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L’affascinante filosofia dello Yoga, è legata indisolubilmente alla filosofia Samkhya. Come lo Yoga, il Samkhya è una delle sei scuole di pensiero della filosofia indiana. Questo ultimo darśana si basa sul concetto fondamentale di dualità tra Purusha e Prakriti.

Purusha rappresenta il principio della coscienza pura, l’aspetto spirituale e non materiale dell’essere umano, che potremmo individuare come Anima. È immutabile, eterno e non influenzato dalle fluttuazioni del mondo materiale.

Prakriti, d’altra parte, è la natura primordiale, il principio materiale e mutevole che costituisce il mondo fisico. Si può manifestare con tre guna, o qualità, che sono sattva (purezza), rajas (attività) e tamas (inattività).

Secondo il Samkhya, l’universo è costituito da cinque elementi, chiamati Mahabhuta: terra, acqua, fuoco, aria e spazio.

Questi elementi non sono solo componenti del mondo che ci circonda, ma compongono anche la nostra mente e il nostro corpo.

L’aspirante yogin, conoscendo questo sistema di pensiero, è convinto quindi che attraverso la pratica costante, possa realizzare la liberazione del purusha, e raggiungere il brahman, uscendo definitivamente dal ciclo perpetuo di morte e rinascita a cui l’essere umano è condannato vita dopo vita.

Ma se questo aspetto può sembrarci bellissimo e allo stesso tempo astratto e difficile da raggiungere, possiamo concentrarci su un altro aspetto dello yoga, che trova un ulteriore riscontro nella scienza dell’Āyurveda.

Secondo l’Āyurveda, la materia, ed ogni individuo, è costituita da una combinazione unica de 5 elementi che danno origine ai dosha, o costituzioni psicofische: Vata (aria e spazio), Pitta (fuoco e acqua) e Kapha (terra e acqua).

Anche ogni stagione ha una qualità predominante derivata dai cinque elementi, conoscere quali dei 5 elementi predomina e cosa comporta questa dominanza, può essere estremamente utile per trovare un armonia e un benessere molto più pratico rispetto all’obiettivo di liberazione dal samskara (ciclo delle rinascite).

Ad esempio, in primavera quando il dosha Kapha è predominante, e arriviamo dalla letargia e dal buio dell’inverno, una pratica energizzante come quella del surya namaskara può essere utile, oppure se durante l’estate, quando il dosha Pitta è predominante, praticassimo Prāṇāyāma che rinfrescano il corpo e calmano la mente, potremmo ritrovare equilibrio e benessere nonostante le alte temperature.

Ma come possiamo capire quali elementi predominano, e quindi quali sono le qualità (guna) di ogni elemento naturale? E come potremmo iniziare eventualmente a compensare o equilibrare?

Lo studio e l’osservazione sono alla base di queste conoscenze, più ci immergiamo alla scoperta dei 5 elementi e più ci renderemo conto che ciò che bisogna fare è rispolverare antiche conoscenze che giacciono dentro di noi.

Non sono conoscenze astruse e poco intuitive, anzi se iniziassimo a studiarle ci renderemmo conto abbastanza in fretta, che sono ragionamenti logici e intuitivi, perché si tratta di capire un meccanismo molto naturale.

Anche alcune espressioni, che vengono utilizzate nel linguaggio comune, sulle quali non ci siamo mai soffermati troppo, ci riportano alle qualità dei 5 elementi e alle possibili conseguenze in caso di squilibrio, avremo ad esempio sentito dire: “mi manca la terra sotto ai piedi” quando una situazione che pareva stabile non lo è più, oppure qualcuno avrà sicuramente usato l’espressione: “hai la testa per aria” quando manca concentrazione.

La terra infatti ci dona stabilità e solidità, l’aria ci porta movimento e leggerezza, mentre l’acqua ci purifica, il fuoco ci dà calore e trasformazione e lo spazio ci offre libertà e connessione.

