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“Il segreto di avere più maestri, restando fedeli ad ognuno di essi”. No, non è un miraggio ma onestà di spirito.

Nella nostra vita incontriamo tanti maestri e sotto varie forme, il padre e la madre in primis (Guru Dev Pita e Guru Dev Mata) che impartiscono gli insegnamenti vitali e la relazione col mondo. Poi arriva la società a fare da maestra.

Maestro sarà anche la tua disciplina spirituale con cui forgi la tua esistenza.

Poi c’è il maestro che scegli tu, è il maestro spirituale che cerchi nell’età adulta per imparare una strada e a cui ti leghi per sempre.
Solitamente è il primo maestro con cui ti affidi ad una pratica e ad un percorso spirituale.

Con questo maestro rimarrà per sempre un legame di fiducia, di stima, rispetto, maestro al quale sarai sempre il suo allievo.

Il maestro non deve tradire la tua fiducia e tu non devi tradire la sua.

Tutt’ora sono ancora allieva della mia prima maestra di Kundalini Yoga. Resterò sempre sua allieva.
Nonostante ormai acquisito tanti diplomi e girato tanti centri yoga, lei sarà sempre la mia maestra, il mio riferimento.
E quando posso, nonostante i 250 km di distanza, pratico con lei.
Ho sempre un legame telefonico nei periodi di distanza.

Poi c’è il maestro che scegli accuratamente per strutturare la tua formazione e diplomarti (se decidi di proseguire il percorso a livello professionale), al quale ugualmente rimarrai per sempre allieva, devota e fedele. Lui vigila me, io vigilo lui.

A mano a mano che la tua esperienza crescerà e la tua formazione si arricchirà, se lo vorrai (ed è consigliabile) incontrerai anche altri maestri acquisendo nuove conoscenze, e tutto ciò ti porterà a snellire gli insegnamenti per integrarli tutti.

La vita dello Yogin è corollata da più maestri, tutti importanti ai quali si lega con devozione e rispetto, mantenendo la relazione di allievo/studente per tutta la vita.

Non tradire il maestro, e questo significa che il maestro non tradirà mai l’allievo.

Sono patti dell’anima che non si sciolgono mai, tranne rarissimi e gravissimi casi (che purtroppo esistono… attenzione alle manipolazioni e a chi osanna che non esiste altra via oltre lei/lui).

Rinnegare un maestro è rinnegare te stesso, è tradire te stesso… ed è una cosa peggiore che puoi augurare ad un praticante.

Quando mi capitavano, come è normale che sia, delle banali discussioni con la mia maestra, io poi stavo male.
Perché avevo rotto un equilibrio con me stessa.

L’importanza fondamentale di mantenere il legame fedele ai tuoi maestri, e l’importanza di avere più maestri nella propria formazione, è raccontato dai grandi della storia.

Ad esempio un grande maestro come Krishnamacharya, padre dello Yoga, vissuto ben 100 anni, si laureò in tutte e sei le Darshana dello Yoga e pare ebbe circa 54 maestri.

La formazione principale per lui fu con Sri Brahmachari, in una grotta isolata sul Monte Kailash dove passò sette anni e mezzo a studiare.

Arrivò alla conclusione che lo Yoga tradizionale non fosse più adatto all’uomo dei tempi moderni, impigrito e indebolito dai ritmi della società moderna, dai mezzi di trasporto, dalle luci artificiali. E che la pratica andasse assolutamente riadattata su ogni persona.

La sua rivelazione fu “Insegna ciò che è appropriato per l’allievo”.

Sii quindi flessibile nella pratica fornendo all’allievo più possibilità a seconda delle sue capacità.
Non una sola via, ma mostra tutte e sei le Darshana se possibile.

Le sei darshana sono: Nyaya, Vaisheshika, Samkhya, Yoga, Mimansa e Vedanta, pratiche diverse, modi diversi di vedere la vita ma col medesimo fine.

Ad ognuno, indirizzava una pratica diversa a seconda delle sue capacità.
Non esisteva un solo modo di fare Yoga ma più possibilità di “essere” nello Yoga.
Non chiudere, aprire.
Non dogmi, ma espansione sia verticale che orizzontale.

Perché lo Yoga è Uno ed è contaminazione continua delle sei Darshana e delle sue tradizioni.

Da qui l’importanza, per la nostra crescita personale e l’evoluzione, di mantenere un rapporto di fiducia e ascolto coi propri maestri, possibilmente più di uno appunto, pur mantenendo la tua strada preferenziale con uno di essi.

Quando vedo praticanti saltellare da un maestro all’altro senza senso, e senza mantenere con questi un ruolo di allievo di un rapporto di stima, o all’opposto legarsi in maniera rigida e dogmatica ad un unico maestro elevandolo a idolo/idolatria ripetendo addirittura le sue stesse frasi come fossero sotto ipnosi, io sorrido.

Lo Yoga ti rende maestro di te stesso, non succube di un altro maestro, nè però distante dal tuo maestro, ti rende maestro di te stesso in cerchio di fiducia accanto coi maestri… così come le altre discipline spirituali.

Sat Nam ji,
Carol Amar Devi Kaur

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