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Tempo di lettura:8 minuti, 30 secondi

Sin dai primi mesi di yoga, come nei primi mesi di vita, il risveglio dell’Albero Respiratorio è centrale e innesca reazioni a catena in chi lo pratica: con più ossigeno nel sangue il miracolo del RINNOVAMENTO cellulare, mentale e sottile diventa effetto benefico per corpo e intelletto. Grazie a ciò l’essere umano gode di ottima salute e non vi è più posto per le malattie, esattamente come quando amiamo non riusciamo contemporaneamente anche ad odiare.

La Respirazione Ujjayi

Il principio di guarigione nello yoga parte dall’accogliere nel suo insieme il corpo e la mente educandoli entrambe allo scambio reciproco nell’unicità spaziale e temporale del presente.

Le due entità imparano ad ESSERCI l’uno per l’altra in un gioco di continue “attenzioni nel qui ed ora” che la pratica yoga richiede attraverso i parametri fondamentali di Sthira e Suka, specialmente nel Vinyasa Flow dove dinamicità e fluidità nei movimenti e nel respiro sono fondamentali.

Il Respiro Ujjayi crea una ricerca interiore sia fisica che psicologica perchè scatena il “sentire” di presenza / assenza / scarsità nell’attività respiratoria.

Nel mio percorso ho constatato fin dai primi anni, diverse “fasi Ujjayi” ed ognuna di loro ha avuto una sua voce nel “diario di bordo” legato alla crescita di mente/corpo verso la ricerca della verità e dell’auto guarigione.

Il respiro profondo scardina la rigidezza del torace e sblocca la resistenza del diaframma collegando il pensiero alle due fasi respiratorie del corpo che la mente è chiamata a guidare. Collegando il respiro alla consapevolezza di Inspirazione (prendere) ed Espirazione (restituire) si sviluppa un rapporto di “vera presenza“ e collaborazione tra i due veicoli.

Quando una persona inizia a praticare la respirazione consapevole tutta una serie di NUTRIENTI materiali e spirituali vengono attivati iniziando a spronare quelle aree disconnesse o ammalate della nostra esistenza.

Poichè in oriente la malattia è conosciuta come SQUILIBRIO tra mente e corpo da cui origina ogni sorta di patologia, ristabilire tra di loro i contatti e la reciprocità è di fondamentale importanza.

Dove inizia il malessere?

Nulla capita nella mente che non si traduca nel corpo: sono due facce della stessa medaglia, il corpo trattiene gli aspetti mentali, emozionali e tattili delle esperienze passate e presenti. Alcuni insegnamenti credono che il corpo contenga la quintessenza delle nostre vite precedenti e che manifesti le tendenze (Samskara) inerenti al nostro carattere e di conseguenza determini i nostri comportamenti e le nostre convinzioni. Lo Yoga, manipolando il corpo, crea le condizioni per liberarlo dalle emozioni negative sepolte al suo interno che ostacolano la via del progresso corporale e spirituale. Riallineando l’intelletto si riesce a riequilibrare il corpo fisico/emozionale e questo spiega perchè la maggior parte degli allievi reagisca alle stesse posture in modo simile, addirittura prevedibile, quando arrivano “disconnessi” a lezione.

Uno dei “luoghi” dove mettiamo inconsciamente più tensioni sono: i muscoli mimici, l’articolazione Temporo Mandibolare e come conseguenza il collo, le spalle e i trapezi. Possiamo cambiare questi atteggiamenti posturali cercando di rilassare spesso il viso e la dentatura quando entriamo e usciamo dall’asana. Un elemento importante da aggiungere alla nostra ”lista della consapevolezza” durante la pratica.

L’Amore come “cura”

Le statue che ritraggono Shiva lo rappresentano per metà uomo e per metà donna. Ciascun uomo è mezzo uomo e mezza donna, ciacuna donna è mezza donna e mezzo uomo, non può che essere così, perchè metà del suo essere proviene dal padre e l’altra metà dalla madre: ne deriva che sono il prodotto di entrambi.

La donna esteriore è solo una via verso la donna interiore, e l’uomo esteriore è la via per l’uomo interiore. Lo yoga più elevato, l’unione mistica assoluta, che accade dentro di noi è quando ci si libera dal binomio maschile/femminile, ossia torniamo alla nostra natura originaria: Brahamacharya.

