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Tempo di lettura:8 minuti, 54 secondi

Lo Yoga è sempre stato un eccellente strumento per “riequilibrare”. Sin dai suoi inizi ci insegna a cambiare le “cause negligenti” che portano come “effetto deleterio” gli squilibri psico-fisici nell’essere umano. La pratica della “consapevolezza” a partire dal corpo e dal respiro, mantiene le sue promesse oltre il tempo.

In passato i problemi legati al buon sviluppo di un’esistenza dipendevano da fattori contingenti: cercare il cibo, trovare riparo dalle intemperie, difendersi dagli attacchi delle fiere, dei nemici, dalle malattie. Lo stress era talmente forte che per aiutare le persone, i saggi provvedevano con rimedi preventivi insegnando filosofie di vita, condotte morali e rituali attraverso precetti orali. Lo Yoga Sutra descritto da Patanjali e dello Hatha-Yoga-Pradipika di Swatmarama sono un esempio di emancipazione e diffusione delle opere scritte, il loro fine era di educare anche i più umili e consegnare al tempo la conoscenza. I precetti venivano solitamente espressi in aforismi su cui meditare per comprenderne la profondità e l’essenza. Proprio grazie ai grandi risultati ottenuti inizialmente dalle èlite, col tempo, alcune scuole Indiane beneficiarono dello yoga provvedendo alla salute e all’arricchimento intellettuale e spirituale del suo popolo: ne è uno spendido esempio la nuova scuola del maestro Paramahansa Yogananda che nel 1918, ottenne dal Maharaja di Kasimbazar, come sede, il suo palazzo a Ranchi, che diventò la Yogoda Satsanga Brahmacharya Vidyalaya.

La prima forma di Vinyasa nacque per associare alle preghiere, movimenti sacri evocativi di devozione e adorazione. Queste posture si intrecciavano con i mantra e con i viaggi a piedi verso, i luoghi di culto. L’archeologia Vedica ha dimostrato che lo yoga era già praticato in India fin dalle epoche pre-storiche. Numerosi sigilli scoperti nei siti della civiltà della Valle dell’Indo (3300-1700 A. C.) dipingono figure in asana yoga e in meditazione. In accordo con l’archeologo Gregory Possehl si pensa che rappresentino una forma di disciplina rituale, precursore dell’attuale yoga. Successivamente molte di queste posture sono poi state codificate e scelte per creare varie sequenze di Namaskara e Vinyasa.

La devozione del Surya Namaskara

Le origini dei primi Vinyasa dimostrano la loro spiritualità, una preghiera in movimento che trasforma il devoto nel suo viaggio verso il divino risvegliando l’anima alla “liberazione” dalle 4 principali sofferenze umane: nascita, malattia, vecchiaia, morte. Azioni come quelle di alzare lo sguardo e le mani al cielo, abbassare la testa verso la terra, genuflettersi, prostrarsi, e ringraziare con gli occhi il cielo per compiere ogni passo verso la meta, sono state i prodromi delle prime Asana. E’ chiaro che questi rituali furono osservati, studiati e raggruppati in “routine”di posture per essere praticate anche nel quotidiano. Per comprendere meglio, proviamo ad immergerci nell’atmosfera di quei tempi in cui lo yoga scandiva il ritmo dei mantra, alternando gesti sacri, tra le schiere di persone che andavano e venivano nei pellegrinaggi dei luoghi di culto. Dobbiamo immaginare i loro cuori pieni di speranza in una guarigione di un parente, o per la soluzione di un grave problema: quasi sempre i loro corpi magri e digiuni, a piedi nudi: con temperature torride di giorno e fredde di notte, eppure intenti diligentemente a pregare in processione senza sosta per ore!

Nel tentativo di restituire questa visione che emerge dal passato, ai giorni nostri con un ’esperienza tangibile, vi auguro di provare a praticare il Pilgrim’s Vinyasa che ho documentato nelle seguenti immagini.

Pilgrim’s Vinyasa

La sequenza va letta da destra verso sinistra seguendo l’andamento circolare delle asana in successione. In questa sequenza ritroviamo il sapore della pratica intesa come offerta, espiazione, devozione che ci riconnette allo yoga del passato dei nostri antenati.

Scegliere uno spazio ampio per sistemare un’offerta o una scultura al centro di un ipotetico perimetro. Formulare gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la pratica yoga “itinerante”. Sistemare uno yoga mat (e una copertina) per definire il punto di partenza e di arrivo del Vinyasa; al termine della pratica servirà anche per la postura finale di rilassamento: Shavasana.

