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Nell’Islam, il Ramadan è il mese in cui si pratica il digiuno, in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto («Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza»: II.185).

Il digiuno fu reso obbligatorio durante il mese di Sha’ban nel secondo anno dopo la migrazione dei musulmani da La Mecca a Medina.

Questa ricorrenza annuale è considerata uno dei Cinque Pilastri dell’Islam, nonchè un precetto religioso per i musulmani adulti, ad eccezione di quanti sono in età avanzata, in gravidanza, in allattamento, diabetici o malati terminali oppure durante le mestruazioni.

Durante questo periodo, il digiuno include la recita delle preghiere, la lettura del Corano e un crescente impegno nelle opere di bene e nella carità.

Dato che il calendario islamico è composto da 354 o 355 giorni (10 o 11 giorni in meno dell’anno solare), il mese di Ramadan ogni anno cade in un momento differente dell’anno solare e quindi man mano retrocede, fino a cadere in una stagione diversa.

Durante il digiuno dall’alba al tramonto, i musulmani si astengono dal consumo di cibi e bevande, dal fumare e dalla pratica di attività sessuali. I fedeli sono anche invitati all’astinenza da comportamenti peccaminosi che vanificherebbero il digiuno, come ad esempio i peccati di parola (insulto, calunnia, bestemmia, menzogna, ecc.) o le azioni violente, con l’eccezione della legittima difesa.

Pochi forse lo sanno, ma lo yoga è considerabile una pratica ideale durante il Ramadan.

Amanda Duncan, co-fondatrice dello studio Phoenix Rising a Dubai afferma che: “Contrariamente ad alcuni consigli più tradizionali sull’evitare l’esercizio fisico durante il digiuno, una lezione di yoga durante il Ramadan può effettivamente essere utile per il nostro benessere fisico e mentale durante il mese santo. Siamo orgogliosi di adottare un approccio su misura tutto l’anno, sia nelle pratiche in gruppo che a livello individuale, e la raccomandazione numero uno è quella di far sapere all’istruttore se stai digiunando in modo che lui o lei possano suggerire pose alternative e tenerti d’occhio mentre fai pratica”.

Il 21 giugno 2017 nella giornata internazionale dello yoga, la Duncan ha offerto alcuni consigli su come ottenere il massimo dalla pratica yogica durante il Ramadan.

Secondo questa insegnante di Yoga il Ramadan può essere il momento ideale per esplorare stili leggermente diversi. Se gli individui di solito praticano uno stile vinyasa più veloce, il Ramadan potrebbe essere l’occasione per esplorare una classe più lenta e rigenerante come l’hatha o addirittura lo yin yoga. O forse usare l’opportunità di “reimpostare” e seguire una lezione per principianti per esplorare nuovamente tutti i concetti chiave.

La Duncan ha specificato che durante il digiuno, è probabile che i livelli di energia siano al minimo nel pomeriggio, quindi potrebbe essere saggio prendere in considerazione una classe più dolce al mattino o appena prima di rompere il digiuno all’ifar (pasto serale consumato dai musulmani che interrompe il loro digiuno) o anche più tardi nel sera almeno due ore dopo iftar. In questo modo gli individui potranno continuare a praticare, ma non bruceranno troppa energia vitale necessaria durante il giorno.

Tra le asana da eseguire dopo iftar, sono da preferire le torsioni che, come noto, aiutano il processo digestivo ed ad espellere le tossine.

Di seguito si segnala una sequenza di asana consigliata a chi si sente di mantenere la pratica “fisica” durante il Ramadan:

  1. Alcuni giri di Saluto al sole (magari praticato in maniera più lenta);
  2. Setu Bandhasana (il mezzo ponte);
  3. Pashimottanasana (la pinza);
  4. Bhujangasana (il cobra);
  5. Balasana (la posizione del bambino);
  6. Ardha Matsyendrasana (la mezza posizione di Matsyendra);
  7. Savasana (il cadavere).

Durante il digiuno può essere utile ed indicato prestare maggiore attenzione alla respirazione soprattutto nei primi giorni. Il respiro profondo, lento e ritmato può aiutare a superare le sfide mentali che le persone potrebbero incontrare quando i loro livelli di zucchero nel sangue e di energia sono più bassi e le loro normali attività quotidiane sono molto diverse.

Il Ramadan può diventare una bellissima opportunità per rallentare il ritmo della vita (distaccandosi anche da una pratica troppo legata alla parte fisica) e riflettere di più su se stessi, i propri obiettivi e forse per praticare con maggiore presenza mentale dedicando più tempo a pranayama, meditazione, seva (servizio devozionale) e studio di sé e dei testi sacri.

Ecco quindi un nuovo esempio di incontro e unione tra lo Yoga ed una cultura che potrebbe sembrare lontana come quella islamica (ma che poi tanto lontana non è). Inoltre ricordiamo come il digiuno sia una pratica che fa parte anche di altri tradizioni come quella induista e anche quella cristiana (quaresima).

Massimo e Sibilla Mannarelli

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