Di solito la parola AMORE ci fa pensare subito a due innamorati: in un certo senso dovrebbero esserlo anche la mente con il corpo. Ma amare veramente è prendersi cura, accettare, ascoltare, lasciare andare, studiare; questi sono i compiti da svolgere nel quotidiano in un continuo rinnovarsi verso l’indissolubile viaggio della vita biologica e spirituale. Ma spesso non è così: la mente crede di sapere tutto abbandonando il corpo all’oblio. Lo yoga ha il potere di infondere coraggio, di consolare, di permettere ai limiti fisici e mentali di espandersi oltre gli apparenti confini, culturali e corporali, mettendo al centro della pratica la nostra vita. Lo Yoga con i suoi esercizi respiratori, visualizzazioni, attività di asana e counter poses, allineamenti e transizioni ci porta nei luoghi dell’anima tangibili che riempiono tutto l’essere di amore che cura e motiva le Quattro Sofferenze dell’Umanità individuate dal Buddha Shakyamuni come: Nascita, Malattia, Invecchiamento e Morte.

Chi di voi è mai stato/a inamorata/o e ricorda l’emozione dei momenti di contatto, dialogo, desiderio dell’amato/a; quel senso di felicità oltre i cieli e il tempo?

La naturale predisposizione ad aiutare, comprendere, accogliere l’altro: sarebbe cosi bello e semplice viverlo anche con se stessi, come se fossimo sempre innamorati!

Poichè il vero potere dell’amore è la liberazione dalle 4 principali sofferenze che includono la malattia, è l’illusorio credere che si trovi FUORI da noi o solo nelle persone che amiamo. Spesso scambiamo per amore le emozioni che ci fanno sentire felici: lo yoga ci dimostra che siamo perfettamente dotati di amore dall’infinito passato e che occorre esserne consapevoli non solo per sentirlo ma anche per donarlo incondizionatamente agli altri.

Paura

Temere di perdere qualcuno o qualcosa, paura di non farcela davanti ai problemi, evitare di confrontarsi e di essere sè stessi fino in fondo: ecco elencati alcuni dei VIRUS che attaccano il corpo e la mente. Centinaia di migliaia di volte gli esseri umani sono pilotati dalla paura e a causa di ciò devono nascondere il proprio cuore, sviare il coraggio, preferire situazioni comode e deludenti.

Senza pensare che tutto questo oltre a minare la propria autostima, a lungo andare indebolisce l’intero organismo.

Provate a pensare quanta MORTIFICAZIONE esercita la paura sulla vostra intelligenza, potenzialità, e la vostra naturale gioiosa energia: ignorare giorno dopo giorno i propri bisogni, talenti, desideri e legittimi cambiamenti nelle idee e nelle azioni per doversi “conformare” a modelli prestabiliti. “Rigare dritti “ a tutti i costi soffocando le proprie aspirazioni purtroppo ha conseguenze deleterie: se la mente è fondamentalmente triste il corpo inizia ad ammalarsi irrimediabil-MENTE.

Certo che è legittimo avere paura siamo animali stanziali; lasciare il certo per l’incerto non è facile, ma lo yoga ci insegna con dolcezza ad esercitare il LIBERO ARBITRIO per uscire dalle zone di comfort che l’Ego ha costruito lentamente dentro di noi per avere il CONTROLLO delle nostre azioni. La pratica ci incoraggia gradualmente a prendere fiducia nei nostri progressi, ci invita ad avere CORAGGIO senza forzarci. La pratica yoga svolge un ruolo gentile e fermo che rifornisce le due importanti correnti energetiche e vitali senza le quali non siamo altro che canne al vento: la splendida energia del sole in Pingala Nadi e l’argentea energia della luna di Ida Nadi.

Il passaggio del PRANA attivato dallo yoga, riequilibria intuizione e ragione, in un mix di risvegli mentali e fisici che generano idee concrete e innovative, che incoraggiano i nostri cambiamenti, favorendo le scoperte e quei miglioramenti che possiamo realizzare in questa vita. Così facendo il corpo non avrà alcun motivo di ammalarsi e il nostro sistema immunitario sarà forte impedendo agli agenti patogenti di attaccarci.

Giocare

Troppo spesso si crede che il gioco sia un’operazione relegata all’infanzia e che scoppiare a ridere almeno una volta al giorno sia sinonimo di superficialità. Gli ormoni della felicità sono gli “amministratori” della nostra salute. Un asana divertente da fare nei momenti bui è Marjarasana: con semplici variazioni del bacino e della colonna ci libera dalle sensazioni/contrazioni spiacevoli; questa asana che imita gli stretching del gatto, ci insegna come alleggerire la mente/corpo dello stress /carico accumulato durante la giornata.

Impariamo a ridere un poco dei nostri comportamenti troppo gravi e seri magari facendo l’imitazione di noi stessi con gli amici, condividendo autoironia e spirito di osservazione. Siamo perfettamente in grado di trasformare una situazione apparentemente tragica in una comica, ma dimentichiamo di usare il cervello per divertirci perché siamo più abituati al lamento e al vittimismo, con risultati devastanti a lungo e breve termine sulla nostra salute fisica e mentale.