Tadasana – Utkatasana

1) Tadasana
5 Respiri Ujjayi in postura per attivare l’Albero Respiratorio in modo consapevole, premendo le piante dei piedi a terra per fare radicamento e allungare la spina dorsale tra cielo e terra.

Transizione: compiere un passo avanti con la gamba destra.

2) Utkatasana
Inspirare ed espirare due volte in postura, sentire il sostegno della terra e indirizzare al suolo graditudine, il grande maestro Tich Nhat Hanh ci ricorda che i piedi, mentre camminiamo, “baciano la terra”.

Marjariasana

3) Marjarasana
Inspirare, portare le ginocchia e le mani a terra, lo sguardo è rivolto alla punta del naso, donare serenità al luogo da voi scelto, 2 respiri profondi.

Transizione: inspirare, muovere il braccio destro e il ginocchio sinistro per fare un passo in avanti verso la prossima asana, “gattonando”.

Adho Mukha Svanasana

4) Adho Mukha Svanasana
Inspirare e stendere braccia e gambe, spostando il baricentro verso le piante dei piedi. Lo sguardo è diretto all’ombelico, compiere 2 respiri Ujjayi; fare questo inchino per onorare il vostro intento. Creare un silenzio interno di raccoglimento, sorridere gentilmente per togliere le tensioni dai muscoli del viso e del collo. Restare in postura per 2 cicli respiratori completi.

Transizione: inspirare, guardare avanti, saltare con le ginocchia unite atterrare con il collo del piede. Espirare, poggiare gli avambracci a terra, distendere le gambe e il bacino.

Niravalasana – Urdva Hastasana

5) Niravalasana (Salamba Bhujangasana, Sphinx Pose)
Inspirare, gomiti flessi perpendicolari alle spalle, sguardo all’orizzonte. Espirare, espandere il torace separando le scapole, restare fermi in postura (come le Sfingi ) senza contrarre i glutei. Lasciare emergere la sensazione di distensione del coccige e dell’osso sacro che trasmette apertura anche allo sterno. 2 respiri Ujjayi: ringraziare e accettare il divino insondabile dentro di voi.

Transizione: inspirare, sollevare il busto e portare i piedi verso le mani a terra, espirare tornando in posizione eretta. Inspirare compiendo un passo avanti con la gamba destra.

6) Urdva Hastasana
Espirare, sollevare le braccia, (gentle back bend). Inspirare tornando in Samasthitih, gamba sinistra avanti, espirare portare le braccia in basso camminare con le mani per allontanarle dai piedi.

7) Adho Mukha Svanasana
2 respiri completi
Transizione: inspirare e compiere un salto in avanti (Jump Forward).

Ashtanga Pranam

8) Ashtanga Pranam
Espirare e avanzare con le mani fino a piegare le ginocchia portandole a terra per scendere verso il basso negli otto appoggi, 2 respiri profondi, Broomadya Dristi (sguardo tra le sopracciglia) allineare l’attenzione della mente verso Ajna Chakra, simbolicamente gli otto appoggi richiamano gli otto limbi di cui è composto lo Yoga (descritti negli Yoga Sutra di Patanjali), Ashtu significa appunto 8.

Transizione: inspirare, slanciare la gamba destra in avanti.

Virabhadrasana A – Uttanasana

9) Virabhadrasana A
Espirare sollevare le braccia con le mai unite, rilassare la testa, sguardo ai pollici. Inspirare e piegare a 90 gradi il ginocchio destro, radicando le dita del piede per distendere l’alluce. Offrire il petto al cielo in preghiera per 5 respiri. Tenere le palpebre rilassate, non chiuse, per indirizzare la luce del sole verso il cervello canalizzandola nel cuore.

Transizione: inspirare, gamba sinistra in avanti e riunire i piedi.

10) Uttanasana
Espirare piegare in avanti il busto senza chiudere gli occhi, rilassare il collo prendendo l’Uddiyana svuotando bene l’ombelico, due respiri profondi, lo sguardo Nasagrai Drishti.

Transizione: inspirare passo avanti con piede destro, riunire le gambe allungando la schiena parallela al pavimento.

