogni circostanza della vita.

Janine Claudia Nizza

Prossimi Eventi sulla Meditazione Zen

Seminario Nazionale di Ju Jitsu a cura del maestro Rosavio Greco il 27/28 aprile, a Roma con la partecipazione di J.C.Nizza come Tecnico Yoga con l’intervento sul Respiro, il Tanden e la meditazione Zen, preparazione psicofisica per il jujtsu, Roma, indetto dall’Endas, direzione di Junho Park.

Bibliografia

  • “Do-In” di Jean Rofidal
  • “Lo Zen e l’arte di innamorarsi” di Brenda Shoshanna

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