Samadhi

“Sama” significa EQUILIBRIO/ARMONIA. Il Samadhi si raggiunge quando l’anima, che è l’essenza dell’esistenza, si diffonde armonicamente ovunque. Nel Samadhi si è pienamente consapevoli, la consapevolezza si diffonde ovunque, attraverso tutti gli strati del corpo e in tutte le sue parti. Eppure diciamo che il fine dello yoga èdi “dimenticare” il corpo e la mente. Come l’essenza dell’albero è celata nel seme, così l’essenza dell’essere umano è nascosta nella sua Anima.

Nel momento in cui ne facciamo esperienza anche l’Io è dimenticato, poichè si immedesima col corpo e con l’anima. Il Samadhi è il momento in cui l’anima pervade ogni più piccola parte del corpo-mente. Il potere curativo del Samdhi è semplice, ogni occasione della vita quotidiana può realizzarlo se apprezziamo invece che disprezzare, se uniamo anziché dividere, se ringraziamo al posto di maledire:tutto è emanazione divina, cimentiamoci su questo e le malattie non affliggeranno nè il nostro corpo nè la nostra mente, anzi fuggiranno a gambe levate da un organismo impegnato a vedere il bello e il buono in ogni cosa.

You are the medicine

Vorrei concludere con un’estratto da una poesia che lascio in inglese, un reminder che possiamo portare nel nostro quotidiano; un mindset che ci protegge sia sul tappetino che nel mondo:

“Heal yourself with the light of the sun and the rays of the Moon…put love in tea istead of sugar and drink it looking at the stars… heal yourself with beautiful love, and always remember… you are the medicine” di Maria Sabina, healer and poet

Janine Claudia Nizza

Bibliografia:

  • da “A life worth breathing” di Max Strom
  • da ”Con te e senza di te” di Osho
  • da “L’albero dello Yoga” di BKS Iyengar

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5 thoughts on “Le vie dello Yoga sono infinite

  1. Grazie a Janine Nizza per questa riflessione sul rapporto tra mente/corpo e sull’opportunità offerta dalla pratica yoga di raggiungere stadi di benessere da cui trae beneficio il nostro essere e la vita di relazione. L’idea di poter includere l’ironia, il sorriso e il gioco come intelligenti chiavi di lettura della nostra quotidianità per scardinare la tendenza al vittimismo è spesso ingiustamente sottovalutata. È importante che una voce interiore o esteriore ci inviti costantemente e gentilmente a praticare la flessibilità, proprio come ci suggerisce la pratica dello yoga. Grazie, maestra Nizza!

  2. Grazie Janine, articolo molto utile, è importante ricordare tutti questi aspetti per poterci prendere cura di noi e di conseguenza degli altri. 🙏💫

  3. A Janine Claudia Nizza

    In una prima lettura dell’articolo “Le vie dello Yoga sono infinite” ho avuto la sensazione benefica, di percorrere, passo dopo passo, un viaggio che citando “Sin dai primi mesi di yoga, come nei primi mesi di vita” nel risveglio dell’Albero Respiratorio “innesca reazioni a catena in chi lo pratica” fino a giungere al miracolo del RINNOVAMENTO.

    L’articolo arriva a me lettore come un “diario di bordo” frutto di una pratica dello spirito che si fa movimento e guarigione.
    E per fare questo, si evince che non basta una “pratica quotidiana” ma una quotidiana pratica nel prendersi cura amorevolmente, quindi “l’Amore come cura”.

    E quel principio di guarigione, che nel respiro, citando, “Le due entità imparano ad ESSERCI l’uno per l’altra in un gioco di continui “attenzioni nel qui e ora” “,
    mi giunge come una danza tra il corpo e la mente, come di due innamorati.
    Ma per far sì che l’Amore sia la cura, l’Amore deve affrontare la paura, la modificazione per giungere al coraggio, alla consapevolezza “ludica” che la pratica dello Yoga non è solo un approdo ma è l’origine di quell’amarsi con cura.

    Infine, nella conclusione del tuo articolo, il dono di alcuni versi di Maria Sabina guaritrice e poeta, nella lingua originale, che arrivano come il suono delle parole nell’immensità di una preghiera “ … con la luce del Sole e dei raggi, della Luna…”

    Cony Ray (poeta)

    1. Carissimo Cony,
      Seguo anch’io da anni la tua arte e ti ringrazio moltissimo di aver scritto questo commento poetico e profondo che aggiunge valore alle parole scelte e che prolungo un dialogo tra chi scrive e chi legge ispirato e propositivo

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