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Lo yoga con i suoi numerosi esercizi e la sua filosofia estesa deriva dall’antica India. Ogni paese offre un’alimentazione peculiare e così anche l’India. Gli alimenti particolari di questo paese sono in primo luogo il riso, il latte e i derivati del latte. I frutti tipici sono mango, banana, papaia, datteri e altri. La verdura nell’India invece è molto simile a quella dell’Europa.

La filosofia Samkhya distingue tutti gli alimenti in tre princìpi, nei cosiddetti guna. Sattva è la guna  per tutti gli alimenti puri. Rajas, la seconda guna, contrassegna una nutrizione, che provoca inquietudine nel sistema nervoso e anche irritazioni nella digestione. [1] Tutti gli alimenti non abbastanza maturi e troppo crudi, troppo dolci o troppo piccanti irritano l’organismo e alla fine arrecano un disequilibrio mentale. Il terzo principio della natura è il tamas, cioè l’indolenza, la passività, la pesantezza e l’immobilità. Il consumo di carne, di alimenti troppo vecchi o di cibo troppo cotto o guastato dalla cottura arrecano la guna del tamas, l’indolenza. Il grande Yogin Sri Sivananda consigliava di evitare l’aglio, la cipolla e altre piante della famiglia delle alliaceae, perché velano la consapevolezza e portano una certa inerzia all’allievo dello Yoga. Secondo questo filosofo dello Yoga le alliaceae creano una situazione di tamas. [2]

La cipolla e l’aglio sono tuttavia dei rimedi per sostenere il metabolismo ed eliminare i troppi liquidi nel tessuto. L’aglio può persino abbassare la pressione alta. Nella medicina naturale sono visti come alimenti importanti; l’aglio, consumato la sera, agisce sul sistema nervoso come un tranquillante. Quindi il praticante dello Yoga deve trovare una risposta individuale per quanto riguarda la scelta degli alimenti dalla famiglia delle alliaceae.

Se osserviamo l’irradiazione energetica in modo soprasensibile, i differenti tipi di cipolla e soprattutto l’aglio portano molta luce nel metabolismo. Uno dei componenti minerali delle alliaceae è lo zolfo. Questo microelemento trattiene la luce molto profondamente negli organi e non permette che essa sia subito disponibile per la consapevolezza. Perciò questi alimenti furono controindicati perché si riteneva che procurassero irritazioni durante la meditazione, però in realtà il loro effetto si limita solo alla fase del consumo. Il praticante dello Yoga non dovrebbe evitare a lungo queste piante, perché sono molto preziose per la purificazione dell’organismo.

In Italia non dobbiamo, pur essendo praticanti dello Yoga, imitare le abitudini della nutrizione orientale. Una delle grandi differenze tra l’India e l’Occidente consiste nel consumo e nella qualità del latte. La mucca sacra è come una dea in India, venerata dagli indiani. L’autobus indiano si ferma se la mucca attraversa la strada. Il latte ha, in quel paese, un’altra qualità rispetto a quello prodotto delle mucche in occidente che vivono in stalle troppo strette. Questo esempio dimostra l’importanza di creare una visione alimentare nuova per lo Yoga in occidente, in quanto è consigliabile usare i prodotti locali del nostro paese. Imitare alla lettera i princìpi orientali sarebbe troppo semplicistico e non porterebbe ad una buona scelta del cibo.

Il riso è il tipo di cereale che promuove una consapevolezza contemplativa con un carattere di equanimità, mentre per esempio l’orzo, l’avena sativa o il frumento stimolano un’attenzione rivolta più verso il mondo. Il riso, il tipico cereale della luna, cresce nell’acqua e organizza anche la secrezione dell’acqua dal corpo fisico. Crea la base per l’introversione e un atteggiamento meditativo. Gli altri cereali nel nostro paese favoriscono il pensare e inoltre donano una forza per l’estroversione. Danno un maggiore impulso all’essere umano per porsi e mettere in pratica gli obiettivi del mondo terrestre. Una persona che ha difficoltà a entrare in contatto con il mondo e con altre persone, non si fa un grande favore se mangia il riso come cereale principale. Se studiamo i diversi tipi di cereali, possiamo vedere le loro forze energetiche e possiamo scegliere la specie adatta per la nostra individualità.