Ogni cosa, situazione, persona, pensiero, quindi è sempre un diverso intreccio di questi 5 elementi; quando questi 5 elementi sono in equilibrio anche noi lo siamo, e ci sentiamo in armonia.

Una volta comprese le qualità di ogni elemento, e identificato quali di essi prevalgono attorno a noi, dovremmo quindi iniziare a modificare il nostro stile di vita per ritrovare l’equilibrio che continuamente e inevitabilmente viene a mancare.

Ad esempio ogni volta che viaggiamo per lavoro, ci trasferiamo, concludiamo una relazione, è normale che l’elemento aria prevalga, dovremmo quindi integrare tutto ciò che richiama l’elemento con qualità opposte: la terra. Investendo in attività quindi che ci riportano a radicamento, a stabilità, a solidità, come camminare a piedi nudi sul prato, praticare asana radicanti come malasana, mangiare cibi che richiamano le radici come i tuberi.

Anche Patanjali negli yoga sutra ci ricorda: “vitarka-badhane pratipaksha-bhavanam” (YS 2-34)

“Quando sorgono pensieri disturbanti, si dovrebbe coltivare un atteggiamento opposto.”

E giacché la mente è composta anche essa dai 5 elementi, riconoscere per prima cosa quale dei 5 elementi è dominante durante uno stato mentale, è decisivo per compiere azioni che riportino in armonia.

Vediamo ad esempio alcune caratteristiche e correlazioni tra gli elementi e alcuni stati mentali e fisici:

  • Terra: qualità solida, stato mentale ottuso, ma anche perseverante, stato fisico forte, ma anche morbido.
  • Fuoco: qualità caldo, stato mentale irascibile, ma anche appassionato, stato fisico dinamico e determinato.
  • Acqua, qualità fresca, stato mentale emotivo, ma anche compassionevole, stato fisico fluido e flessibile.
  • Aria: qualità leggerezza, stato mentale confuso, ma anche adattabile, stato fisico sottile, ma anche ruvido.
  • Spazio: qualità ampio, stato mentale aperto, ma anche lungimirante, stato fisico sottile, ma anche secco.

Quindi ogni qual volta ritroviamo degli aspetti meno piacevoli di questi elementi, che ci creano difficoltà, potremmo andare a ricercare qualità opposte e complementari in ciò che ci circonda, nelle attività che scegliamo, nel cibo che mangiamo, e portare queste qualità anche nelle nostre meditazioni, meditando proprio sull’elemento stesso.

Con il tempo ci accorgeremo che, oltre a ritrovare l’armonia perduta, scopriremo un aspetto più sorprendente e inaspettato: una sensazione di connessione che lega il nostro essere all’intero universo.

Anche la scienza occidentale dice che ogni elemento presente nel nostro corpo proviene dalle stelle stesse, e non è perciò così assurdo percepirsi connessi con il tutto.

La vita che viviamo può diventare un viaggio meraviglioso, fatto di piccole attenzioni quotidiane in realtà sono molto grandi. E durante questo viaggio alla scoperta dei 5 elementi, forse inaspettatamente, ritroveremo anche l’aspetto spirituale dello yoga, che credevamo astratto o impossibile da raggiungere.

Nel tuo corpo c’è il monte Meru circondato da sette continenti, ci sono anche i fiumi, i mari, le montagne, le pianure e le divinità dei campi.
In esso si possono vedere profeti, monaci, luoghi di pellegrinaggio e le divinità che li presiedono.
Ci sono i pianeti, le stelle e il sole con la luna;
ci sono anche le due forze cosmiche, quella che distrugge e quella che crea;
ci sono tutti gli elementi etere, aria, fuoco, acqua e terra.
Nel tuo corpo ci sono tutte le cose che esistono nei tre mondi, ognuna delle quali svolge la propria funzione attorno al monte Meru;
solo chi conosce tutto questo è considerato vero yogi”.

Il gioco della vita – Swami Satyananda Saraswati

Francesca Lo Iacono

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