Hardha Uttanasana – Utkatasana – Virabhadrasana A

11) Hardha Uttanasana
Espirare, punte delle dita a terra, prendere l’Uddyana, espandere il petto in avanti, Nasagrai Dristhi. 2 respiri. Inspirare l’Esistenza, espirare la Pace “inhale: Being, exhale: Peace” dalla saggezza del maestro Thich Nhath Han.

Proseguire il “cammino” invertendo la direzione come mostrato nel disegno:

12) Utkatasana, 3 respiri

13) Virabhadrasana A, con la gamba sinistra in avanti: 3 respiri
Transizione: inspirare mani a terra, gamba sinistra indietro.

14) Chaturanga Dandasana, 1 respiro completo,
Transizione; inspirare saltare in avanti a piedi uniti, sollevare le braccia.

15) Urdva Hastasana
1 respiro completo, espirare piegamento del busto in avanti.

16) Uttanasana
Inspirare distendere la colonna, Nasagrai Dristhi.

17) Hardha Uttanasana
Transizione: Inspirare e compiere un passo avanti con la gamba destra, portare ginocchio sinistro a terra.

18) Hardha Chandrasana
Espirare sollevando le braccia con le mani congiunte entrando in postura.

Transizione: inspirare mani a terra, riunire piede sinistro a piede destro, Hardha Uttanasana
Transizione: compiere un passo in avanti con il piede sinistro: espirare, fronte alle ginocchia, Uttanasana
Transizione: inspirare e compiere un passo in dietro con la gamba destra, portare il ginocchio destro a terra, espirare sollevare le braccia con le mani unite, Hardha Chandrasana

Planque Pose

19) Planque Pose
Inspirare le mani a terra stendendo le braccia ed entrambe le dita dei piedi a terra, spingendo i talloni indietro.

Bujangasana – Adho Mukha Svanasana

20) Bujangasana
Espirare, flettere i gomiti espandendo il petto in alto e in avanti.

Transizione: inspirare e compiere un salto in avanti con le gambe unite, Nasagrai Dristi: Hardha Uttanasana, espirare e camminare in avanti, solo con le mani.

21) Adho Mukha Svanasana
Inspirare, stendere le braccia e le gambe, spostando il peso del corpo verso i talloni, sguardo all’ombelico, 3 respiri Ujjayi, è l’ultimo inchino/saluto (Namaskar) al Sole, (Surya), alla terra e all’intento prefisso.

Samasthitih

Transizione: prendere l’Uddiyana inspirare lentamente mentre si compie il salto in avanti e con le braccia verso l’alto entrando in

22) Samasthitih, espirare portando le braccia lungo il corpo.

Ripetere Pilgrim’s Vinyasa almeno 3 volte. Al termine della sequenza sedersi a gambe incrociate per alcuni minuti prima di distendere il corpo in Shavasana: rilassamento a terra completo.

Oggi come allora, mentre facciamo yoga, le nostre anime sono in “pellegrinaggio” alla ricerca del bene, con l’offerta del nostro impegno, verso la verità.

Bibliografia

  • Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda Ed. Astrolabio
  • Il Tong-Zi-Gong di Shi-Heng-Chan /Shi-Heng-Ding Ed. Xenia

Testi e disegni di Janine Claudia Nizza

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10 thoughts on “La sacralità del Vinyasa delle origini

  1. Complimenti é un bellissimo articolo. Le sequenze sono descritte in maniera dettagliata e minuziosa e le immagini lasciano molto spazio all’immaginazione personale. Namasté <3

  2. Janine buongiorno! Ho letto e visto il tuo articolo, ieri sera. Mi piace molto!
    Trovo una guida precisa e anche artistica per imparare la sequenza.
    Trovo anche un bellissimo quadro nell’insieme delle figure.
    Grazie, prezioso.

    Ciao Desiree’

  3. Articolo molto bello e didattico. Cosa questa per niente scontata, dati i tempi. Origini, storia, utilità per il corpo/mente, connessioni con la quotidianità ed immagini, il tutto spiegato perfettamente, molto chiaro e diretto. Trasuda passione e competenza. Complimenti anche per le illustrazioni ed i disegni.
    Grazie Janine
    🙏☀️🌹

    1. Caro Nirdosh,
      Apprezzo molto il tuo commento, e sono felice che trasmetta la passione per lo yoga! E’ la prima volta che qualcuno me lo scrive ti ringrazio per questo e per tutto il resto, ne sono onorata.
      Un grande Om Shanthi per te
      Namaste Janine

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