Una nutrizione ideale per aumentare flessibilità, purezza della mente e del corpo fisico, insomma per la salute, ha bisogno di uno studio dei differenti alimenti. Oltre alle conoscenze sulle diverse possibilità che forniscono gli alimenti, la loro qualità è molto importante: come è stata coltivato la verdura nel campo dall’agricoltore? In modo biologico o non biologico? Il problema oggi è vasto perché le coltivazioni convenzionali forniscono prodotti che contengono più veleno e meno sostanza minerale. Un vegetariano ha bisogno di prodotti biologici di buona qualità e una sufficiente durata di maturazione. I prodotti con concime artificiale non maturano abbastanza armoniosi e resistenti e alla fine arrecano la guna di rajas. Le piante ben maturate con sufficiente luce portano nel corpo fisico e nel metabolismo non solo le vitamine e minerali essenziali, ma accendono anche più calore e luce nelle cellule. Con gli alimenti il consumtore assume la luce del cosmo. Se le mucche si trovano costantemente nell’atmosfera buia di una stalla e vengono nutrite sempre con granoturco grossolano o foraggio concentrato, forniscono una qualità di latte senza luce, alla quale tante persone reagiscono con allergie. [3]

Un altro aspetto dello Yoga e nutrizione è la preparazione del pasto in cucina. Nello Yoga possiamo dire che la preparazione del cibo è un’arte particolare per la salute. Il cuoco o la cuoca nobilitano ogni alimento con l’uso del fuoco e con la loro fantasia nella scelta ideale delle spezie e degli ingredienti. Tutta la pietanza non deve essere troppo pesante e nemmeno troppo leggera. Ogni persona ha bisogno di sufficienti proteine per il sistema nervoso e per il sostegno del corpo fisico. Inoltre si devono mangiare carboidrati per la forza dei muscoli e per l’attività in generale. I grassi insaturi sono una parte altrettanto importante per la dinamica del metabolismo e per il flusso della linfa. L’olio d’oliva è ideale nel nostro paese e non dovremmo usare eccessivamente altri oli come quello di sesamo. Le noci, le nocciole e altri semi a guscio forniscono proteine e oli insaturi. Il cuoco deve conoscere i differenti alimenti e può sviluppare una sensibilità per una pietanza equilibrata, con luce e purezza. L’arte della preparazione promuove una condizione salutare nel praticante dello Yoga e anche un bell’equilibrio per affrontare tutte le richieste della mente e dell’anima. Il campo della nutrizione è un grande tema per lo Yoga e per lo sviluppo dell’anima. Non mangiamo solo le sostanze. Con ogni alimento mangiamo una parte del cosmo e partecipiamo alla vita sociale. Nell’atto del mangiare tocchiamo con i sensi l’alimento, annusiamo il profumo, assaporiamo il gusto. Nella digestione gli enzimi dissolvono le proteine e i carboidrati e rielaboriamo tutte le sostanze per il corpo fisico individuale. L’atto intero del mangiare è una processo di partecipazione al cosmo e all’ambiente. [4]

Heinz Grill

[1] Le guna sono tre princìpi ontologici della natura: sattva, rajas, tamas. La filosofia Samkhya è molto antica e nella Bhagavad Gita si parla di questi tre principi dell’essere. la filosofia Samkhya esprime l’importanza dei tre guna non solo per l’alimentazione ma per tutta la vita.

[2] Vedi http://sivanandaonline.org/public_html/?cmd=displaysection&section_id=1361

[3] Vedi “Dieta contro le allergie” di Udo Renzenbrink

[4] Vedi “L’alimentazione e la forza donatrice dell’uomo” di Heinz Grill

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